Il giovane Montalbano: da cosa è tratta la serie e perché vederla
Tornano sulla rete ammiraglia della Rai le indagini del giovane commissario Montalbano nelle due stagioni prequel. Rispolveriamo insieme le origini letterarie dei dodici episodi della Collection e qualche buon motivo per (ri)vederli.
Tutte le storie, grande e piccole che siano, hanno un inizio e anche una fine. Quella sul piccolo schermo delle avventure de Il Commissario Montalbano senior, interpretate da Luca Zingaretti, stanno volgendo nuovamente al termine dopo le fortunatissime repliche delle ultime settimane. Terminata la messa in onda della fiction dei record, la rete ammiraglia della Rai ha deciso di riavvolgere le lancette dell’orologio riportando la timeline agli antipodi. Come? Semplice, ritrasmettendo Il giovane Montalbano a partire dal 1° giugno. La serie prequel, prodotta dal 2012 al 2015 per un totale di due stagioni da sei episodi da 100 minuti cadauna, vede Michele Riondino nei panni del celebre commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri, all’epoca trentenne mentre conduce le prime indagini in un piccolo paesino tra le montagne sicule prima della promozione e il trasferimento nella natìa Vigata dei primi anni Novanta.
Il giovane Montalbano: alle origini del commissario più amato dal pubblico italiano
Le due stagioni, prodotte da Palomar e Rai Fiction, sono state dirette da Gianluca Maria Tavarelli, che ha raccolto il testimone dal compiano Alberto Sironi, su sceneggiature firmate a quattro mani dallo scrittore siciliano con Francesco Bruni. Nonostante l’età, il Salvo de Il giovane Montalbano già dimostra abilità nel risolvere misteri all’apparenza molto complicati anche se il talento nel lavoro, in cui si getta a capofitto, fa da contraltare alle sue relazioni con le persone che gli sono intorno, verso cui è ancora schivo e diffidente. Caratteristiche, evoluzione ed identikit del personaggio che il pubblico televisivo ha potuto scoprire con lo scorrere delle puntate della Collection.
Nella prima stagione, lo troviamo vice commissario di Mascalippa, sulle montagne sicule, luogo che non gradisce per via della lontananza dal mare. È fidanzato con Mery, insegnante catanese con cui vive una complicata relazione a distanza destinata presto a concludersi. La promozione a commissario lo fa tornare a Vigata, cittadina dove Montalbano aveva già vissuto da ragazzo dopo la morte della madre. Qui conosce i suoi nuovi colleghi tra cui Carmine Fazio, esperto agente che l’aiuta a inserirsi nella nuova realtà, Agatino Catarella, simpatico e imbranato poliziotto, il giovane Giuseppe Fazio, figlio di Carmine e desideroso di seguire le orme paterne, e Mimì Augello, con cui inizialmente non c’è simpatia. La nuova realtà lo riporta inoltre a stretto contatto con suo padre, produttore di vino, con cui ha da tempo un difficile rapporto.
Il giovane Montalbano: nelle due stagioni della serie prequel si intrecciano le vicissitudini lavorative e quelle affettive del protagonista
Nella seconda, invece, sono trascorsi tre anni e nel frattempo Montalbano è riuscito a costruire un affiatato gruppo con i colleghi Giuseppe Fazio, Catarella e soprattutto con Mimì Augello, comprendendo ogni giorno sempre più le dinamiche criminali dell’isola anche grazie a Carmine Fazio, ormai in pensione, che di tanto in tanto è pronto a consigliarlo nelle sue indagini. Sul piano personale ha parzialmente riallacciato i legami con il padre e porta avanti una solida relazione con Livia Burlando, architetto genovese conosciuta nei mesi precedenti e con cui è in procinto di convolare a nozze, nonostante Salvo non resti indifferente a Stella, direttrice della banca cittadina con cui nasce un reciproco sentimento.
Insomma di carne al fuoco i dodici episodi de Il giovane Montalbano ne hanno messa, ma prima di acquistare una forma e una sostanza audiovisiva, questi hanno avuto come quelli della versione senior una genesi letteraria targata Sellerio. Le sceneggiature, infatti, sono state tratte mescolando sapientemente alcuni racconti di Camilleri, a loro volta estrapolati da raccolte come La prima indagine di Montalbano, La paura di Montalbano, Un mese con Montalbano, Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano e Gli arancini di Montalbano.
Un modus operandi, quello di unire le pagine di romanzi diversi per dare vita a un singolo episodio, che è sempre stata una costante del lavoro di adattamento dalla matrice ai prodotti per il piccolo schermo. In questo modo, gli sceneggiatori hanno potuto intrecciare e stratificare tanto le indagini che di volta in volta si è trovato ad affrontare il protagonista, quanto le sue vicende personali e affettive. Vicende che anche nella serie prequel sono riuscite, seppur con un gradimento inferiore in termini di share, ad appassionare le platee televisive. Semmai la differenza sostanziale rispetto alla serie madre sta nei dialoghi, che qui sono caratterizzati da un più marcato uso della lingua siciliana, similmente con quanto avviene nei romanzi di Camilleri.
Il giovane Montalbano: gli episodi delle due stagioni sono tratti dall’unione di più racconti di Camilleri
C’è da dire che Montalbano è ormai uno di famiglia, ma per quanto possiamo sapere, o crediamo di sapere, di e su un personaggio entrato di fatto nell’immaginario collettivo del pubblico nostrano (e non solo), qualcosa di lui mancava all’appello e quel qualcosa è rappresentato dal suo passato. Ed è nata proprio da qui l’esigenza di ritornare alle origini del personaggio, dedicato ad esso dei romanzi e una serie prequel per dare finalmente delle risposte a una serie di domande: a parte quello che già sappiamo di lui, prima, Montalbano, com’era? Suo padre e sua madre com’erano? Dov’è cresciuto? Com’era la sua vita prima di diventare commissario? Questo tipo di domande sono nate prima di tutto nella mente del suo creatore, quel tanto da convincerlo ad immaginare un “giovane Montalbano”.
Nel personaggio del giovane Montalbano, il tentativo di Camilleri è stato proprio quello di dargli un passato che fosse coerente con certe sue caratteristiche di adulto. E siccome in realtà Montalbano adulto è un uomo solo, l’autore ha fatto in modo che le origini di questa solitudine nascessero anche dalla sua condizione infantile: Montalbano non solo non ha la madre, ma ha anche un padre (che in questa serie conosceremo) col quale però non ha quel rapporto che avrebbe avuto sicuramente con la madre. Tra i due c’è come uno schermo, fatto di timidezza reciproca, forse di pudore: di tante cose che vorrebbero dirsi ma che non riescono a dire… Tratti che, per coloro che sono a conoscenza della biografia dello scrittore, regista e drammaturgo di Porto Empedocle, appartengono all’esistenza di entrambi.
Il giovane Montalbano: cosa c’è dietro l’intuito e il fiuto infallibili del poliziotto integerrimo, ma anche quali sono gli scheletri nascosti nel suo armadio?
Per quanto ci riguarda, uno dei buoni motivi per vedere o rivedere le repliche de Il giovane Montalbano sta proprio nell’opportunità che le due stagioni della Collection offrono di scoprire quel passato rimosso che la serie madre aveva accantonato. In questi anni inizia a capire di chi fidarsi e da chi guardarsi le spalle, ma anche a capire come rapportarsi con la mentalità criminale della sua terra. Viene inoltre sviluppato il rapporto fra il commissario e il padre, il suo primo amore e l’incontro con la storica fidanzata Livia. Si torna così alla radice di uno dei personaggi più amati della letteratura e della televisione nostrana per conoscere finalmente da dove viene e come si è forgiato caratterialmente e professionalmente. Cosa c’è dietro l’intuito e il fiuto infallibili del poliziotto integerrimo, ma anche quali sono gli scheletri nascosti nel suo armadio?
E in più, conoscere il giovane Salvo significa anche entrare in contatto con le non poche similitudini che il protagonista ha con chi lo ha “partorito”. Una cosa non da poco, che da sola basterebbe ad alimentare la curiosità nei confronti di un prequel che vede in azione un cast nuovo di zecca capitano da Riondino (tra gli interpreti Alessio Vassallo, Andrea Tidona, Fabrizio Pizzuto, Beniamino Marcone e Sarah Felberbaum). E se non bastasse a fare da cornice agli episodi ci sono sempre le location mozzafiato della Sicilia, in particolare di Siracusa e Agrigento, oltre ai luoghi che hanno già fatto da sfondo alla serie maggiore (Noto, Punta Secca, Ragusa Ibla, Scicli e Vittoria). Non vi resta che sintonizzarvi su Rai 1 per scoprire se ne è valsa la pena oppure no.