Into the Badlands 3 – cosa sapere prima di vedere la nuova stagione?
Cosa dovete sapere prima di vedere Into the Badlands 3? La serie tv è in uscita in Italia e prima di buttarsi a capofitto nella visione dei nuovi episodi è doveroso fare un recap e capire come potrebbe evolversi la trama.
Into the Badlands è una serie tv, di genere avventura/drammatico, partorita dalle menti di Alfred Gough e Miles Millar, sceneggiatori e produttori statunitensi famosi per aver ideato la serie Smallville. La serie televisiva che ci interessa è trasmessa dalla rete americana AMC dal 15 Novembre 2015 in USA e nel nostro Paese dal 28 Aprile 2016. Into the Badlands è composta da due stagioni concluse, la prima di 6 episodi e la seconda di 10, e da una terza di 16 episodi già in corso negli Stati Uniti. Ma cosa dobbiamo sapere prima di tuffarci a capofitto nella visione di Into the Badlands 3? La serie è in uscita in Italia il 28 maggio; la premier andrà in onda su MTV.
Into the Badlands: di cosa parliamo? La trama e il cast
Liberamente tratta dal romanzo Viaggio in Occidente, del 1959, appartenente ai “quattro grandi romanzi classici” della letteratura cinese, la serie tv racconta di un mondo post-apocalittico, in formato medievale, nel quale è solo la violenza a garantire il potere.
L’avventura si svolge in America, in quello che fu il Midwest, ora un territorio dominato da sette feudatari chiamati Baroni, sei imperatori e la vedova Minerva (interpretata dalla rossissima Emily Beecham). Questi si sono spartiti il territorio in seguito a dei conflitti cruenti e ora dispongono di schiavi, ricchezze, controllo sugli scambi commerciali e ognuno di loro ha al suo seguito un esercito personale, i cui componenti vengono chiamati Lame. La denominazione deriva dall’uso esclusivo di spade e arti marziali, lasciando da parte le armi da fuoco, bandite da anni.
In questo contesto si muove il protagonista della serie, il Sunny della stella asiatica Daniel Wu (Warcraft – L’inizio e Tomb Raider), una tra le Lame più abili e letali, nonché capo della guardia di sicurezza del Barone Quinn, interpretato da Marton Csokas (Il Signore degli Anelli, The Silent Man e Le Crociate – Kingdom of Heaven), lentamente devastato da una grave malattia sia a livello fisico che psicologico e la cui moglie Lydia (Orla Brady) si rivelerà essere uno dei personaggi femminili più importanti per le vicende.
All’interno di ogni fazione non mancano intrighi, tradimenti, giochi di potere e complotti, tutti aventi l’unico scopo di conquistare più potere possibile. Oltre ai continui cambi di fronte e giochi politici la trama segue la ricerca di un eletto, un giovane ragazzo (Aramis Knight) che ha in sé la potenzialità di cambiare le sorti delle Lande Desolate, in positivo o in negativo, a seconda di quale barone vorrà farselo alleato o vorrà ucciderlo.
Da segnalare la presenza di due veterani arrivati dai due film di James Cameron: Stephen Lang (Avatar), che interpreta Waldo, un ex-Lama, e Lance Henriksen (Aliens – Scontro finale), un predicatore.
E dulcis in fundo, dalla seconda stagione entra nel cast con un ruolo di primo piano Nick Frost, uno delle “muse” di Edgar Wright, insieme a Simon Pegg, e protagonista della Trilogia del Cornetto, scelta assolutamente felice e vincente.
Into the Badlands 3 – i professionisti delle arti marziali
La serie di Gough e Millar riesce a proporre (o a riproporre, vedi Banshee) nel modo della televisione un prodotto occidentale il cui punto di forza vuole essere un’estetica in pieno stile kung-fu movie orientale.
E l’esperimento, in termini di pubblico almeno, è assolutamente riuscito. Certo, bisogna dire che al dirigere le coreografie c’è un top team composto dall’attore/regista Stephen Fung e dal leggendario Ku Huen Chiu, collaboratore di Quentin Tarantino nei due Kill Bill e di Ang Lee ne La Tigre e il Dragone.
Il risultato è quello di riportare su schermo delle scene alla Bruce Lee, composte da sequenze d’azione ben pensate, esaltanti, veloci e divertenti; tra l’altro girate in modo esaltante e visivamente azzeccato.
Into the Badlands: cosa aspettarsi dalla terza stagione?
La critica maggiore che è stata mossa alla serie tv riguarda l’intero aspetto narrativo delle vicende su schermo. Sebbene il succo del prodotto sia quello di presentare allo spettare un mix spettacolare tra azione e arti marziali (tra l’altro di alta qualità), il pubblico ha manifestato delle perplessità sulla scrittura dei personaggi e sui vari intrecci narrativi.
La prima stagione voleva essere esplosiva, voleva partire sorprendendo e tenendo incollato lo spettatore sul divano; dunque ha decisamente puntato sul cavallo di battaglia della serie, ovvero l’azione pura. La decisione di mandare in onda solo sei puntata ne è una prova.
Ma la seconda stagione compie dei notevoli passi in avanti, riuscendo a diversificare ancora di più le vicende in scena e andando ben oltre i profili monodimensionali dati ai personaggi negli episodi della stagione precedente.
Questo corpo narrativo che si sta pian piano delineando dovrebbe, a rigor di logica, prendere sempre più forma nella terza stagione, composta dalla somma degli episodi delle due stagioni precedenti e quindi indicativa dello scopo degli autori di approfondire ulteriormente la scrittura dei personaggi e delle varie storie che compongono la trama.
In definitiva Into the Badlands è una serie divertente, leggera e che si prende poco sul serio, ma lascia l’idea di aver un potenziale ottimo che le permetterà di crescere e maturare come prodotto a 360 gradi, a meno di sgradite sorprese!