Keep Breathing: la spiegazione del finale della serie Netflix

La serie racconta le disavventure di Liv, costretta a lottare per la propria sopravvivenza e a fare i conti con i fantasmi del suo passato. ALLERTA SPOILER!

Keep Breathing è una mini serie di 6 episodi, distribuita in Italia da Netflix a partire dal 28 luglio. Per la sua realizzazione, si sono alternate dietro alla macchina da presa Maggie Kiley (American Horror Story) e Rebecca Rodriguez (Doom Patrol). Lo script è stato invece curato da Brendan Gall (Blindspot), Martin Gero (Stargate Atlantis) e Iturri Sosa (Gotham).

La storia raccontata dallo show, di carattere autoconclusivo, si concentra sulle disavventure di Liv, interpretata da Melissa Barrera (Sognando a New York, Scream), una giovane avvocata che, in seguito a un incidente aereo, si ritrova da sola in mezzo alla natura selvaggia del Nord America. Persa in mezzo al nulla, la protagonista si trova a dovere fare i conti non solo con le insidie del presente, ma anche con i fantasmi del suo passato.

Questa doppia lotta per la sopravvivenza e per la pace interiore arriva al culmine nel sesto e ultimo episodio della stagione. Durante di esso Liv ha occasione di riconciliarsi con il ricordo del padre, passato a miglior vita poco prima degli eventi narrati dal serial, e arriva ad accettare la sua gravidanza. Infine, sceglie di lasciarsi trasportare via dal fiume, che la conduce alla salvezza.

Keep Breathing: un viaggio dal passato verso il futuro

Keep Breathing 03 - Cinematographe.it

Nonostante la relativa staticità degli eventi, che hanno luogo quasi esclusivamente all’interno di una singola ambientazione, quello che compie la protagonista di Keep Breathing è un viaggio, spirituale prima ancora che fisico. Liv ripercorre la sua storia per tornare ad affrontare i traumi che hanno condizionato la sua esistenza sino a quel momento.

La causa della sua sofferenza è riconducibile all’incapacità dei suoi genitori – e in particolare della madre – di prendersi cura di lei. Lesivo è anche il senso di colpa che deriva dal non essere a sua volta stata in grado di occuparsi di suo padre durante il periodo della malattia che ha preceduto la di lui morte.

Il dialogo che avviene tra lei e la proiezione di suo padre simboleggia proprio il termine di questo percorso e il raggiungimento della riconciliazione. Durante questo ultimo scambio di battute, il genitore viene perdonato per gli sbagli che ha commesso e si riafferma nella memoria della figlia il ruolo prezioso che egli ha svolto per lei. Cosa ancora più importante, la protagonista perdona sé stessa e si riconcilia con la sua storia. A riprova di questo fatto, c’è la sua definitiva accettazione della gravidanza: solo dopo avere accettato il proprio passato è possibile accogliere le sfide del futuro.

Simbolo di morte e rinascita

Come abbiamo detto nel primo paragrafo, Keep Breathing si conclude con la protagonista che si butta in un fiume per farsi trasportare via dalla corrente. Assistiamo poi al suo salvataggio, che precede il ritorno alla vita vera e alle sfide della quotidianità. Questo passaggio, caratterizzato dalla totale assenza di realismo, è stato realizzato per conferire potenza simbolica alla conclusione.

L’immersione nelle acque del fiume è infatti interpretabile come una metafora del rito del battesimo. Nella tradizione cristiana, questa cerimonia rappresenta per chi vi si sottopone la morte della natura di peccatore e la rinascita come uomo nuovo. Similmente, l’atto della protagonista sta a rappresentare la definitiva chiusura di un capitolo della sua vita e l’inizio di uno nuovo.

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