L’uomo di casa: perché appassionarsi alla serie tv?
Perché vedere L'uomo di casa? Ecco alcune caratteristiche della serie tv che vi faranno innamorare della famiglia Baxter.
Andranno presto in onda i nuovi episodi di Last Man Standing, tradotta in italiano come L’uomo di casa su Fox Comedy, che presenta la settima stagione della sitcom che vede protagonista la famiglia Baxter e il suo dispotico patriarca. I protagonisti di L’uomo di casa sono appunto i Baxter, un nucleo familiare granitico, il cui mondo vede quotidianamente una lotta irresistibile tra l’attualità che si evolve intorno alla casa e che tutti accettano di buon grado e i valori di Mike, il padre di famiglia, ancorato senza possibilità di recupero ai grandi valori tramandati dalle generazioni precedenti. Questi valori difficilmente riescono ad accettare i cambiamenti in atto nel mondo e nella famiglia, ma a ben vedere si tratta piuttosto del tentativo di Mike di affermare la sua identità, la sua virilità e il suo modo di muoversi nella vita, scontrandosi con il gineceo che lo circonda essendo di fatto l’unico uomo di casa.
L’uomo di casa: un protagonista a dir poco controverso
Tim Allen presta il volto a quest’uomo che sa essere struggente nella sua ingenuità, eppure irritante nel perseverare nei suoi Credo. Fedelmente repubblicano, conservatore fino al midollo, refrattario a ogni iniziativa degli altri parenti che egli stesso non abbia avallato, legato a doppio filo alla figura di un padre di famiglia che è quasi un padrone: è veramente arduo delineare i limiti della sua personalità, per capire dove finisca il personaggio e dove inizia la parodia. Tim Allen si conferma attore capace di dare spazio a queste ambiguità del personaggio, anche quando a confronto con un contesto diegetico che certo non esalta per innovazione.
L’uomo di casa: la settima stagione dal 18 Novembre su Fox
L’uomo di casa e la forte etica wasp
L’uomo di casa ripercorre, da questo punto di vista, il percorso che ha già visto passare molte sitcom in piena etica wasp (persino nella versione black di Tutto in famiglia e al suo superamento Black-ish), ma rispetto ai colleghi capifamiglia Mike è più sfacciato, più apertamente ostile a qualunque tipo di evoluzione culturale da rendere inevitabile una sorta di indignazione. Il meccanismo viene presto scardinato proprio grazie a questa caricatura di uomo in cerca di affermazione, tanto disperato da mettere in atto piani diabolicamente infantili: basti menzionare le ripetute lezioni di virilità che impartisce al neonato nipote.
La componente femminile in L’uomo di casa
La forte componente femminile dei Baxter finisce sempre con il superare Mike (per numero e qualità argomentative) il quale continua a istruire il nipotino ancora in fasce a essere un “vero uomo”, rifugiandosi appena può nel suo negozio di caccia e pesca. Intorno a lui ruotano la moglie e le tre figlie, ognuna di esse rappresentativa di uno stereotipo di femminilità. In questa alternanza tra sottile ironia culturale e ostentazione di regole sociali, non sorprende che sia stata messa in dubbio la produzione di L’uomo di casa, nonostante nel corso delle stagioni si siano dati il cambio ospiti illustri, da Jay Leno a Robert Forster.
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L’uomo di casa: una serie che ci mette alla prova come spettatori
La serie, ideata da Jack Burditt, ha esordito nel 2011 negli Usa sul canale ABC, salvo poi essere cancellata nel 2017, al termine della sesta stagione, nonostante proprio quest’ultima avesse fatto registrare ottimi ascolti, dando a Fox l’opportunità di accaparrarsi la messa in onda della serie e la sua distribuzione. Nella fortuna di L’uomo di casa è chiaro quanto sia difficile giocare sul risicato confine tra appoggio e satira rispetto a una gamma di valori che quotidianamente viene combattuta per il suo anacronismo. La serie ne ripercorre stereotipi e convinzioni che sarebbero praticamente inaccettabili se affrontati senza immaginare un possibile contraddittorio da promuovere. L’uomo di casa offre quindi se non altro l’opportunità di mettersi alla prova come spettatori, tentando di definire i confini dei valori e dei fenomeni presentati, lasciando a Mike Baxter a alle sue convinzioni il beneficio del dubbio e della genuina buona volontà.