Leonardo: la storia vera dietro la serie TV Rai
La storia vera dietro Leonardo, la nuova serie TV Rai Fiction. Davvero il genio rinascimentale fu accusato di omicidio? Scopriamo i segreti di Leonardo Da Vinci.
Leonardo genio, Leonardo artista. Ma anche Leonardo inventore e poeta. I mille volti di un mistero rinascimentale si mescolano al piacere del racconto nella nuova serie TV firmata Rai Fiction, dal 23 marzo su Rai1 per quattro serate evento. Ma quanto c’è di vero nel personaggio interpretato da Aidan Turner?
Della biografia di Leonardo sappiamo poco, meno che della sua arte. Intessere una cronologia, per scoprirne i risvolti storici, o per giocarci in sede di sceneggiatura, è comunque possibile. E anche gli autori di Leonardo ci hanno provato. Alla ricerca del giusto tono e senza mai voler porre l’attendibilità davanti all’intrattenimento. Le pedine mosse a favore di spettatore sono però figure esistite, e dietro ai cartonati di vicende fantasiose siede la storia.
La vita di Leonardo tra date e spostamenti
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Leonardo ha inizio nel 1507. L’artista è tenuto prigioniero a Milano con l’accusa di omicidio colposo. Prima di soffermarci sul fatto giudiziario è necessario chiedersi se Da Vinci fosse davvero a Milano in quegli anni.
Sin dal 1506, Leonardo è invitato dal re Luigi XII di Francia a passare sotto i suoi servigi. Nel 1507 è però ancora a Firenze, dove si dedica allo studio della meccanica del corpo. Sono gli anni errabondi, tra continui ritorni a Firenze, trasferte mantovane, da Isabella d’Este, e veneziane, per studi matematici. Infine, nel luglio del 1508, arriva a Milano.
Non è del tutto inesatto però supporre una presenza di Leonardo già nell’anno precedente, dove i movimenti sono più dubbi e sembrano confermarne alcuni spostamenti verso la città intorno a gennaio e da settembre in poi, quando si insedierà fino al 1514.
L’accusa di omicidio è invece frutto di fantasia. L’artista finì comunque in tribunale, per sodomia. All’epoca l’omosessualità era illegale. Ma Leonardo era davvero omosessuale?
Gli anni a bottega
Leonardo racconta l’artista su due linee temporali. Il giovane artista a bottega, intorno al 1476, e l’uomo sotto accusa nel 1507. Dell’ultimo si è già detto, sottolineando l’inventiva con cui una possibile presenza a Milano è stata rimaneggiata.
Degli anni di gioventù è invece possibile confermare la quasi totalità degli eventi. Vero è che nell’aprile del 1476 fu accusato di sodomia, e che probabilmente, al di là del reale orientamento dell’artista, fu un gesto malizioso mosso ad arte da mano nemica e gelosa del giovane talentuoso.
Del capo bottega Andrea del Verrocchio, abilmente interpretato nella serie TV da Giancarlo Giannini, sono numerose le testimonianze. È il Vasari, nell’imprescindibile Vite, a raccontarci che il maestro insegnò al giovane Leonardo l’arte della luce. Sempre suo, l’aneddoto secondo cui Verrocchio smise di dipingere dopo aver visto l’angelo di Leonardo nel Battesimo di Cristo, datato 1475-1478. Nella serie TV la vicenda è suggerita dallo sguardo di Giannini d’innanzi l’opera compiuta.
Caterina da Cremona è esistita?
Leonardo ruota attorno al rapporto tra l’artista e la modella Caterina. Ma quanto c’è di vero in quest’amicizia? Leonardo ha davvero intrattenuto rapporti con una certa Caterina da Cremona, di cui, in alcuni contratti, chiede specificatamente i servigi.
Da qui, gioco di fantasia. Luca Bernabei, produttore di Leonardo, ha raccontato che dal fatto storico hanno “Immaginato fosse una musa ispiratrice”. Anche la sua interprete, Matilda de Angelis, ha riflettuto sul ruolo del personaggio sottolineando la comunanza di nomi della modella e della madre dell’artista. Per quanto ancora nel campo delle ipotesi, l’annotazione non è del tutto secondaria vista l’ossessione con cui Leonardo indagava e interpretava (con piglio quasi psicanalitico) la propria infanzia.
Leonardo era omosessuale? Forse
Dell’omosessualità di Leonardo non abbiamo prove certe. La serie TV decide di trasformare l’accusa di sodomia, datata 1467 e da cui l’artista fu storicamente prosciolto, in un coming out.
Gli sceneggiatori hanno raccontato di aver “attinto da tantissime fonti” e dunque di essersi “convinti che fosse reale il fatto che Leonardo avesse intrattenuto dei rapporti intenzionali”. Raccontarlo in questa nuova veste televisiva era “obbligo di verità”, hanno sostenuto.
In molti sostengono l’orientamento sessuale di Leonardo a partire dal suo celibato. Ma la scelta di vita dell’artista si spiega nei suoi scritti:
ACCIOCCHÉ la prosperità del corpo non guasti quella dell’ingegno – scriveva Leonardo – , il pittore, ovvero disegnatore deve essere solitario, e massime quando è intento alle speculazioni e considerazioni, che continuatamente apparendo dinanzi agli occhi danno materia alla memoria di essere bene riservate. E se tu sarai solo, sarai tutto tuo, e se sarai accompagnato da un solo compagno, sarai mezzo tuo, e tanto meno quanto sarà maggiore la indiscrezione della sua pratica”
Dubbi più specifici furono manifestati da Freud, il quale in una lettera a Jung, del 17 ottobre 1909, si diceva interessato a sondare “il mistero del carattere di Leonardo”. Analizzando il primo ricordo dell’artista, il poggiarsi di un nibbio sulla culla, esattamente come raccontato nella serie TV, Freud lesse un’inclinazione omoerotica.
La lettura della fantasia infantile ripercorre alcuni caratteri distintivi degli attributi sessuali, che Leonardo, figlio di sola madre poiché abbandonato dal notaio Pietro Da Vinci, confonderebbe in una figura simbolica come il nibbio.
Nelle letture di Freud si intravedono possibili realtà, ma niente di storicamente attendibile. L’omosessualità di Leonardo rimane perciò uno dei suoi tanti misteri.
Leda e il cigno: il capolavoro scomparso
“Il più grande capolavoro di Leonardo Da Vinci, Leda e il cigno, non è mai stato trovato”. La serie TV Leonardo si presenta ai telespettatori con una promessa: svelare il segreto del capolavoro perduto. Viste le premesse storicamente inattendibili, non è folle pensare in un risvolto quantomeno fantasioso. Come è giusto che sia. D’altronde, Leda e il cigno è davvero un mistero.
Il quadro narrerebbe il mito di Zeus, che, innamoratosi della bella Leda, assunse sembianze di cigno per congiungersi a lei sulle rive del fiume Eurota. La donna, figlia del re di Sparta, diede al mondo Elena e Polluce.
Il tema mitologico è insolito per Leonardo, il quale fu però sarebbe stato colpito dalla storia di Leda. Alcuni studi preparatori sono databili intorno al 1504-1506, durante il secondo soggiorno fiorentino dell’artista.
Secondo alcuni, La scapigliata, uno dei disegni più noti di Leonardo, sarebbe proprio una preparazione a Leda. Ma il quadro è andato perduto. Nel 1625, Cassiano dal Pozzo sostiene la presenza dell’opera a Fontainebleau, anche se in pessime condizioni. Così la descrive: “Una Leda in piedi, quasi tutta nuda, col cigno e due uova a’ piè della figura dalle guscia delle quali si vede esser usciti quattro bambini. Questo pezzo è finitissimo, ma alquanto secco, in ispecie il petto della donna”.
L’opera è però di certo esistita, come gli studi preparatori testimoniano. Uno è oggi custodito nel castello Sforzesco di Milano. Numerose anche le copie di artisti successivi, anche se già all’epoca di Leonardo pare se ne potessero contare nove.