Moon Knight: 5 motivi per vedere la serie TV Marvel
Cinque elementi che possono spingere sia gli appassionati de La Casa delle Idee che gli spettatori occasionali a recuperare questo nuovo show tv con Oscar Isaac ed Ethan Hawke.
Moon Knight è la nuova serie Marvel Studios che porta per la prima volta, all’interno del Marvel Cinematic Universe, uno dei personaggi più assurdi e problematici dei fumetti de La Casa delle Idee. Una figura fuori dagli schemi che soffre di un problema psichico davvero invalidante (disturbo dissociativo dell’identità) e che trae le sue potenzialità supereroistiche dal dio egizio della luna, Khonshu, che gli dona abilità incredibili. Un’opera che quindi, se da un lato si appella a degli stilemi classici che abbiamo già avuto modo di vedere in altri prodotti dello stesso universo, aggiunge interessanti elementi inediti che potrebbero realmente cambiare l’approccio generale dei titoli Marvel sul piccolo schermo.
Moon Knight, infatti, esamina la psicologia di un protagonista come mai fino ad ora, non indagando solo sulle sue fragilità esteriori, ma scandagliando le sue paure e le sue ossessioni più recondite. Se aggiungiamo a questo il coinvolgimento di attori di prim’ordine dello star system e lo sviluppo di un contesto narrativo che ad un primo sguardo ci sembra lontano dal solito, ecco che la realizzazione ha tutte le carte in regola per catturare l’attenzione non solo dei soliti fan Marvel, ma anche spettatori che solitamente sono lontani da questi lidi. Scopriamo insieme, con qualche SPOILER, quali sono i 5 motivi per vedere il prodotto ideato da Jeremy Slater (The Lazarus Effect, The Umbrella Academy) e diretto da Beau DeMayo (The Witcher, The Originals).
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1. Moon Knight: Oscar Isaac ed Ethan Hawke
Abbiamo già accennato al fatto che Moon Knight ha un cast degno di nota e nonostante i comprimari coinvolti hanno parecchio carattere (una menzione speciale va alla voce di Khonshu, F. Murray Abraham), quelli che spiccano sono protagonista e antagonista. Oscar Isaac, che recentemente ha fatto incetta di partecipazione straordinarie sul grande (Dune, Il collezionista di carte) e piccolo schermo (Scene da un matrimonio), finalmente debutta nel Marvel Cinematic Universe e lo fa con una classe e un talento smisurati.
Solo un grande attore come lui è in grado di interpretare personalità distinte in modo superlativo, senza risultare forzato o macchiettistico. Un personaggio, quindi, che sembra perfettamente tarato per il divo che è palese abbia scelto questo progetto con molta cura. Ethan Hawke, invece, che presta il volto al terrificante e mellifluo Arthur Harrow, sembra aver dipinto, già nei primi episodi, un villain straordinario e genuinamente carismatico. Un cattivo dal particolare potenziale che difficilmente ci dimenticheremo.
2. Moon Knight: mitologia e supereroi
Se è vero che con Thor (2011) di Kenneth Branagh abbiamo sentito parlare di mitologia nel Marvel Cinematic Universe fin da subito, è altrettanto vero che, pantheon norreno a parte, non abbiamo mai avuto la possibilità di esplorare altre divinità. Con Moon Knight (probabilmente in preparazione di Thor: Love and Thunder dove apparirà Zeus) iniziamo a conoscere gli dei egiziani secondo i Marvel Studios e vi preannunciamo che il risultato è affascinante oltre che riuscito.
Nelle puntate iniziali abbiamo modo di conoscere moltissimo del background della serie, non solo scoprendo le prime divinità con le quali interagiremo nel corso dell’opera, ma anche rintracciando aspetti più legati alla religione e alla spiritualità, che hanno una funzione importantissima nell’economia della storia. Un’ottima occasione, quindi, di rispolverare antichi manuali di mitologia egizia e rivedersi qualche film sull’argomento, così da lasciarsi trascinare dal vento del deserto e dal fascino del potere soprannaturale.
3. Moon Knight: Un’efficace commistione di generi
A cominciare da WandaVision, che rappresenta il nuovo corso seriale dell’MCU, ci siamo resi conto che ai Marvel Studios piace ibridare generi e anche Moon Knight non fa eccezione. Se però gli altri show di riferimento avevano un lato supereroistico che in qualche modo aveva la meglio sulla sperimentazione, nel caso della serie con Oscar Isaac, sembra che il tutto verta più sull’innovazione.
Gli episodi iniziali, seppur toccati dall’universo de La Casa delle Idee, sono permeati, in egual misura, di fascinazioni investigative, mistery, thriller ed horror, riuscendo da una parte a tenere alta l’attenzione degli fruitori che vogliono assolutamente saperne di più, dall’altra proponendo intelligentemente un prodotto che può incontrare non solo i gusti dei fan sfegatati di supereroi, ma anche gli spettatori occasionali che hanno voglia di avvicinarsi a questo mondo in punta di piedi.
4. Moon Knight: un tassello indipendente del Marvel Cinematic Universe
Il discorso del paragrafo precedente deve essere letto anche nell’ottica Marvel Cinematic Universe e, proprio in virtù delle nostre riflessioni sul contenuto vario e ben ibridato, possiamo arrivare alla conclusione che per ora c’è poco del piano progettuale di Kevin Feige e non perché non ne faccia effettivamente parte, ma perché si tratta di una costola indipendente rispetto al solito.
Non a caso sia Oscar Isaac che Ethan Hawke hanno ribadito più volte di aver scelto il progetto perché diverso dagli altri e questa caratteristica è potenzialmente l’elemento più rischioso, ma anche più ambizioso dello show. Riuscendo a calibrare bene il rapporto con l’MCU (senza dover per forza strizzare forzatamente l’occhiolino agli appassionati), Moon Knight può effettivamente rappresentare un unicum seriale di Marvel Studios: solo WandaVision, ad ora, è forse riuscita in parte ad emanciparsi dalla casa madre e avventurarsi oltre il solito linguaggio fumettistico della company.
5. Moon Knight: Il lato oscuro di un eroe
Lo show ruota intorno ad un eroe fragile e problematico, in lotta per prima cosa con sé stesso e poi, successivamente, con il capo pericoloso di una setta. Nel corso di questi anni di supereroi abbiamo avuto modo di conoscere la profondità di alcuni personaggi, ma mai analizzato a dovere cosa hanno dentro, perlomeno non dal punto di vista psicologico. Moon Knight è l’occasione per cambiare le cose e, ancora una volta, rappresentare un modello esclusivo da tenere in considerazione anche in futuro.
Ce ne accorgiamo, all’interno della serie, perché anche se la tematica supereroistica è parte della storia, quello che incuriosisce di più dell’opera è lo sviluppo del protagonista e la sua caratterizzazione sempre in perenne evoluzione, in bilico, come la bilancia della Psicostasia egizia, tra bene e male, oscurità e luce. L’esistenza tragica e disfunzionale di un personaggio continua ad essere il perno fondamentale che caratterizza la riuscita di tanti titoli cinematografici e seriali.