Per Elisa – Il Caso Claps: la terrificante storia vera alla base della serie TV Rai
I fatti di cronaca dietro alla miniserie in onda questa sera su Rai Uno con gli ultimi due episodi.
Rai Uno trasmetterà fra poche ore la terza e ultima serata della miniserie Per Elisa – Il caso Claps, ripercorrente la storia vera della sedicenne. Tratto dal libro Blood on the Altar di Tobias Jones, pubblicato nel 2012, porta la firma alla regia di Marco Pontecorvo, e vede come protagonisti Rosa Diletta Rossi e Gianmarco Saurino. In un intrigo internazionale, avente come vittima anche una donna inglese, i fatti si sviluppano in un ventennio, fino alla condanna di Danilo Restivo. Ripercorriamoli.
La storia vera di Per Elisa – Il caso Claps
Per Elisa – Il caso Claps narra le tristi vicende di Elisa Claps, scomparsa il 12 settembre 1993 all’età di 16 anni. Era una domenica e, come al solito, aveva partecipato alla messa solenne. Al fratello Gildo aveva detto che sarebbe rientrata entro l’ora di pranzo. Tuttavia, non appena ne venne al corrente, la mamma si preoccupò. Essendo una ragazza seria e rigorosa, dedita allo studio (frequentava il terzo anno di liceo classico a Potenza), un comportamento del genere risultava parecchio insolito.
Di conseguenza, la madre pensò subito al peggio. Dopo aver appreso che si era data appuntamento con Danilo Restivo, iniziò a sospettare un suo coinvolgimento. I dubbi crebbero qualche ora più tardi di quella stessa giornata, quando Restivo si recò al Pronto Soccorso per farsi medicare un taglio alla mano. Il ventunenne aveva i vestiti ricoperti di sangue, che le autorità, tuttavia, non controllarono mai. Dopodiché fece perdere le proprie tracce nei giorni successivi, con la scusa di dover sostenere un esame universitario a Napoli.
Il punto di svolta delle indagini, raccontate in Per Elisa – Il Caso Claps, arrivò ben diciassette anni più tardi. Quando, il 17 marzo 2010, degli operai ritrovarono casualmente il corpo della ragazza nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Col rinvenimento furono messe a tacere tutte le illazioni circa un suo allontanamento volontario, alla quale i famigliari non credettero mai.
Con tutte le forze, la mamma aveva accusato apertamente Danilo Restivo di aver ucciso la figlia. Alla tesi della donna si oppose sempre la Repubblica di Potenza, incaricata di seguire il caso. Dell’accaduto era al corrente l’ex parroco, Don Mimì, deceduto due anni prima. Messo alle strette, il viceparroco ammise di aver visto il cadavere, mantenendolo nascosto ai superiori.
Il nome di Danilo Restivo salì nuovamente alle cronache il successivo 19 maggio. Nel frattempo, trasferitosi in Inghilterra, fu fermato dalle Forze dell’Ordine, imputato dell’omicidio della sarta Heather Barnett, sua vicina di casa, madre single di due adolescenti.
L’autopsia stabilì che Elisa Claps era stata assassinata con 13 colpi di arma da taglio. Inoltre, sulla maglietta furono recuperato le tracce del DNA e alcune ciocche dei capelli. Che lui di solito tagliava alle ragazze per cui perdeva la testa, oltre a tempestarle di telefonate. Una volta sentitosi rifiutato, tirava fuori il lato aggressivo.
Portato in tribunale, Danilo Restivo accumulò 70 anni di pena, tra i 40 in Gran Bretagna e i 30 in Italia. In aggiunta, ricevette la perpetua interdizione dai pubblici uffici e alla libertà vigilata per tre anni a seguito del rilascio. All’appello la Corte di Cassazione rispose confermando la condanna perché ritenuto “pienamente capace di intendere e volere”. Nel 2022 la famiglia contesta la riapertura al culto della chiesa della Santissima Trinità, poiché tanti silenzi e omissioni sarebbero ancora da chiarire.
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