Speechless: cosa aspettarsi dalla seconda stagione della serie tv

Tornano su FOX le vicende della famiglia Di Meo nella seconda stagione di Speechless. Cosa sappiamo sulla nuova stagione in arrivo?

Torna su Fox dal 25 maggio Speechless, la serie made in Usa ideata da Scott Silveri, lo stesso nome dietro le quinte di Friends, Joey e Go on: uno che, insomma, ha dimostrato di saper sfruttare un progetto in ogni sua declinazione una volta affermato. Non sorprende quindi che la sitcom sia già stata rinnovata per una terza stagione, attesa per la prossima primavera.

Speechless

Il cast di Speechless in una scena della serie

In attesa delle future evoluzioni della serie, è in onda in questi giorni la seconda stagione delle avventure della famiglia Di Meo. Continua la tradizione para-balbuziente della scelta dei titoli delle puntate e il problema di JJ diventa sempre più presente nelle riflessioni dei genitori, soprattutto a inizio stagione. Già nella prima puntata, con il figlio ancora fuori casa, il resto della famiglia decide di mettersi alla prova e a smarcarsi dalla dimensione di vittime della condizione di JJ. Come prima azione cercano di riappropriarsi dei loro spazi e di adattare comportamenti comuni come pulire casa e presentarsi a lavoro in orario, anche se, purtroppo, si ricalca uno stilema di divisione dei compiti tra uomo e donna non troppo progressista. Il fulcro delle riflessioni dei protagonisti e di fatto della serie intera è JJ e tutto ciò che lo circonda. Mentre infatti le dinamiche sociali e familiari non offrirebbero di per sé particolari elementi di originalità, intorno alla gestione di JJ si distinguono anche all’interno della serie stessa, per delicatezza dei temi trattati. Basti pensare all’episodio in cui i genitori affrontano con Ray l’insidioso discorso sul sesso: subito dopo la chiacchierata con il figlio cervellone, diventa lampante la loro mancanza nei confronti di JJ, a cui non hanno mai accennato all’argomento. Il tema è vasto e molto insidioso; questo lo porta a spiccare nella progressione altrimenti piuttosto lineare della narrazione di Speechless. Maya si mette in dubbio come madre di fronte a un’evidente differenza di considerazione dei figli, che porta inevitabilmente a una crisi di ruoli tutta interna alla madre di famiglia. JJ, dal canto suo, reagisce agli stimoli dei genitori dimostrando una maturità e una personalità formata che gli adulti non si aspettano, mettendo ancora di più in difficoltà, se possibile, Maya e Jimmy. A questo figlio sono affidate anche le ambizioni più artistiche della famiglia, decisamente inclinate verso il mondo del cinema, come dimostrato in più di un’occasione.

Speechless affronta temi insidiosi con coraggio e tenerezza.

La lotta di JJ per emanciparsi e definirsi finalmente come adulto, soprattutto in vista del suo diciottesimo compleanno, si scontra con le dinamiche sociali e istituzionali che, volente o nolente, gravitano intorno a lui e che vedono la condizione del ragazzo come una lacuna insormontabile per una vera affermazione di sé. Speechless persevera in questa seconda stagione sulla stessa linea della prima annata, senza osare troppo o rivoluzionare in maniera sostanziale la serie ma offrendo comunque spunti interessanti e maturi per riflettere, insieme a una delicata ironia che al di là di tutto non stanca e mantiene accesa la fidelizzazione degli spettatori. Le interpretazioni del cast si confermano all’altezza della situazione, regalando momenti di tenera comicità quasi infantile ma altrettanto irresistibile. Soprattutto nei casi di Minnie Driver, John Ross Bowie e Micah Fowler, che prestano il volto rispettivamente a mamma e papà Di Meo e al figlio malato, le performance degli attori offrono una rappresentazione realistica dei dubbi e delle difficoltà che sono intrinseche al ruolo di genitori o figli, soprattutto se si è coinvolti in problematiche che risultano molto complicate da far coesistere alle proprie ambizioni e inclinazioni.