Stranger Things 4 – Parte 1: analisi e spiegazione dello sconvolgente finale
La quarta stagione di Stranger Things è carica di avvenimenti, rivelazioni e plot twist. Analizziamoli insieme
Running Up That Hill è di nuovo in vetta alle classifiche e le vendite di Dungeons & Dragons in aumento. La febbre degli anni ’80 impazza in questa estate 2022, Stranger Things è tornato. La punta di diamante di Netflix è sbarcata sulla piattaforma con la prima parte della quarta stagione. La serie creata dai fratelli Duffer è diventata un cult in pochi anni, incrociando le atmosfere sci-fi di Steven Spielberg all’horror classico. Ragazzini nerd, mostri, complotti internazionali e laboratori segreti. La formula vincente degli anni ’80 riportata in auge con sapiente maestria. I protagonisti sono cresciuti – la prima stagione usciva ormai ben sette anni fa – e la storia di conseguenza. I problemi, ora, sono quelli di adolescenti e adulti. Anche il villain di questa stagione si configura come molto più complesso e maturo dei precedenti.
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I Duffer alzano l’asticella produttiva con episodi della durata di un’ora ognuno, in cui la componente visiva e musicale la fa da padrone. La quarta stagione di Stranger Things era molto attesa dai fan, soprattutto dopo la pausa di tre anni. L’attesa è stata però ripagata da una storia coinvolgente e molto più dark. Non tutto è perfetto, alcune storyline funzionano meglio di altre e molte scelte narrative sembrano ripetere gli avvenimenti delle stagioni scorse. Tuttavia, nel complesso la stagione sembra funzionare ugualmente, regalandoci momenti davvero interessanti. Un esempio è la sequenza riguardante Max oppure il finale del settimo episodio. Insomma, sono molti gli avvenimenti da prendere in considerazione. Di seguito affronteremo i più salienti, e per farlo, ovviamente, incapperemo in diversi spoiler.
Stranger Things 4 e il passato di Vecna e Eleven
I fratelli Duffer con la quarta stagione optano per un ritorno alle origini della serie, andando ad ampliarne una mitologia interna già fortemente consolidata. I retroscena sul Sottosopra, i mostri che lo abitano e i collegamenti che questi intesse con la cittadina di Hawkins verranno ampliamente svelati nel corso della storia, soprattutto nel finale. Ed è per questo che partiremo proprio da questo punto, per poi viaggiare a ritroso. Il settimo episodio, intitolato Il massacro al laboratorio di Hawkins, svela infatti le origini del villain, Vecna. Questi non è altri che numero 1, il primo ragazzo dotato di poteri telecinetici e psichici che il dottor Martin Brenner ha preso sotto la “propria ala”. Scopriamo infatti che tutti i bambini nati dopo sono stati il frutto degli esperimenti dello scienziato, che ha cercato di replicare le qualità di numero 1. Tutto ciò lo osserviamo grazie ai ricordi di Eleven, sottoposta agli esperimenti di un redivivo Brenner nel tentativo di farle recuperare i propri poteri, persi nello scontro con il Mind Flayer alla fine della terza stagione.
Numero 1 è Vecna, ma come arriva a trasformarsi nel mostro che abbiamo conosciuto a inizio stagione? Ce lo racconta lui stesso attraverso i ricordi di Eleven, soppressi nei meandri della sua mente; un po’ come l’Horcrux di Tom Riddle in Harry Potter e la camera dei segreti. Le sue origini sono strettamente legate al passato di Victor Creel, l’omicida ritenuto responsabile della morte della propria famiglia e intervistato da Nancy e Robin. Se inizialmente pensavamo che Vecna avesse preso possesso di Creel, ed esistesse nel Sottosopra ben prima del massacro, ci sbagliavamo. Numero 1 è infatti il figlio di Creel, ritenuto morto dopo l’accaduto. Ma andiamo con ordine.
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Sempre secondo il racconto di Numero 1, lui e la sua famiglia si trasferirono ad Hawkins quando era poco più che un ragazzino. All’interno della casa iniziò a sperimentare i propri poteri, isolandosi dal mondo e fomentando una mente omicida in contrasto con la società moderna, ritenuta corrotta dagli esseri umani. Non volendo farne parte, il giovane uccide la propria famiglia, ma non ha ancora il pieno controllo delle proprie capacità e lascia libero il padre, Victor Creel. Finito in coma, viene raggiunto dal Dottor Brenner che, presumibilmente, ne finge la morte e lo porta al laboratorio. Qui ne testerà le capacità, ma il ragazzo è fin troppo instabile, e così ne verranno soppressi i poteri. Arriviamo ora al passato della piccola Eleven e alla sua conoscenza di Numero 1, di cui fino alla fine non spevamo il background. Egli viene spacciato per uno degli operatori del labotorio, l’unico con il quale Eleven riesce a instaurare un rapporto. Per quanto veramente empatico nei confronti della piccola, il giovane interpretato da Jamie Campbell Bower aveva in realtà in mente di farsi liberare dal chip inibitore da Eleven. Sciolto dal vincolo del proprio fardello, Peter Ballard/Numero 1, sfoga la propria rabbia sui dipendenti del laboratorio e sugli altri ragazzi dotati di poteri uccidendoli.
La nascita di un villain e le domande sul Sottosopra
Il settimo episodio di Stranger Things si chiude con lo scontro tra Eleven e il futuro Vecna. Quest’ultimo sembra avere la meglio sulla piccola, ma verrà infine sopraffatto dalla forza della nostra eroina e cacciato in un’altra dimensione. Ed è qui che le cose si fanno davvero interessanti. Eleven apre un portale per un mondo altro, ma non è il sottosopra che abbiamo che abbiamo imparato a conoscere. Ci troviamo in una sorta di limbo caotico, vulcanico ed esplosivo. Uno spazio a metà la cui tossicità corrode il corpo di Ballard un po’ come quello di Anakin Skywalker alla fine di Star Wars: La vendetta de Sith. Ogni villain ha la propria origine, e questa è quella del futuro Vecna. Ciò che non sappiamo è se la dimensione in cui viene bandito è lo stesso Sottosopra agli albori, o un altro piano dimensionale a metà con il nostro.
Inoltre, non assistiamo al suo arrivo nel mondo al contrario, men che meno alla sua totale trasformazione nel mostro che è ora. Da qui in poi possiamo solo fare supposizioni, e la prima è che il sottosopra sia una copia corrotta di Hawkins in quanto frutto della mente di Ballard/Vecna. Un modo tutto suo di dare forma al mondo che ha sempre voluto, svincolato dalle routine umane. Un’altra ipotesi è che l’uomo sia stato accolto dal Mind Flayer, da cui ha appreso la conoscenza di questa dimensione, ma è altrettanto possibile il contrario. Ossia che, in quel brodo primordiale visto nel finale, Ballard abbiamo plasmato le menti delle creature che lo abitavano. Non sappiamo ancora cosa i fratelli Duffer abbiano in serbo per noi, sappiamo solo che non dovremo attendere molto la seconda parte, in quanto in uscita il 1 luglio. La quarta stagione di Stranger Things ci illude di aver visto il piano completo, ma in realtà stiamo ancora guardando dalla fessura della porta.
Abbiamo parlato di un ritorno alle origini, e così è stato. La quarta stagione di Stranger Things dà forma alla genesi del progetto che ha dato vita a Eleven. La sua nascita è simile alle origini di Captain America nei fumetti Marvel. Il siero del super soldato è nato infatti per replicare le qualità di un personaggio molto più anziano, Wolverine. Mantenendo tale confronto, Vecna è il nostro Wolverine e Eleven è Captain America. Eppure, la storyline di Vecna non è l’unico tassello lasciato in sospeso. In Russia, rimane aperta la questione del Demogorgone e delle altre creature mostrate nel teaser trailer degli ultimi due episodi.
Le immagini del teaser trailer della seconda parte
Hopper, Joyce e Murray riescono a liberarsi dalle grinfie delle guardie carcerarie russie, ritrovandosi in un luogo che sembra cela molto altro. Il teaser trailer mostra infatti una creatura di nero fumo muoversi animosamente all’interno di una gabbia. L’aspetto ricorda molto quello del Mind Flayer nella seconda stagione di Stranger Things; che non sia una parte del mostro esorcizzata dal piccolo Will? È molto probabile, vista la chiusura dei vari passaggi per il Sottosopra nelle varie stagioni. Oppure, si potrebbe trattare di un’altra creatura proveniente dal mondo distorto, molto simile al Mind Flayer ma differente. Potremmo stare ore a macinare supposizioni, ma soltanto la parte 2 potrà lenire i nostri dubbi. Nel frattempo possiamo comunque analizzare una quarta stagione davvero carica di avvenimenti.
Stranger Things opta per numero davvero alto di Storyline, ma dove a spiccare rimane comunque quella ambientata ad Hawkins; squadra che vince non si cambia. Eppure, ci ritroviamo a dover sottolineare alcune stonature, come il triangolo amoroso composto da Nancy, Steve e Jonathan. Dopo aver lasciato tale percorso nella seconda stagione, riteniamo discretamente ripetitivo riproporre tale dubbio d’amore. Viceversa, riteniamo interessante l’evoluzione dei membri più giovani del cast, partendo da un Lucas più presente e alla ricerca di qualcosa di diverso dalla vita da nerd. Sullo stesso treno viaggia il percorso di Max, vera scoperta della quarta stagione. Alla giovane viene riservata la miglior scena di questa annata. Il confronto con Vecna in un Sottosopra rosso come il sangue, scandagliato da fulmini celesti e orologi volanti è davvero emozionante. A giocare a favore della sequenza troviamo anche una scelta musicale azzeccata.
Stranger Things: la formula rodata dei fratelli Duffer
Le new entry della quarta stagione, inoltre, aggiungono una ventata d’aria fresca. L’Eddie Munson interpretato da Joseph Quinn è la ciliegina sulla torta. Il suo personaggio è in grado di conquistarci fin dalle prime battute, dal quel grido spaventato nel primo episodio fino al finale di stagione. Come dicevamo, a stonare sul tutto troviamo la storyline di Hopper, Joyce e Murray, fin troppo lunga e apparentemente scollegata dal resto. Gli ultimi due episodi, presumiamo, vedranno la reunion della cricca, con una Eleven più potente di prima.
La scrittura dei Duffer fa compiere all’eroina interpretata da Millie Bobby Brown un’evoluzione contorta, che passa dal dubbio di essere un mostro. All’inizio degli esperimenti di Brenner, la ragazza si convincente di essere un’assassina. Cosa comprovata dalla sua reazione alla Carrie – Lo sguardo di Satana nella pista di pattinaggio. Ma non tutto è come sembra. La rivelazione di Vecna darà a Eleven una nuova consapevolezza, quella di non essere il mostro che molti l’hanno ritenuta essere. Ancora una volta Stranger Things ci parla, ovviamente in chiave metaforica, dei problemi adolescenziali e di quei castelli mentali che a quell’età il nostro cervello costruisce.
In molti ci chiedevamo cosa potesse raccontare una serie come Stranger Things dopo la prima stagione, e ogni volta i nostri dubbi venivano smontati da storie sempre fresche e interessanti. Non sempre tutto è filato liscio, ma nel complesso la creatura dei fratelli Duffer ha sempre dimostrato la propria forza. La serie è puro intrattenimento, una giostra di colori, musiche e jump scared. Quella dei due showrunner è una formula difficilmente ripetibile, in molti ci hanno provato ma con scarso successo. Stranger Things non è di certo un masterpiece televisivo, ma nel suo genere rimane comunque un prodotto magnetico. Lo dimostra la grande attesa da parte dei fan, anche a distanza di molti anni, e soprattutto l’accoglienza riservata alla quarta stagione. Purtroppo, o per fortuna, questa sarà la penultima stagione, il preludio al gran finale della serie. Diciamo per fortuna perché, come sappiamo, tirare per le lunghe una storia non si è sempre dimostrato funzionale alla qualità del prodotto. Attendiamo quindi con trepidazione la Parte 2, composta da due episodi dalla durata di due ore l’uno.