Strappare lungo i bordi: chi è Alice? La storia vera dietro la serie di Zerocalcare
Quanto c'è di vero nella storia raccontata in Strappare lungo i bordi, serie d'animazione Netflix scritta, diretta e interpretata da Zerocalcare.
Strappare lungo i bordi, seria animata creata, diretta e interpretata da Zerocalcare, nome d’arte, seppur inizialmente casuale, di Michele Rech, e disponibile su Netflix, è la nuova imperdibile serie nella top ten della piattaforma streaming. La trama riprende in parte, oltre all’inconfondibile stile Zero, la storia raccontata nel film La profezia dell’armadillo, presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia e dove Zerocalcare aveva il volto di Simone Liberati. In particolare Strappare lungo i bordi presenta, anche se in forme diverse, il doloroso viaggio che Zerocalcare, in compagnia di Sarah e Secco, compie attraverso l’Italia per affrontare un lutto tanto tragico quanto inspiegabile. Un viaggio compiuto immediatamente prima che Zerocalcare diventasse l’amato artista che si conosce oggi, prima che diventasse così popolare e universalmente la voce di una generazione.
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Nel quartiere romano di Rebibbia, Zerocalcare vive una quotidianità estremamente condivisibile, in particolare dalla generazione nata tra gli anni ’80 e ’90: Michele Rech è appunto classe 1983. Ma quei 10 anni sono stati solo il lento inizio di una situazione lavorativa, sociale e personale che si vive ancora oggi. Si tratta di precarietà, solitudine, insicurezza e inadeguatezza. Zerocalcare, come nel film del 2019, anche in Strappare lungo i bordi racconta tutto con sarcasmo e ironia, rappresentando il disagio dietro una battuta, lasciando un profondo senso di malinconia, ma anche di speranza. Zerocalcare è infatti se stesso dall’inizio alla fine, come in tutte le sue opere, con le sue ansie e paure, con quel senso di smarrimento e vuoto incolmabile dato da un mondo che ci ha lasciati soli di fronte a un futuro incerto e indefinito, perché appunto, strappare lungo i bordi, come in qualche modo ci viene insegnato da bambini, non basta.
Strappare lungo i bordi è una storia vera: la vita di Zerocalcare
Senza eccessiva disperazione né autocommiserazione Zerocalcare, in Strappare lungo i bordi, riesce a dire e rappresentare tutto ciò che migliaia di persone vivono oggi e hanno vissuto in passato. Tra decine di curricula mandati ogni giorno, l’iconico MSN, i possibili scenari di fronte a una scelta che sembra sempre la più importante della propria vita, sia quando lo è che quando è tutt’altro, Zerocalcare condivide esperienze vissute da bambino, da adolescente e da quasi 30enne, sullo sfondo di un viaggio che si esplicita solo negli ultimi 2 episodi, quando appunto si ride tra le lacrime. Sempre presente c’è l’immancabile Armadillo, coscienza personificata di Zero, che non è portatore di verità, ma più pragmatico e pratico, gli ricorda che sta per prendere un treno per un viaggio che non avrebbe mai voluto fare.
Chi è Alice?
A parte alcune differenze con il film La profezia dell’armadillo, che ne ha ancora altre con il fumetto, quanto c’è di vero in Strappare lungo i bordi? Tutto, si potrebbe dire, ma non sarebbe esatto. La serie è infatti ispirata a fatti vissuti realmente da Zerocalcare, che non riguardano solo l’esistenza universale di più di una generazione, ma anche alcuni eventi specifici. I personaggi utilizzati sono invece fittizi, ad esempio anche il cambiare nomi tra fumetti, film e serie televisiva, rappresenta un chiaro elemento che fa capire che, anche se la cornice e ciò che è successo è basato sulla realtà, non è andato tutto esattamente come lo si vede. La Camille dei fumetti e del film è qui Alice, il viaggio non è verso la Francia, ma verso Biella, e anche il personaggio di Sarah è completamente diverso da quello rappresentato nel film.
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Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con Bao Publishing, Strappare lungo i bordi, con un’animazione straordinaria, sempre sospesa tra forte realismo e momenti onirici, ha la particolarità, inoltre, di essere una serie interamente doppiata da Zerocalcare che dà voce a tutti gli altri personaggi, l’Armadillo a parte, doppiato da Valerio Mastandrea. Però con una variante finale, in cui i personaggi acquistano voce e forma, arricchendo l’esistenza di Zero di quegli elementi e quel modo di raccontare che la rendono tanto unica quanto universale.