The Bad Guy 2 è veramente bella! 5 motivi per cui ci ha convinti

The Bad Guy torna su Prime Video il 5 dicembre 2024 con l'attesa seconda stagione. Ecco i 5 motivi per cui la serie è un gioiello da seguire a tutti i costi.

La seconda stagione di The Bad Guy arriva su Prime Video il 5 dicembre 2024, due mesi dopo l’anteprima ad Alice nella Città e a circa due anni dall’exploit della prima stagione, salutata dal tripudio della critica e – tutto lascia intendere che sia andata così – dall’affetto di uno zoccolo duro di pubblico capace di cogliere con lucidità pregi e potenzialità di una serie che non ha niente – o poco – che le somigli. Non era scontato il rinnovo, per niente scontato, riflessione amara ma che fa i conti con la realtà. È l’audiovisivo di oggi: il mondo sottosopra governato dalla catena di montaggio della ripetitività, il tirannico algoritmo che spiana la strada a chi copia il compito del vicino e manda in punizione lo sconsiderato storyteller che si permette di interferire – sporcando un canovaccio impigrito dalla sciatteria e dalla banalità – pensando a qualcosa di diverso. The Bad Guy 2 è diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana. Creata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, è scritta da Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi.

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È la storia di Nino Scotellaro (Luigi Lo Cascio), magistrato antimafia e nemico giurato del boss Mariano Suro (Antonio Catania). Un giorno, Nino perde tutto: serenità, onorabilità, reputazione. Dato erroneamente per morto, cambia vita e identità, finge di essere il mafioso di mezza tacca Balduccio Remora e si mette al lavoro per farla pagare ai suoi nemici, all’insaputa di tutti. All’insaputa della moglie avvocato Luvi (Claudia Pandolfi) e della sorella Leonarda (Selene Caramazza), in forza ai carabinieri e che senza volerlo si mette a dargli la caccia. All’insaputa di Mariano Suro e di sua figlia Teresa (Giulia Maenza), con cui allaccia un rapporto strano e forte. The Bad Guy 2, dallo spalto provvisorio dei primi due episodi, rilancia e approfondisce il discorso ibrido – nei toni, nelle atmosfere – della prima stagione, mischiando con deliberata follia storia, realtà, spettacolo, dramma, umorismo. Non era facile confermarsi, ma è successo; se possibile, portando storia e personaggi a un livello più alto. Ecco i 5 motivi per cui The Bad Guy 2 ha assolutamente convinto noi di Cinematographe.it. E, speriamo, anche voi che leggerete.

1. Nel panorama della serialità italiana nessuno riesce a farlo come The Bad Guy – Stagione 2

The Bad Guy 2 cinematographe.it

Forse non solo nel panorama della serialità italiana. Scomodati, già dalla prima stagione, i riferimenti illustri che chiamano in causa, per affinità d’intreccio o di psicologia, la letteratura di serie A (Il Conte di Montecristo) o la Golden Age della Tv americana (Breaking Bad, e non è sbagliato vedere in Nino Scotellaro un fratello italiano di Walter White). Basta questo a confermare la nobiltà delle premesse e lo spessore dell’operazione ma va precisato che, se di somiglianze si tratta, sono superficiali. Nessuno riesce a farlo come The Bad Guy 2: mixare, con dosaggio sapiente e gusto per la provocatorio intelligente, crime story, aderenza alla realtà, commedia nera, inclinazione grottesca e nero, nero umorismo. Mafia e antimafia: è satira o deformazione spettacolare? Entrambe, con un rigoroso rispetto per la serietà dei contesti e delle dinamiche, senza oltraggiare la memoria ma, anzi, emozionando. The Bad Guy 2 non banalizza il discorso, non spettacolarizza la mafia per lucrare cinicamente su una tragica eredità condivisa. Piuttosto prova a mettere lo spettatore di fronte ai suoi demoni per scavare, scavare nell’oscurità dell’anima – individuale, pubblica – e ridere, con la massima serietà, dei risultati. Il genere e la Storia, la cronaca della realtà mafiosa e la fiction, giocano a nutrirsi reciprocamente. Il risultato è un intrattenimento intelligente che non ha paura di essere spettacolo.

2. Se la formula di The Bad Guy – Stagione 2 non cambia, il dosaggio degli ingredienti invece sì

The Bad Guy teaser e data d'uscita - Cinematographe.it

L’alchimia della serie nasce dall’intreccio di diversi ingredienti. Se ne può riassumere la formula isolandone i tre più importanti: crime, dramma, umorismo nero. L’equilibrio e l’efficacia spettacolare di The Bad Guy 2 dipendono dall’armonia degli elementi fondativi. I rapporti di forza però possono, anzi devono, cambiare con il tempo. The Bad Guy 2 è una serie crime, certo. Drammatica, sicuro. Grottesca e perversamente divertente, sì… ma non come prima. Per bocca di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, la naturale evoluzione di storia e personaggi chiedeva, senza tradire l’atmosfera e l’idea di fondo, un rimescolamento delle carte. E il rimescolamento è arrivato: intervenire sulla triade crimine, risate e dramma per enfatizzare il potenziale drammatico, oscuro, del racconto, senza perdere la voglia di divertire e divertirsi. The Bad Guy 2 è una stagione più violenta e oscura della prima, più affilata nei toni e più grottesca nella definizione delle psicologie. Senza tradirsi, procede ridefinendo i contorni della sua formula, offrendo allo spettatore suggestioni inedite accanto a una formula consolidata. La scelta è interessante e coraggiosa: rispondere al successo non impigrendosi sugli allori del plauso critico e dell’affetto del pubblico, ma diventando più cattivi e più arrabbiati.

3. The Bad Guy – Stagione 2 ha uno Stefano Accorsi in più

The Bad Guy Prime Video cinematographe.it

Non è l’unico volto nuovo, ma è quello che cattura l’attenzione. Stefano Accorsi certifica con il suo ingresso la qualità del percorso intrapreso da The Bad Guy nella prima stagione e, indirettamente, la posta in gioco della seconda. Importante è anche come entra nella storia. Il suo personaggio è il Maggiore Testanuda, silenzioso, enigmatico e ultracompetente agente dei servizi segreti dalle improbabili acconciature – servono, alla serie, a raccontare il passaggio del tempo – e custode di segreti di vitale importanza. L’attitudine puntigliosa, l’incedere ipnotico, l’autoironia della caratterizzazione e l’ossessione geometrica del Maggiore tradiscono la voglia di Stefano Accorsi di prendere in giro il “suo” personaggio cinematografico standard in favore di una caratterizzazione più divertita e anarchica.

Tutta questione di carisma; quello dell’attore bolognese, che sfida e bilancia l’appeal della coppia di protagonisti Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi e allude a una nuova direzione per la sua carriera, proprio mentre l’attitudine buffa e inquietante del Maggiore Testanuda conferma la capacità di The Bad Guy 2 di lavorare sul mix di generi e atmosfere con sorpendente sottigliezza.

4. The Bad Guy – Stagione 2 ruota ancora attorno a Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi

The Bad Guy cinematographe.it

Hitchcock sapeva che un thriller vale quanto il suo cattivo. Più riuscito è il cattivo, più riuscito è il film. Quindi? Cosa c’entra con The Bad Guy 2 e, in particolare, con la coppia di protagonisti Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi? C’entra e anche tanto. L’ironia della serie è l’apparente linearità e limpidezza di un titolo che contraddice la natura complessa e sfumata della storia. Mischiando generi e lavorando di fino sui toni, The Bad Guy 2 racconta la vita come un cocktail esplosivo di luce e ombra. La discesa agli inferi di Nino Scotellaro serve, paradossalmente, a complicare le cose. Le distinzioni nette tra giusto e sbagliato si fanno via via più opache, ambigue. Vale per l’alias criminale Balduccio Remora, che Nino usa per penetrare il sottobosco criminale traformandolo in un mafioso provetto…ma a fin di bene. E vale, anche, per i tanti segreti nascosti nel passato di sua moglie Luvi. The Bad Guy 2 riesce a far funzionare la relazione tra i personaggi lavorando sulla distanza – fisica e spirituale – che li separa e sulle differenze di caratterizzazione degli interpreti. Più sofferta, tagliente e disincantata la prova di Claudia Pandolfi, più su di giri e nervosa quella di Luigi Lo Cascio. Insieme buoni e cattivi, eroi e villain, mai in scena nello stesso momento, ma sempre armonizzati.

5. Le famiglie disfunzionali sono centrali nell’architettura di The Bad Guy – Stagione 2

Selene Caramazza - Cinematographe

La famiglia è la dimensione umana fondamentale. La presenza, l’assenza e il bisogno di famiglia strutturano i sogni e le aspirazioni di tutti. Non bisogna dunque stupirsi che tanta parte dello storytelling contemporaneo, al cinema o in ambito seriale, sia cronaca familiare. Talvolta se ne parla distrattamente, talvolta enfaticamente, qualche volta mancando il punto o affrontando questioni complesse con superficialità. Spesso, anche, nel modo giusto. The Bad Guy 2 mette la famiglia al centro della scena più anche che nella prima stagione. La famiglia, che qui è ovviamente caotica, disfunzionale, problematica e molto interessante dal punto di vista drammatico. Disfunzionale è il rapporto tra Nino/Balduccio e Leonarda (Selene Caramazza), fratello e sorella impegnati nella lotta alla mafia ma lei da servitrice dello stato e lui, da finto mafioso più vero del vero. Borderline è la linea di sangue che lega papà Mariano (Antonio Catania) e sua figlia Teresa Suro (Giulia Maenza). Parlando di famiglie al limite The Bad Guy 2 crea un diversivo efficace alla linea narrativa centrale – mafia vs. antimafia – e inserisce la crime story in un contesto emotivo in cui lo spettatore può ritrovarsi con facilità. Il sottotesto familiare è utile anche per dare spessore alle prove dei comprimari di lusso Giulia Maenza, Antonio Catania e Selene Caramazza, più centrali e decisivi rispetto alla prima stagione.