The Crown 5: la spiegazione dell’intenso finale di stagione
Il finale di stagione, come la regale serie TV ha insegnato al suo appassionato pubblico, è piena di simbolismi e di segnali che lasciano un presagio di future sventure!
La stagione 5 di The Crown si conclude con la stessa intensa metafora che l’ha contraddistinta dal suo primo episodio, attraversando come la nave preferita della Regina, Britannia, la narrazione di alcuni degli anni più complessi del Regno di Elisabetta II solo per approdare in un porto molto simile a quello da cui era partita. Disponibile su Netflix a partire dal 9 novembre 2022, la penultima stagione del serial britannico racconta gli anni ’40 della monarchia elisabettiana moderna in 10 episodi, introducendo i fan ai nuovi volti che li accompagneranno negli episodi della stagione 6.
Imelda Stauton viene definita come l’interprete definitiva della Regina, risultando nell’aspetto e nell’interpretazione anche la più credibile, mentre la giovane Elizabeth Debicki porta sullo schermo la migliore e assolutamente più somigliante versione di Lady Diana mai esistita. Il principe Carlo, nonostante le polemiche sollevate sul suo aspetto troppo gradevole, viene fuori come un personaggio gradevole e complesso grazie alla performance di Dominic West. Jonathan Pryce abbraccia appieno il suo ruolo di Duca di Edimburgo, dando nell’ultimo episodio particolare prova delle sue abilità interpretative.
Il simbolismo apre e chiude la stagione 5 di The Crown, mettendo a dura prova gli spettatori: cosa si vedrà in futuro, nell’ultima stagione, fin dove si spingerà la narrazione?
The Crown: la Regina d’Inghilterra e la monarchia colano a picco, come l’ormai obsoleta nave Britannia?
La stagione 5 di The Crown è iniziata con una carrellata di inquadrature molto belle sul volto e sul corpo della Regina Elisabetta durante una visita medica, appurando le sue condizioni di salute e anche il suo (aumentato) peso. Una alternanza di scene innesta dei flashback nel passato, quando il volto della sovrana era ancora giovane e somigliante a quello della bella Claire Foy (che ha interpretato Lilibeth nelle prime due stagioni): la connessione tra presente e passato è introdotta per contrasto, sottolineando l’entrata della Regina nella sua senilità.
La stagione si addentra in una metafora efferata nella sua eplicita chiarezza, paragonando la Regina e a sua monarchia alla nave da lei adorata, la Britannia. Il primo episodio e l’ultimo si raffrontano e connettono proprio grazie alla discussione sull’obsolescenza della corona, e dell’appendice galleggiante della sovrana. La monarchia ha vissuto il suo annus horribilis a causa del fallimento di tre matrimoni reali: il principe Andrea e Sarah Ferguson, la principessa Anna (Claudia Harrison) e Mark Phillips, insieme a Carlo e Diana. Lilibeth, costretta a piegarsi ai desideri dei figli, è forzata anche a dire addio a tutto ciò che conosceva della monarchia in quanto tale: una istituzione divina, disumanizzante, al pari della religione. Anche le divinità invecchiano, soprattutto quando sono incarnate da esseri umani, al pari di grandiosi ruderi metallici che hanno viaggiato per troppi mari: la metafora ed il messaggio della stagione 5 è certamente salda, efficace, messa in piena mostra nell’episodio finale, Dimesso.
Dimesso, così l’episodio finale di The Crown sancisce la fine dell’era degli ideali e lascia spazio alla modernità
Nell’episodio 1, La sindrome della Regina Vittoria, quando un sondaggio decreta la monarchia obsoleta e Carlo pronto a diventare il prossimo sovrano d’Inghilterra al posto della sua anziana madre, il Britannia prende il suo posto come personificazione della Regina Elisabetta II. L’hotel galleggiante viene definito da Elisabetta il suo luogo del cuore, la sua casa, l’unica sua vera impresa da sovrana del Regno Unito.
Quando il capo dei Tory e del governo britannico, il Primo Ministro John Major, non concede alla sovrana il restauro del natante con fondi del governo, la Regina sarà costretta ad accettare l’ineluttabile realtà: il Britannia sarà smantellato. La profezia si avvera nel finale, la cui scena di apertura copre un discorso della principessa del Galles sulla monarchia, auspicandone l’abolimento. Diana dichiara guerra alla famiglia reale durante tutto l’arco narrativo, finendo la stagione in totale solitudine, senza William ormai entrato nel collegio di Eton e senza il suo personale di corte. La moderna, triste principessa rappresenta la donna che si affaccia alla contemporaneità, concependo la fine del matrimonio come istituzione e divenendo l’esempio per la nuova femminilità. La donna degli anni ’90 e degli anni 2000, infatti, somiglierà molto di pù a Lady D. che alla Regina.
In un ultima, romantica crociera su Britannia con a bordo Lilibeth, il finale di stagione sancisce la fine dell’era degli ideali e l’inizio di un’epoca moderna in cui l’assoluto si sfalda in favore del relativo, dell’individualismo e della soggettività. L’impero si sfalda e ne nasce l’autodeterminazione, l’autodefinizione sfrenata e la concezionde del sé come essere dal diritto di consumare, avere, crescere, aumentare, possedere.
La sicurezza di una istutizione granitica come la corona si sfalda sotto il fallimento delle grandi idee del Novecento: la famiglia, la fedeltà, la chiesa, il Regno. L’ultimo giro di boa di Britania è l’inizio dell’epoca della perdita per la Regina e la sua famiglia. Fuori i Tory di John Major e dentro il governo liberale e progressista del futuro Primo Ministro Tony Blair (Bertie Carvel). E mentre l’episodio si concluce con la sovrana in cerca familiarità e conforto nella sua “casa preferita”, il futuro di Diana è predetto con segnali infausti provenienti dall’universo registico che gioca con l’attenzione del pubblico.
Il tragico destino di Lady Diana scritto nelle ultime immagini dell’episodio 10
Partendo dall’episodio 3 di The Crown, Mou Mou, tanti indizi sono sparpagliati qui e lì all’interno della narrazione per poter ricostruire la genersi dell’amicizia tra Mohamed Al-Fayed e la principessa Diana. Un legame da cui scaturirà la storia d’amore tra il figlio dell’imprenditore, Dodi, e Lady D. nel 1997. L’inizio della fatale unione non è ancora stato mostrato dalla serie Netflix, ma allusioni presenti nell’episodio finale (che si conclude a pochi mesi dal fatale evento) scrivono chiaramente le pericolose dinamiche che porteranno alla morte di entrambi nell’incidente stradale del 31 agosto 1997.
Diana, lasciata sola e abbandonata a se stessa, lontana dai suoi figli che sono spesso con la nonna ed il padre, si rivolge alla famiglia Al-Fayed per conforto e compagnia. Il ricco uomo d’affari la invita a bordo del proprio yacht per l’estate a Saint-Tropez, scatenando la catena di eventi inevitabili ai quali assisteremo negli episodi della stagione 6. Scena più emblematica degli ultimi 50 minuti della stagione è proprio l’inseguimento da parte dei paparazzi dopo il balletto a cui Diana assiste incontrando Al-Fayed: un monito ed un segnale dal prossimo futuro, un’allerta massima per la principessa e per il pubblico.