The New Pope: le frasi più belle della serie TV di Paolo Sorrentino
The New Pope di Paolo Sorrentino si è rivelata una delle serie migliori del panorama italiano, non solo per la regia, ma anche per l'ispirata sceneggiatura, ricca di dialoghi e frasi degne di nota. Le abbiamo raccolte per voi.
È terminata venerdì 7 febbraio 2020 l’avventura di The New Pope su Sky Atlantic, confermando al termine della nona puntata di essere non solo uno dei più ispirati lavori del regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, ma anche di essere uno dei prodotti seriali italiani migliori di sempre.
The New Pope: leggi la spiegazione della serie TV di Paolo Sorrentino
Una serie che sa di cinema, animata da una regia straordinaria, una colonna sonora divina, personaggi meravigliosi e da una sceneggiatura complessa, stratificata e ricca di contenuti e spunti di riflessione sulla religione, la natura umana e le esigenze dei tempi moderni. Delle tematiche sollevate già in The Young Pope e in questa serie sviscerate con una ironia intelligente e profonda, senza mai essere superficiale.
Noi di Cinematographe.it abbiamo passato in rassegna tutte e nove le puntate di The New Pope e le abbiamo raccolte qui per voi.
The New Pope: tutte le frasi, i dialoghi e le citazioni della serie TV di Paolo Sorrentino
The New Pope: le frasi del cardinal Voiello (Silvio Orlando)
Angelo Voiello: “Perfino quando prego mi sto tenendo informato.”
Il Segretario di Stato Angelo Voiello (Silvio Orlando) è uno dei personaggi più importanti della parabola sorrentiniana in Vaticano. Indispensabile in The Young Pope e ancora di più in questa seconda parte. Il personaggio attraverso il quale il regista interagisce con il pubblico e, di fatto, il protagonista indiscusso dietro tutte quante le scelte che prende la Chiesa e, in qualche modo, anche la bilancia degli umori dei vari Papi, dietro i quali lui si pone come consigliere. Una delle personalità più ricche e meglio descritte da Sorrentino in The New Pope. Scaltro e temuto, tanto è vero che il Cardinale Spalletta dice di lui: “Voiello è aiutato… dal Signore, Santo Padre. Ma quello che è difficile da capire è… chi è questo Signore?”
Voiello è altresì al centro dei sospetti di tutti:
Cardinale Aguirre: “Bé Voiello, più di un articolo finisce per insinuare, tra le righe ovviamente, che potrebbe esserci la tua mano dietro alla morte di Francesco II.”
Angelo Voiello: “Non posso biasimarli. Se fossi al loro posto anche io avrei sospetti su di me.”
E per questo sempre solo:
Sir John Brannox: “Voiello, lei sembra essere in minoranza, ma ciò non vuol dire che abbia torto.”
Angelo Voiello: “Sono stato in minoranza per tutta la mia vita. Appartengo ad una minoranza talmente esigua da essere l’unico a farne parte.”
Eppure indispensabile nel gestire ogni piccola e grande crisi a cui la Chiesa deve far fronte, come nel caso della protesta delle suore in Vaticano, con le quali Voiello tratta con grande maestria e severità.
Angelo Voiello: “Faccia attenzione, suor Lisette: i vostri diritti sono una cosa, i riti della nostra Chiesa sono un’altra. I primi sono negoziabili perché appartengono all’uomo, ma i secondi non lo sono perché appartengono a Dio.”
Pur non disdegnando la solita, intelligente e delicata ironia.
Sir John Brannox: “Non sia troppo duro con loro.”
Angelo Voiello: “Il giusto, affinché anche loro non siano troppo dure con me.”
E la malinconica brillantezza nella vittoria.
Angelo Voiello: “Sapete qual è la cosa più brutta a proposito di queste eterne battaglie per i diritti? Che poi non resta mai spazio per la poesia.”
Voiello però è anche un uomo sensibile, schiacciato in qualche modo dal potere che rappresenta, condannandolo ai continui interrogativi e alla solitudine che ne deriva.
Angelo Voiello: “Io sono sempre nervoso, non sono un uomo scialbo.”
L’unico suo amico e confidente è Girolamo, il ragazzo disabile che assiste da anni.
Angelo Voiello: “Il potere e il peccato mortale sono la stessa cosa, Girolamo. Io l’ho sempre saputo. Gli altri arrivano freschi freschi e si illudono di poter scindere questo legame indissolubile. E’ un legame che ha stabilito Dio, senza dirlo a nessuno. Quanti ne ho visti che ci hanno provato! Sono passati tutti di moda, solo io non passo mai, come le barrette Kinder.”
Voiello ha una sola e unica grande debolezza.
Angelo Voiello: “Non ho una grande familiarità con le dipendenze, a parte il Napoli.”
The New Pope: l’elezione del nuovo Papa e i pensieri dei Cardinali
Papa Pio XIII (Jude Law) è in coma da diversi mesi ormai e Voiello (chi sennò?) è chiamato a gestire questa delicata situazione. Decide quindi di convocare il Conclave per eleggere un nuovo Papa su invito dell’ambasciatore presso la Santa Sede, l’enigmatico Bauer.
Bauer: “Hai un Papa che non è più amato, ma idolatrato. Dopo tre tentativi di trapianti di cuore falliti è ancora in coma, non puoi smontare l’idolatria nei suoi confronti e tu sai fin troppo bene quanto può essere pericolosa l’idolatria. L’idolatria è l’anticamera della guerra.”
Angelo Voiello: “Pio XII è il nostro Papa. Non hai neanche un filo di pietà o carità cristiana?”
Bauer: “Non so cosa siano. Di fatto sono pagato per non averle.”
Angelo Voiello: “Pensavo fossi anche pagato per non commuoverti mai.”
Bauer: “Vero. Infatti mi commuovo solo nel tempo libero.”
Il compito risulta molto gravoso anche per le spalle larghe di Voiello, il quale, attaccato dalla stampa di voler passare sopra Pio XIII, si sfoga con Girolamo.
Angelo Voiello: “Sentito Girolamo? Ce l’aveva con me. Ma che ne sa quella ragazza del mio lavoro e del suo significato. C’è chi si serve di Dio nella contemplazione e chi lo serve contemplando le proprie azioni. Io sono quello. Mi ha sempre visto come un uomo delle fogne. Non comprenderà mai che c’è bisogno anche dei topi come me per preparare il terreno fertile della santità.”
Dopo giorni di riflessione, Voiello decide di prendere in mano la situazione e, durante una riunione con i cardinali, decide di proporsi egli stesso come nuovo Papa.
Angelo Voiello: “Io non mi fido dei sacerdoti eccezionali. Sotto la tonaca nascondo degli uomini comuni.”
Con scarsi risultati.
Cardinale Aguirre: “Sai Voiello che non ti capisco quasi mai?”
Angelo Voiello: “Io provo una grande tenerezza per te, Aguirre. Ti prego, non smettere mai di non capirmi.”
Straordinario il racconto delle votazioni durante il Conclave, durante il quale Sorrentino decide di raccogliere una a una le preghiere dei diversi cardinali, nelle quali essi esprimono i loro desideri, le loro fragilità e le proprie paure, proiettandoci dentro la dimensione umana degli uomini di Chiesa e al difficile ruolo che attende l’uomo chiamato ad essere il prossimo Papa.
Cardinale(1): “Vorrei un Papa che permetta ai preti di sposarsi. Vorrei che celebrasse le mie nozze con Luisa. Sono sicuro che gli piacerebbe, a chi non piace una donna baciata dalla grazia e dal calore umano? Vorrei uscire dalla clandestinità. Una condizione che ha fatto di me un uomo squallido, miserabile e ansioso.”
Cardinale(2): “Vorrei un Papa come me. Vorrei un Papa che provasse tenerezza per gli omosessuali. Che sorridesse con affetto e dicesse “L’omossessualità? Fate come desiderate, fratelli, ho altre cose a cui pensare.”
Cardinale(3): “Vorrei un Papa con le braccia spalancate, che quando dice “Vogliamoci bene gli uni con gli altri”, lo dice proprio a tutti.”
Cardinale(4) : “Vorrei un Papa che credesse un po’ meno in Dio e un po’ più in me perché vorrei un Papa che credesse al diritto di essere presuntuosi.”
Cardinale(5): “Vorrei un Papa che somigliasse a mio padre, che non ho mai conosciuto.”
Gutierrez: “Vorrei che il nuovo Papa mi indicasse il mio posto nel mondo, che mi inchiodasse con gli stessi chiodi che usarono per la croce di Cristo.”
Cardinale(6) “Vorrei un Papa senza pietà, un Papa che cacciasse i liberali, i pedofili, gli omosessuali, gli approfittatori e gli infedeli. Un Papa che dicesse “Basta, ora ci occuperemo solo di due cose: di Dio e della povertà.” Per me, Santo Padre, sono la stessa cosa.”
Cardinale(7) “Vorrei un Papa che mi ponesse una mano sulla testa e mi dicesse “Ti perdono per tutto ciò che hai commesso a quelle anime innocenti, ricominciamo da capo insieme. Io ti sarò vicino senza chiederti quando e perché hai sbagliato.”
Cardinale(8) “Vorrei un Papa che salvasse tutti i bambini che abbiamo distrutto, tormentato, abbandonato. Un Papa che mi mandasse dritto all’inferno. Perché, Santo Padre, io non ce la faccio più-“
Angelo Voiello: “Vorrei che il Papa fossi io perché solo io sono in grado di capirvi.”
The New Pope: sir Brannox (John Malkovich)
Sharon Stone: “Lei ha difetti, Santo Padre?”
Sir John Brannox: “Sono io, il mio difetto.”
Sir John Brannox (Malkovich) è uno dei protagonisti di The New Pope, essendo la persona individuata dai cardinali come il perfetto erede dei papati di Pio XIII e Francesco II. Egli ci viene presentato nella sua ricca villa fuori Londra, in cui vive da solo insieme ai due genitori e alla servitù. Un uomo mite e affascinante, nel cui vissuto si nascondo dolori indicibili che lo hanno reso fragile e delicato “come la porcellana.”
Il primo ad incontrarlo è Voiello e il dialogo che ne segue è straordinario.
Sir John Brannox: “E allora, eccoci davanti alla spaventosa incombenza di dover conversare.”
Angelo Voiello: “Purtroppo nessuno è stato ancora in grado di scoprire un modo migliore per fare la conoscenza di qualcuno.”
Sir John Brannox: “Sciocchezze, certo che si, per esempio l’amore a prima vista seguito da trasporto amoroso, selvaggio e silenzioso.”
Angelo Voiello: “Confesso che quello mi metterebbe un po’ a disagio.”
Sin dalle sue prime parole si capisce l’anima tormentata di sir John.
Sir John Brannox: “Per cosa piange?”
Angelo Voiello: “Film romantici americani e per gli amici che soffrono. E lei? Per cosa piange?”
Sir John Brannox: “Piango per l’inesauribile imperfezione del mondo.”
Angelo Voiello: “Non deve essere facile essere lei.”
E si intravedono i primi scorci delle cause a monte di tale tormento.
Sir John Brannox: “I miei genitori fanno solo quello che fanno tutti gli uomini, dare la colpa di ogni cosa agli altri. A pensarci, almeno noi cattolici diamo la colpa di ogni cosa a Dio.”
Angelo Voiello: “In realtà noi diamo a Dio tutto il merito.”
Sir John Brannox: “Non è la stessa cosa?”
I genitori di sir John saranno dei personaggi ingombranti per tutto il proseguo della serie, durante la quale il neopapa dimostrerà più volte quanto essi siano ancora legati a suo fratello gemello Adam, prematuramente scomparso. Tant’è che Voiello stesso, in un dialogo con il maggiordomo dei Brannox, dimostrerà la sua curiosità in merito dopo averli osservati pregare davanti alla tomba del figlio scomparso.
Angelo Voiello: “Sono stati entrambi seduti lì, su quelle sedie, senza muoversi, per un’ora e dieci minuti. Di che si tratta? Di una specie di processo di imbalsamazione?”
Danny: “No, è dolore insostenibile.”
La famiglia è il fardello di sir John, paralizzato in gioventù dalla paura.
Sir John Brannox: “Restando impalati distruggiamo quei preziosi scrigni di gioielli che sono le nostre famiglie.”
E oppresso ora, in tarda età, dal senso di colpa, dalla frustrazione e dal rancore che prova verso i suoi genitori, che lo hanno sempre odiato, anche dopo una vita in silenzio, al servizio prima loro e poi del ricordo del fratello.
Sir John Brannox: “Per tutta la vita mi sono dovuto completamente annullare nel patetico tentativo di alleviare la vostra sofferenza, senza alcun risultato! Sono diventato mio fratello nell’inutile speranza di portare un sorriso sui vostri volti, fosse anche solo per una volta, senza alcun risultato! Ma ora tutto ha un senso perché è servito a farmi diventare Papa! Io, non Adam! Io sarò Papa! Per questo continuerò a rinunciare a me stesso, proprio come ho fatto per voi tutti questi anni! Solo che ora lo farò per il bene di tutti i cattolici del mondo! E’ questo che l’amore significa per me: rinunciare a me stesso. Me l’avete insegnato voi, odiandomi ogni santo giorno. E dunque dopo aver messo la mia vita unicamente al servizio di mia madre, mio padre e mio fratello, ottenendo in cambio nient’altro che disprezzo, ora comincerò a vivere la mia vita al servizio della nostra Chiesta e del suo popolo, sperando di ricevere, almeno per una volta in vita mia, un grammo di affetto.”
Lo stesso sir John non riesce mai del tutto a superare la morte di Adam.
Sir John Brannox: “Adam non sono altro che vanità e menzogna le armature che indosso per occultare la verità. Io so soffrire solo per quelli che mi sono vicino. Quanto è vero, io soffro solo per te, Adam. Ho lasciato morire la nostra famiglia. Nient’altro mi interessa o riesce a toccarmi, tutto quanto mi disgusta. E’ per questo motivo che non piaccio a Dio.”
La natura complessa e contraddittoria di Brannox conduce la decisione se accettare o meno l’invito del Vaticano sui binari della riflessione esistenziale.
Sir John Brannox: “La crescita è la sola prova della vita, il cardinale Newman lo diceva sempre. Ma l’eterna domanda alla fine è “Io voglio crescere? Io voglio davvero vivere?”
E, si sa questo tipo di riflessioni portano ad un’oscillazione costante ed eccessivamente volubile. Di fatto si passa da un estremo all’altra nelle due seguenti citazioni:
Sir John Brannox: “Io posso essere Papa perché sono perfettamente in grado di sopportare la sofferenza. Gli altri non lo sono.”
Sir John Brannox: “Ho deciso di non scegliere perché è l’unica cosa in cui sono certo di eccellere.”
Sarà ancora una volta Voiello, dall’alto della sua intelligenza, a trovare la chiave giusta per convincere sir Brannox ad accettare di diventare il nuovo Papa. Il motivo per cui il Segretario di Stato arriva a tenerci così tanto a convincerlo rimane misterioso in un primo momento, anche se il modo in cui i due si salutano dopo il primo colloquio indica già una certa intesa.
Angelo Voiello: “Sir John, quando ci rivediamo io e lei?”
Sir John Brannox: “Una domanda che farebbe un innamorato, Eminenza.”
John e Sofia
Sir John Brannox: “Sta cercando di farmi apparire bello?”
Sofia Dubois: “Il trucco non serve ad abbellire. Serve a ricominciare.”
È il più classico dei colpi di fulmine quello battezza l’incontro da sir John e Sofia Dubois. Lui affascinato dalla bellezza e dalla grazia mozzafiato e lei dalla affascinante e spiazzante fragilità, ma entrambi sanno bene di non poter cavalcare il sentimento reciproco.
Sofia Dubois: “Credevo non rispondesse più.”
Sir John Brannox: “Volevo farle credere che a sua telefonata non fosse importante per me.”
Sofia Dubois: “Ah, e invece aspettava che la chiamassi?”
Sir John Brannox: “Da tutta la vita.”
La vicinanza tra i due si fa comunque più costante dopo l’elezione di sir John a nuovo Papa. Nei loro dialoghi l’uomo trova sollievo da un’esperienza che mal sopporta.
J “Dovevo restarmene a ciondolare a casa mia, visto che ora mi tocca ciondolare a casa degli altri.”
Ed è sempre in essi che egli rivela gran parte di sé e del rapporto con la religione.
Sir John Brannox: “La religione è una narrazione, una storia che viene raccontata, una storia di incredibile successo, visto che Dio è il protagonista più popolare di sempre.”
Incluso il motivo per cui decise di divenire un uomo di fede.
Sofia Dubois: “Cos’è che le interessa della narrazione religiosa?”
Sir John Brannox: “Credo sia l’indagine incessante sul mistero più grande di tutti: la natura dell’uomo.”
Il momento culmine del rapporto tra Sofia e sir Brannox arriva nel momento dell’autoesilio di quest’ultimo dopo aver mostrato al mondo la sua fragilità. Sarà infatti proprio la donna a cercare di convincerlo a tornare.
Sofia Dubois: “Tutti ci sentiamo ridicoli. Tutti siamo stati in imbarazzo. L’imbarazzo non ha come conseguenza l’abbandono, ma l’unione.”
Lì, nella tenuta sulle Alpi della famiglia Brannox, sir John si metterà a nudo, decidendo di non nascondere nulla a Sofia riguardo la propria sofferenza.
Sir John Brannox: “È così opprimente provare una profonda solitudine per tutta la vita.”
E le dichiarerà tutto il suo amore, anche se impossibile.
Sir John Brannox: “Il mondo soffre perché patisce le distorsioni dell’amore. Non avrei mai immaginato, prima di oggi, di far parte del mondo… Gli amori malati non si possono curare. Per questo ho bisogno di sentire il suo respiro sul mio volto. Una volta ancora. Proprio qui all’angolo della mia bocca. Dopo di che dovrò inevitabilmente allontanarla da me per sempre.”
The New Pope: la questione dell’amore
Sir John Brannox: “Noi abbiamo solo un problema fratelli, non ne conosco altri. E il problema è l’amore.”
The New Pope è una serie che parla dell’amore, analizzandone tutti quanti gli aspetti e mostrandolo nelle sue distorsioni ed estremizzazioni. Nel farlo si serve dei racconti dei suoi personaggi. Si va dalla storia romantica sopraccennata di Sofia e John al profondo legame che lega Voiello e Girolamo.
Angelo Voiello: “Girolamo è tutto quello che noi non siamo. Ed è per questo che noi oggi siamo qui per celebrarlo, perché non siamo come lui e perché vorremmo essere come lui.”
Ma la più significativa indagine che compie è quella dell’amore di Dio, mirabilmente raccontato dagli aspetti tragici dell’infanzia di Gutierrez.
Gutierrez: “Quando ero ragazzo un uomo abusò di me e mentre lo faceva diceva “Dio non esiste.” e io gli risposi, al posto di Dio “Anche se fosse vero che il Signore non esiste, abbiamo un disperato bisogno di credere che ci sia.”
E dalle sue scoperte dopo averli superati.
Gutierrez: “Dio non gestisce le nostre vite. Dio non rimedia alle nostre debolezze. Dio non ferma la nostra mano quando si immerge nel peccato. No. Dio si limita a salvarci.”
La missione del papato di sir John mira a risolvere la questione dell’amore aberrante e, per farlo, come prima cosa cerca di istruire i membri stessi della Chiesa.
Sir John Brannox: “Fratelli! Molti, fin troppi, appartenenti al nostro clero sono convinti che l’amore sia un prato senza fine e che a loro sia concesso di cogliere tutti i fiori che vogliono. Ma non stanno cogliendo fiori, stanno strappando piante dalla terra. Si stanno assicurando, con le loro azioni, che in quel terreno, bruciato e sterile, che hanno contaminato, niente più potrà mai crescere. Questo è ciò che la nostra Chiesa rischia di diventare.”
Questa missione viene abbracciata anche da Lenny, il quale cerca di portarla a compimento provando ad osservarlo con fredda distanza.
Lenny Belardo: “Il cuore è un meccanismo, non vuol dire niente. Allora cosa significa guidare il cuore della gente? Significa governare le emozioni.”
Eppure sarà costretto a tornare sui suoi passi e ad allinearsi con l’idea di amore enunciata da sir John.
Sofia Dubois: ” E per lei Eminenza? Che cos’è l’amore?”
Sir John Brannox: “Un barbone giace morente in un angolo della strada. Lo Stato dice al barbone “Io ti assisterò.” Il dottore gli dice “Io ti curerò.” Sua figlia gli dice “Io ti darò dei soldi.” L’amico gli dice “Dividerò il mio vino con te.” Ma la Chiesa non gli dice niente. La Chiesta sta pensando a lui.”
Sorrentino pervade l’intera narrazione di aneddoti sull’amore, regalando ad ognuno dei suoi personaggi almeno una battuta al riguardo.
C’è il commento di Voiello sulla vicenda tra Sofia e sir John.
Angelo Voiello: “Perché fate lo stesso errore tutti quanti ogni volta?”
Sofia Dubois: “Quale errore?”
Angelo Voiello: “Presto o tardi finite tutti per innamorarvi.”
La sentenza sulla questione di Ester, che presta il suo corpo ai più bisognosi.
Madre di Attanasio: “Sai che differenza c’è tra una puttana e una santa? Nessuna”
L’amore impossibile perché vuoto.
Cardinale Assente: “All’improvviso mi sono sentito solo.”
Gutierrez: “Se io ora ti lascio entrare, ci sentiremmo ancora più soli, dopo.”
L’amore che la vita ci regala e che non riusciamo a cogliere.
Don Pietro: “La vita è così bella che basterebbe prenderla per quello che è: un’opportunità di gioia, di grazia, di amore e di leggerezza. Quando avete smarrito la vostra leggerezza? Quando?”
E, per chiudere, la divertente visione di un amore visto come elemento dissacrante, proibito e scandalistico. Il tutto racchiuso in uno scambio di battute tra un prete e un cardinale.
Monsignor Cavallo: “Mi tolga una curiosità Eminentissimo: cosa si prova a non provare nulla?”
Cardinale Assente: “Prova a mettermi in soggezione?”
Monsignor Cavallo: “Non ne ho bisogno, lei è già in soggezione. E sa perché? Perché io, sessualmente, le piaccio da morire. Prova a dire che non è così, puttanella.”
Il santo Pio XIII (Jude Law) e le sue frasi
Dottor Helmer Lindegard: “Che cos’è lei? Un guru o un santo?
Lenny Belardo: “Nessuno dei due. Sono semplicemente un uomo intuitivo, come molti di noi.”
Una delle parabole più affascinanti di The New Pope riguarda il percorso di Lenny Belardo, il papa tornato dalla morte, ora elemento pericoloso perché oggetto della forma più distorta dell’amore: l’idolatria.
Ewa Novak: “Vada a farsi fottere Dio! Io credo soltanto in lei.”
Sentimento sinonimo di fanatismo, a sua volta sinonimo di altro, secondo Voiello.
Bauer: “Voiello ora spiegami una cosa per favore: perché dei cattolici uccidono altri cattolici?”
Angelo Voiello: “Perché sai, il fanatismo e l’ottusità sono più o meno la stessa cosa.”
Lenny stesso è comunque consapevole delle conseguenze aberranti a cui tale sentimento può condurre.
Dottor Helmer Lindegard: “Il mondo non l’ha dimenticata, la ama.”
Lenny Belardo: “Non è questo il punto.”
Dottor Helmer Lindegard:“E qual è?”
Lenny Belardo: “Come mi amerà questo mondo da ora in poi?”
Sebbene la grande insicurezza riguardo la possibilità di questa nuova figura messianica di potersi reintegrare nel mondo, non c’è dubbio riguardo il fatto che egli sia l’unico in grado di poter guidare la Chiesa fuori dai tumulti in cui è coinvolta, essendo in possesso del carisma, la dialettica, l’ascendente e, soprattutto, la chiara visione di quale sia la natura del potere che rappresenta.
Lenny Belardo: “Noi abbiamo il dovere di essere diversi, perciò viviamo di privazioni e sacrifici, mentre al di là di quelle mura c’è una vita di comodità e piaceri. Certe volte queste privazioni, questi sacrifici sembrano incomprensibili. Sbagliati, magari. Ma non lo sono, la verità è che sono misteriosi. E noi abbiamo il dovere di essere misteriosi come loro.”
Partendo comunque da un presupposto ben enunciato in precedenza anche da sir John.
Sir Joh Brannox: “Lo specifico compito di un cristiano è opporsi al mondo.”
The New Pope: le risposte
Sir John Brannox: “È il momento di legittimare l’amore possibile, così almeno possiamo distrarre le persone dall’amore aberrante.”
Nel suo ultimo episodio, The New Pope riprende il filo delle domande rimaste sospese, cercando di trovare in esse stesse le risposte. Nel precipitare degli eventi prima dello scioglimento affida la soluzione dei problemi pratici a Bauer, il quale fa chiarezza sugli attentati. Con il suo solito modo di fare.
Bauer: “La minaccia è uno strumento volgare del crimine organizzato e noi non siamo criminali. Almeno questa è la nostra percezione. E la percezione, mio caro Faisal, è tutto, mentre il resto è una prerogativa di quella monotonia che i sempliciotti si ostinano a chiamare realtà.”
La questione più importante viene affidata a sir John, che smaschera la ricerca dell’amore svelando come è la comprensione e la condivisione quella che cerchiamo.
Sir John Brannox: “Si, siamo tutti miserabili rottami, si, siamo tutti uguali e si, noi siamo i dimenticati. Ma non più ora, da questo momento in avanti sappiate che non saremo più dimenticati. Da oggi ci ricorderanno perché noi siamo la Chiesa.”
Per poi chiudere il suo papato e accettare se stesso.
Sir John Brannox: “Il momento che aspettavo da tutta una vita è finalmente arrivato.”
Lenny Belardo: “Quale momento?”
Sir John Brannox: “Il momento di realizzare la mia sola e unica ambizione: essere dimenticato.”
Sir John Brannox: “Io sono solamente una fragile porcellana, ma adesso ho finalmente capito che la mia fragilità è la mia forza, non è la mia dannazione.”
E lasciando il destino della Chiesa in mano a Lenny. Il quale nel suo discorso finale mostra il lato più umano di sé, abbandonando le vesti del Santo e affidando gli interrogativi ad un’entità più alta della sua.
Lenny Belardo: “Sapete qual’è la vera bellezza delle domande? Che noi non abbiamo le risposte. Alla fine le risposte le ha solo Dio.”
Purtroppo rimane a bocca asciutta Voiello, che non trova risposta alla sua domanda più imporante: “Un’ultima cosa, Sua Santità, mentre era in coma ha per caso saputo qualcosa del Napoli?”