The Sinner: il riassunto completo in attesa della stagione 3
In occasione dell’arrivo della terza stagione di The Sinner, ripercorriamo insieme gli avvenimenti più importanti degli episodi precedenti per prepararci al nuovo caso del detective Ambrose.
Creata nel 2017 da Derek Simonds (già produttore esecutivo di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino), la serie tv The Sinner si è imposta abbastanza a sorpresa all’attenzione generale grazie alla sua prima stagione, nominata ai Golden Globe e agli Emmy Award. Merito di un approccio anomalo che ribalta le modalità con cui siamo abituati a fruire la categoria crime drama, e delle prove attoriali più che convincenti di Jessica Biel e di Bill Pullman nei panni del detective Harry Ambrose.
È quest’ultimo a fare da anello di congiunzione ad ogni storia: cambiano i casi da affrontare, ma lui resta in un modo o in un altro al centro del ciclone e delle indagini, mentre i suoi colleghi spesso brancolano nel buio o si affidano a metodi standard di investigazione. La terza stagione dello show si preannuncia ricca di novità e di plot twist: per non perdere il filo del discorso meglio quindi ripercorrere le tappe salienti dei primi due cicli di episodi.
Cosa è accaduto prima di The Sinner 3? Il riassunto delle stagioni precedenti in 5 punti
The Sinner: le tematiche
Come dice il titolo, The Sinner racconta essenzialmente di un colpevole, un peccatore. Anzi, di un reo confesso: ogni stagione ci mostra sin dall’incipit un omicidio e chi l’ha compiuto, senza la minima ombra di dubbio. Per dirla con Alfred Hitchcock, non siamo di fronte ad uno whodunit: sappiamo già chi è il killer, è tutta l’attenzione e concentrata su un diverso tipo di giallo, quello deduttivo. Ciò che dobbiamo arguire e dedurre sono le motivazioni umane, psicologiche e a volte filosofiche che hanno portato il sicario ad agire. Anche perché l’accusato fatica a riportare a galla l’accaduto, come fosse stato in una sorta di trance.
La serie, inizialmente prevista come autoconclusiva, è in verità rapidamente diventata un prodotto “antologico”, a seguito dell’immediato successo della prima stagione: a seguire i diversi casi, però, sarebbe stato sempre il medesimo protagonista, il detective Harry Ambrose. I nostri occhi sono i suoi, anche se mentre da un lato è facilissimo empatizzare ed entrare in sintonia con lui, dall’altro è possibile restare interdetti a causa del suo metodo d’indagine originale e non omologato, che spesso finisce per travolgerlo.
The Sinner: i personaggi principali della serie TV
Come abbiamo già visto, il cuore pulsante della serie è l’investigatore Ambrose. Un uomo schivo, riservato, solitario, che somatizza e trattiene i suoi traumi interiori. Questa sua fragilità gli permette di entrare in perfetta sintonia con gli indiziati, di creare con loro una articolata connessione. Ambrose cerca realmente di comprendere i moventi esistenziali e umani che hanno portato le persone ad agire in modo sconsiderato e bizzarro rispetto alla loro apparentemente trasparente e idillica realtà. Va da sé che lo spettatore sia portato non solo a fidarsi di lui, ma anche apertamente a volergli bene, per la sua capacità di mettersi a nudo.
Di lui si fida nella prima stagione la giovane Cora Tannetti, che dopo quanto accaduto sulla spiaggia si chiude in un denso mutismo accettando la sua colpevolezza e l’eventuale sentenza di morte; e di lui si fidano anche l’adolescente Julian e la madre Vera Walker, per quanto il contesto gli sia totalmente estraneo. I restanti personaggi ricorrenti sono puro contorno, a partire dai colleghi poliziotti di Ambrose, che vengono volutamente rappresentati in modo bidimensionale e banale. Restano infine la figlia e il nipote di Ambrose, che via via assumeranno maggiore importanza ai fini della narrazione.
The Sinner – Stagione 1: il curioso caso di Cora Tannetti
Tutto ha inizio con Cora, una moglie e una madre dalla vita apparentemente serena, che un giorno viene colta da un impeto di rabbia e uccide un uomo sconosciuto senza motivo e con estrema ferocia. Cora confessa, ma la mancanza di un movente insospettisce il detective Harry Ambrose, che indagare su cosa sia successo nella psiche della giovane donna. I tasselli non collimano, e la trama si infittisce, mentre Cora prosegue nel suo attonito mutismo.
Per Ambrose sarà una corsa contro il tempo: il processo procede, la condanna è pressoché certa, e quello che si delinea sembra essere un omicidio causato da un meccanismo di difesa causato da un trauma sepolto anni addietro. La struttura “a ritroso”, col recupero progressivo dei pezzi del puzzle spesso tramite flashback inizialmente incomprensibili, funziona qui alla perfezione, stimolando la visione e tenendo col fiato sorpreso fino all’ultimo episodio.
The Sinner – Stagione 2: il ragazzino che divenne assassino
Difficile, dopo una prima stagione così folgorante, replicare. The Sinner e lo showrunner Derek Simonds ci provano, tenendo al centro il tormentato detective Ambrose e rendendo la serie, di fatto, antologica. Stavolta si parla di un ragazzino 13enne, Julian Gross, che ammazza due persone senza apparente motivo (ma con premeditazione). Anche lui si chiude poi nel mutismo più assoluto, e per scardinare il blocco derivante da questa situazione Ambrose sarà costretto ad entrare anzitutto in contatto con la madre, Vera Walker.
Un personaggio ambiguo e seducente (interpretato da un volto poco conosciuto e forse proprio per questo estremamente verosimile, Carrie Coon), che metterà in difficoltà il protagonista portandolo all’interno della comunità “utopica” di Keller – luogo natìo di Ambrose – in cui vive assieme a Julian e ad altre centinaia di persone. L’azione resta totalmente in secondo piano, mentre l’approfondimento su Julian procede di pari passo con quello relativo all’investigatore, che si lascia troppo coinvolgere e soprattutto troppo affascinare dalla situazione.
L’evoluzione del detective Harry Ambrose
Impossibile a questo punto non immaginare una più chiara crescita e un più degno sviluppo del personaggio. E infatti nella terza stagione si crea una decisa e ampia dicotomia tra Ambrose e il nuovo sinner, il professore Jamie Burns. A cambiare è anche il registro e il tono generale della serie: Burns, a differenza dei casi precedenti, non solo è colpevole, ma è anche potenzialmente pericoloso per se stesso e per chi lo circonda, in un crescendo che aumenta anche la quota action del prodotto.
Entriamo così, più apertamente, negli inferni personali di Ambrose, che fatica a mantenere un rapporto sano con la propria famiglia e che resta invischiato nella trama del serial killer, come fosse il lato oscuro di se stesso. Si aprono nuovi scenari e, soprattutto, si percepisce come il protagonista – grazie anche al viso perennemente ed efficacemente stropicciato di un ritrovato Bill Pullman – giunga ad un punto di non ritorno e guardi troppo a lungo dentro l’abisso, facendo definitivamente riemergere i fantasmi di un passato che ricominicia inesorabile a crescere dentro di lui.