The Tick: 5 motivi per vedere la serie satirica dedicata ai supereroi
The Tick torna su Amazon Prime Video con la seconda stagione. Perché recuperarla? Ecco cinque motivi per non perdere la serie tv satirica sul mondo dei supereroi.
Era il 1980 quando Ben Edlund, ancora adolescente, creò The Tick, un fumetto il cui protagonista – un supereroe anticonformista vestito da insetto blu – è riuscito a introdurre la satira nel mondo dei supereroi dei fumetti.
Ora Edlund – che ha continuato a lavorare a show quali Firefly e Supernatural – ha voluto far rivivere il suo supereroe in The Tick, una nuova serie originale Amazon in streaming su Prime Video. Lui stesso è il produttore esecutivo della serie ambientata nella metropoli americana di una realtà parallela in cui le apparizioni di supereroi sono un avvenimento quotidiano e in cui il super-villain è noto come The Terror.
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Dopo la prima stagione, andata in onda nel 2016, The Tick ha attirato l’attenzione della critica. Il noto magazine di cultura pop Vulture lo ha definito come “la satira sui supereroi di cui il mondo ha bisogno in questo momento“, mentre il Toronto Star sostiene che il protagonista “anche se ha una lingua tagliente, possiede anche un cervello e, cosa più sorprendente, un’anima“.
Ecco cinque motivi per non perdersi questa commedia drammatica post-moderna e prepararsi alla seconda stagione, disponibile da Aprile 2019 su Amazon Prime Video.
The Tick: un protagonista unico nel suo genere
Interpretato da Peter Serafinowicz, il vendicatore dalle spalle larghe con la voce tonante e le antenne in testa è noto per la sua forza sovrumana. È un incrocio tra un instancabile allenatore di vita e un filosofo disinvolto. Come spiega Edlund in una recente intervista: “Si tratta essenzialmente di un visionario servitore del destino“.
The Tick è un concentrato di satira
Edlund aveva originariamente creato The Tick per un’epoca in cui i supereroi avevano un seguito principalmente solo tra i fan dei fumetti. Il suo eroe si era già trasformato in una serie TV animata degli anni ’90 e in uno spettacolo dal vivo durato per poco tempo nei primi anni del 2000. Ora Edlund ha ricostruito il personaggio per adattarsi a un mondo in cui i supereroi in costume sono diventati un caposaldo dei film di Hollywood. “Penso che ci sia il desiderio di sentire una voce che commenti il fenomeno dei supereroi senza sacrificare ciò che piace e attira il pubblico e ciò che ancora li attanaglia“.
Un punto di vista insolito
Nelle precedenti versioni di The Tick, il suo braccio destro Arthur lo affiancava occasionalmente. Nella nuova serie, Arthur, interpretato da Griffin Newman, è il cervello dietro al duo, mentre The Tick è la forza. Arthur ha un retroscena oscuro forgiato da un trauma infantile e che riguarda un pazzo criminale. Come spiega Edlund, “Arthur è parte di un moderno sottogenere di eroi tormentati dei fumetti maschili, con un problema di presa sulla realtà che è l’elemento determinante della sua persona“.
È pieno di grandi riferimenti letterari
Per quanto possa sembrare strano, “The Tick parla apertamente di Joseph Campbell”, dice Edlund, riferendosi all’autore del trattato mitologico del 1949 L’eroe dai mille volti. “La sua narrazione è molto da manuale: spazia da Gilgamesh a Hulk e tocca tutto ciò che si trova nel mezzo“.
The Tick: lo show in cui i supereroi aiutano la gente comune
Nella maggior parte delle storie dei supereroi di oggi, dice Edlund, i protagonisti “ci salvano da asteroidi gigantesche provenienti dallo spazio, o sono davvero impegnati nelle loro stesse lotte. Sono storie oscure, grintose e conflittuali di eroi che combattono altri eroi e nemici in lotta che vogliono distruggerli.“
Tick e Arthur sono diversi. Per quanto The Tick sia ossessionato dal destino, mostra anche preoccupazione per le masse. Edlund spiega: “Il semplice atto di salvare le persone è relativamente raro nel mondo dei supereroi contemporanei, motivo per cui ci siamo resi conto che di tanto in tanto, Arthur e The Tick dovrebbero salvare la gente comune“.