True Detective – Stagione 3: esiste una connessione con la leggendaria stagione 1?
Dopo più o meno 5 anni di pausa True Detective è tornato con la stagione 3 e i primi episodi hanno già rivelato la connessione della trama con la storia della leggendaria prima stagione. Ma in che modo si realizza il collegamento tra True Detective 3 e la stagione 1?
True Detective: le tre timeline della stagione 3
La stagione 3 di True Detective vede una storia svolgersi in tre periodi di tempo: nel 1980, due bambini scompaiono in Arkansas e spetta al detective statale Wayne Hays, interpretato da Mahershala Ali, indagare sul caso. Nel 1990 vengono scoperte nuove scioccanti prove che ribaltano le indagini di dieci anni prima, costringendo il detective a riaprire il caso.
Infine, nel 2015, un Hays molto più vecchio viene intervistato per una vera serie criminale sul complesso caso di sparizione.
True Detective: l’eco del caso del Re Giallo
La seconda timeline si svolge tre anni dopo gli ultimi eventi della stagione 1 di True Detective ed è in questo specifico periodo di tempo che le due stagioni si rivelano in qualche modo connesse o, almeno, si capisce che sono parte dello stesso universo narrativo.
Una parte fondamentale del nuovo mistero della stagione 3 sono le terrificanti bambole di paglia lasciate sulla scena del crimine. Elisa Montgomery (Sarah Gadon), la donna che si occupa dell’intervista per il documentario, spiega a Hays come il caso abbia attirato l’attenzione di internet, aggiungendo: “È stato teorizzato che le bambole di paglia sono il segno distintivo di gruppi pedofili, come fu la “spirale storta”.“
Si tratta di poco più di un momento fugace, ma che probabilmente è bastato per far drizzare le orecchie a tutti i fan della serie, True Detective potrà anche aver debuttato cinque anni fa, ma la sua storia e le sue immagini rimangono memorabili. Le principali tra queste sono l’anello del pedofilo e gli schemi a spirale che continuavano a spuntare per tutta la stagione.
True Detective 3 – leggi anche la guida al cast della serie tv
Una grande parte del successo della stagione 1 di True Detective è stato il modo in cui ha spinto gli spettatori a speculare online e le spirali avevano sempre occupato un posto d’onore in tutte le fan theory formulate all’epoca. Rimane comunque improbabile che la menzione delle spirali porti ad una connessione ancora più tangibile.
Mentre Matthew McConaughey ha in precedenza affermato che sarebbe tornato per un una nuova apparizione nella serie, la terza stagione sta tracciando con determinazione una sua strada autonoma. Questo riferimento diventa quindi una bella chicca che conferma che la nuova stagione è ambientata nello stesso universo della prima, ma che Nic Pizzolato vuole mantenere il suo tocco personale e conservare il lato autoriale e originale della serie con una terza stagione che abbia una storia forte e personale.
La storia del Rust Cohle di McConaughey e del Marty Hart di Woody Harrelson è quindi definitivamente terminata, ma è interessante vedere l’impatto che la loro vicenda ha avuto nell’universo della serie. Tre anni dopo in uno stato diverso, i crimini sono ancora ricordati e perché no: basandosi sulla trovata meta-narrativa del documentario, potrebbe anche essere che la storia del Re Giallo sia stata oggetto di un proprio documentario, che a sua volta potrebbe essere citato in seguito nella stagione in corso.
True Detective 3: il tempo nelle serie antologiche
Il meccanismo analizzato si adatta molto al principio secondo il quale le serie antologiche possono assolutamente collegare i loro universi. Black Mirror, ad esempio, racconta storie autonome, ma numerosi easter eggs hanno suggerito che esiste una sorta di universo condiviso sullo sfondo delle vicende raccontate. Nello stesso modo, Fargo (che è stato trasmesso per la prima volta lo stesso anno di True Detective), racconta storie che fungono da diversi capitoli dello stesso libro.
Forse l’approccio di True Detective è stato ispirato proprio da quello di Fargo, perché, visto il successo della stagione 1 e la necessità di riconquistare i fan, acquista grande senso una connessione del tipo sopra descritto. È anche un modo intelligente e accattivante per sollecitare nuovamente la fantasia degli spettatori e spingerli magari a riappassionarsi alla serie.
Dopotutto, il tempo è davvero un cerchio piatto!