Westworld 3: il riassunto delle prime due stagioni
In occasione dell’uscita della terza stagione di Westworld il 16 Marzo su Sky Atlantic, ripercorriamo insieme gli avvenimenti più importanti degli episodi precedenti per prepararci all’arrivo degli androidi nel nostro mondo.
Ispirata all’omonimo film scritto e diretto da Michael Crichton, la serie TV della HBO Westworld si è da subito imposta come qualcosa di più di un semplice remake, rivelandosi come uno dei prodotti televisivi più intelligenti degli ultimi anni, in grado di sviscerare in profondità il tema dell’intelligenza artificiale e la correlata controversia sulla definizione di coscienza.
Westworld – Stagione 3: leggi la recensione dei primi episodi della serie TV HBO
Con l’arrivo dei nuovi episodi su Sky Atlantic il 16 marzo, in contemporanea con gli Stati Uniti con la versione originale sottotitolata, e dal 23 marzo in quella doppiata in italiano, è quindi giunto il momento di rinfrescarci la memoria e prepararci a una nuova stagione ricca di novità, a cominciare dall’ambientazione che non sarà più il famoso parco bensì il nostro mondo, simile e al contempo differente da come lo conosciamo.
Cosa è accaduto prima di Westworld 3? Il riassunto delle stagioni precedenti in 10 punti!
Westworld: le tematiche
Creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy, la serie ha ottenuto un particolare apprezzamento da parte di pubblico e critica grazie a una sceneggiatura intricata e difficile da prevedere e alle riflessioni esistenzialistiche e filosofiche sui dilemmi avanzati dalla possibilità di un androide di sviluppare o meno una coscienza simile o equivalente a quella degli esseri umani. Le lunghe considerazioni proposte regolarmente durante ogni puntata, intervallate da un andamento progressivamente più articolato e una struttura da racconto noir, fanno sì che l’attenzione debba rimanere continuamente alta per riuscire a cogliere ogni singolo input che la serie fornisce allo spettatore.
Con il susseguirsi degli episodi, la trama si infittisce maggiormente anziché dispiegare i suoi intenti, ottenendo come risultato un plateale e inatteso colpo di scena finale che concede le solide basi per la stagione successiva. In Westworld, infatti, niente viene lasciato al caso o trascurato, con una storia che cresce a dismisura e con nuovi personaggi che vengono introdotti per complicare ulteriormente la situazione.
Cos’è Westworld?
La storia di Westworld si svolge all’interno di un parco d’intrattenimento a tema western, tecnologicamente avanzato e popolato da androidi che svolgono la funzione di comparse e di inconsapevoli attori delle vicende. Il parco è rivolto ad ospiti estremamente facoltosi, annoiati dalla solita ruotine quotidiana e dalle consuete vacanze ormai monotone, che cercano una maniera alternativa per mettere in atto le loro fantasie più sfrenate senza timore di ritorsioni, liti o punizioni da parte del sistema e degli ospitanti, i quali sono programmati per non arrecare alcun danno ai visitatori.
Un parco d’intrattenimento in cui si attua il proibito lontano dalle regole ferree della società e in cui ognuno è libero di compiere le azioni più sconsiderate senza essere giudicato per la propria condotta immorale. Westworld è un mondo dove tutto è concesso, a tutti gli effetti indipendente e complementare a quello in cui abitualmente viviamo. Un luogo in cui è stato necessario creare delle leggi specifiche per concedere gli agi e i vizi più reconditi ai propri ospiti, i quali, più si trovano in questa nuova realtà, più si dimenticano della differenza tra giusto e sbagliato, tra legale e illegale, tra vittima e carnefice.
Un parco situato intenzionalmente in una zona lontana dalla nostra civiltà, così da mantenere sia le distanze in caso di spiacevoli inconvenienti sia per conservare la distinzione con quello che avviene al di fuori, in cui esiste una famiglia che, molto probabilmente, non scoprirà mai le azioni che si sono commesse all’interno di questo luogo di divertimento.
Grazie ad effetti speciali di prima categoria e una scenografia attenta ai dettagli, anche lo spettatore si sente parte di questo differente universo che porta inequivocabilmente a riflettere non solo sulla definizione di coscienza ma riguardo alla concezione stessa di umanità. Chi sono i veri esseri umani e chi sono gli androidi? Ma, soprattutto, chi tra di loro può essere considerato veramente privo di sentimenti e razionalità?
Westworld personaggi: abitanti, eroi, creatori e cattivi
Durante l’episodio pilota ci viene mostrato il mondo creato da Westworld e le sue regole, compreso il funzionamento degli abitanti e la loro utilità. Gli androidi sono quasi del tutto indistinguibili dagli umani, sia per il loro aspetto fisico che per gli atteggiamenti, e si riconoscono solamente per la loro incapacità nell’arrecare danno agli ospiti, oltre che per il loro insieme predefinito di narrazioni intrecciate che li porta a compiere sempre le stesse azioni fino all’inizio di un nuovo ciclo, in genere in seguito alla “morte” dell’androide, quando vengono cancellate le memorie e viene loro assegnata una nuova identità.
Questo processo continua innumerevoli volte finché l’androide non viene definitivamente smantellato e, di seguito, portato nei seminterrati in cui rimarrà in uno stato incosciente in maniera perenne. Questo sviluppo degli abitanti, consente agli ospiti una totale libertà nelle azioni che essi commettono, diventando capaci di crimini quali stupro ed omicidio.
In questa atmosfera ci vengono quindi presentati alcuni dei protagonisti che ci accompagneranno nel corso delle successive due stagioni: la giovane Dolores Abernathy, un androide inizialmente dall’animo gentile e affabile, interpretata da Evan Rachel Wood; la maîtresse replicante del Mariposa Maeve Millay, con le sembianze di Thandie Newton; il dottor Robert Ford, il direttore creativo del parco interpretato da Anthony Hopkins; il capo della Divisione Programmazione Bernard Lowe, che porta il volto di Jeffrey Wright, il quale si scoprirà essere un androide egli stesso; il pistolero artificiale Theodore “Teddy” Flood, l’innamorato di Dolores che porta le sembianze di James Marsden; l’Uomo in Nero, un misterioso ospite interpretato da Ed Harris.
Le strade di questi personaggi si incroceranno più volte all’interno del parco nel loro tentativo di realizzare i propri obiettivi individuali.
L’evoluzione di Dolores nelle prime due stagioni di Westworld – Dove tutto è concesso
Westworld: Evan Rachel Wood dice che molti enigmi troveranno risposte
Tra i vari protagonisti, l’androide Dolores ricopre sicuramente un ruolo di primo piano in quanto è principalmente attraverso di lei che si scaverà nei vari temi della serie. Le conversazioni che avvengono tra la ragazza e il dottor Ford rappresentano uno dei temi portanti della prima stagione, capaci di indagare la mente degli androidi e i progressi portati avanti dalla Delos con l’intelligenza artificiale.
All’inizio, come tutti gli altri host del parco, Dolores non ha una volontà propria e tutti i suoi movimenti, ripetuti inconsapevolmente sempre nello stesso modo ogni singolo giorno, sono dettati dalla volontà del suo creatore. Con l’introduzione delle ricordanze nel programma dei residenti, ossia una specie di memoria che permette agli androidi di avere maggior consapevolezza, Dolores viene guidata dal dottor Ford in un viaggio introspettivo alla scoperta della sua natura, che le farà sviluppare apparentemente una sorta di coscienza artificiale.
Si scoprirà così che Dolores è più di una semplice donzella in pericolo e potenziale innamorata di Teddy, essendo invece il primo residente mai costruito nel parco e una degli androidi più somiglianti all’essere umano, in quanto capace di prendere decisioni in piena autonomia ma, soprattutto, in grado di infrangere la prima regola che, teoricamente, impedisce loro di arrecare danno agli ospiti.
Da buona a cattiva
Nonostante questa legge, Dolores si evolverà in maniera imprevedibile, tanto da riuscire a uccidere il co-fondatore del parco Arnold, sotto sua richiesta, e, sul finire dell’ultima puntata della prima stagione, lo stesso dottor Ford in uno sconvolgente colpo di scena conclusivo.
Se in principio, la ragazza appare come una giovane donna cordiale e ottimista, che prova quasi affetto nei confronti del finto padre assegnatole nella sua storyline, nella seconda stagione ella inizierà un piano di vendetta e conquista contro gli esseri umani, colpevoli di aver raggirato la sua esistenza in una menzogna elaboratamente costruita. Dopo aver ucciso Robert Ford, la ragazza darà il via a una linea narrativa chiamata viaggio nella notte, che prevede la ribellione degli host, prendendo sotto il suo comando un gruppo di androidi e iniziando a seminare il panico nel parco.
Nel corso di tutta la seconda stagione, Dolores compirà una serie di azioni prive di empatia e magnanimità che, da una parte, la faranno assomigliare sempre più agli umani crudeli che dichiara tanto di voler distruggere e, dall’altra, a una fredda e calcolatrice macchina assassina dal quale cerca di distaccarsi, in un binomio caratteriale tutt’altro che vincente.
Da principale protagonista della prima stagione, Dolores si trasformerà quindi nella vera antagonista della seconda, rivelando come la scoperta di una immatura coscienza non ancora pienamente sviluppata sia in realtà meramente un’illusione e una speranza andata in frantumi.
La scoperta di un’acerba coscienza in Maeve e Bernard
Sin da subito la simil-maîtresse Maeve Millay si è presentata come una donna di carattere ma è solamente con il passare degli episodi che si rivela in maniera disarmante il suo spirito combattivo unito a un’incredibile determinazione. Attraverso una serie di flashback e in seguito a un incontro con Dolores, Maeve inizia a mettere in discussione la realtà che la circonda.
Un giorno, dopo essere morta per mano di un ospite, la donna si risveglia sul tavolo operatorio, confusa e disorientata, mentre due tecnici la stanno riparando per reinserirla nella sua storyline ed è a quel punto che scopre dell’esistenza di qualcuno che controlla il parco e i suoi residenti. Dopo aver resettato i suoi ultimi ricordi, Maeve viene reintrodotta nel parco ma, grazie ad alcuni flashback che continuano inspiegabilmente a riemergere, l’androide diventerà sempre più curiosa di scoprire che cosa si trova in quel luogo in cui è stata portata.
Man mano che diventa più consapevole di sé sviluppa una vena spietata e, tornata sul tavolo operatorio, metterà in atto un piano per controllare i tecnici Sylvester e Felix in modo da ottenere ciò che vuole. Dopo aver condotto il viale della vendetta contro i suoi creatori e aver trovato un modo di fuggire, Maeve abbandonerà tutto per ritrovare la figlia che le avevano assegnato nella sua storyline principale, prima che diventasse la maîtresse del saloon. La donna dimostra quindi un attaccamento emotivo verso un androide che a malapena ricorda e sentimenti materni nonostante la sua natura artificiale, lasciando intendere che, forse, in lei si sia evoluta una sorta di coscienza, molto più umana di quella esibita da Dolores.
La ricerca di Maeve
Per Maeve, l’intera seconda stagione rappresenterà una ricerca disperata di questa figlia perduta con l’obiettivo ultimo di riunirsi a lei e scappare definitivamente dal parco. Se da una parte, Maeve va incontro alla riscoperta di sé e del mondo fittizio in cui vive sin dagli episodi iniziali, non si può dire lo stesso per Bernard. Per la maggior parte della prima stagione, egli è convinto di essere una persona reale, ossia il capo della Divisione Programmazione, una posizione di prestigio all’interno della Delos, e solo in seguito scoprirà di essere un burattino tecnologico nelle mani del dottor Ford, creato a immagine e somiglianza di Arnold, co-fondatore del parco.
Bernard prova delle emozioni umane a tutti gli effetti e, proprio questo, rappresentava la persona migliore per progettare i sentimenti dei residenti cosicché sembrassero reali. Durante la seconda stagione, Bernard compie un viaggio ala ricerca di risposte su di sé, sul parco e sulla natura dei residenti, ormai lontano dall’influenza diretta del dottor Ford e si rivelerà un personaggio chiave nel finale, consentendo con le sue scelte l’arrivo degli androidi nel nostro mondo.
L’Uomo in Nero e la disperata ricerca del labirinto
L’ossessione dell’Uomo in Nero per il labirinto rappresenta un punto focale di entrambe le stagioni, accentuata dalla natura misteriosa e dagli intenti enigmatici del personaggio di cui, all’inizio, non conosciamo nemmeno il nome. Al principio, lo spettatore sa solamente che l’uomo ha preso fin troppo seriamente gli intenti del parco e tra uccisioni, scalpi e torture di vario genere protratti nel corso di trent’anni, ne è stato talmente risucchiato da non riuscire più a concepire una vita fuori da Westworld.
La sua intera esistenza ruota intorno al rinvenimento di un labirinto che, secondo lui, lo porterebbe alla comprensione dei livelli più profondi del parco e del significato stesso del luogo di divertimento. Egli cerca un modo per alzare il livello del gioco, ormai divenuto troppo facile e monotono, e si è così convinto che una missione segreta sia nascosta nel parco, idea che viene supportata da una mappa che trova nello scalpo di un residente. Negli ultimi episodi della prima stagione, scopriamo che l’Uomo in Nero non è altri che il vice presidente esecutivo della Delos e, allo stesso tempo, un William in versione più vecchia che ha preso in mano le redini del progetto dopo l’abbandono del cognato Logan.
Le due storyline procedono parallelamente e solo alla fine si riuniscono concedendoci una caratterizzazione più chiara del personaggio. Sul finale ci sarà rivelato, inoltre, anche che sua moglie si è suicidata e, da quel momento, William ha deciso di vivere praticamente nel parco. Al termine della stagione, l’Uomo in Nero si rende conto di cosa sia veramente il labirinto e cosa ci sia al suo centro, ovvero il libero arbitrio per gli automi, venendo coinvolto infine nella rivolta scatenata da Dolores.
Un nuovo labirinto ancora più grande e letale: una nuova missione per l’Uomo in Nero
Nella seconda stagione, dopo essere sopravvissuto alla carneficina incontra il piccolo androide di Robert Ford che gli rivela di aver ideato un nuovo gioco, sfidandolo a trovare la porta. L’uomo ha quindi una nuova missione appositamente creata per lui che lo attende in un luogo dove tutto è reale, in quanto gli androidi possono ora ferirlo e ucciderlo. William si avventura nei meandri del parco e, nel suo viaggio, incontra Grace, che si rivela essere sua figlia. I rapporti tra i due sono tesi poiché la ragazza lo ha sempre ritenuto responsabile del suicidio della madre e, per questo motivo, non lo ha mai perdonato.
Considerato il pericolo a cui vanno incontro e la concreta possibilità di morire, Grace e William decidono di riconciliarsi, con la giovane che si scusa e chiede al padre di lasciare il parco con lei in modo da iniziare una nuova vita al di fuori dei confini della sua realtà virtuale in cui si è immedesimato sempre di più con il passare degli anni. Inizialmente, l’uomo sembra accettare la proposta ma in seguito, mentre la figlia dorme, la abbandona per proseguire da solo il gioco di Ford.
Dopo essere stato ferito gravemente da un androide, William si ricongiunge con Grace, determinata più che mai a salvarlo ma l’uomo, convintosi che la ragazza non sia altro che un androide progettato da Ford per fermarlo dal completare la sua missione, la uccide. Solo dopo egli capirà di aver ucciso la sua vera figlia e, devastato da tutte le azioni orribili compiute nella sua vita, inizia a dubitare di tutte le certezze tanto da scavarsi un solco nel braccio per scoprire se non sia anch’egli un androide. L’uomo non trova niente che gli faccia capire di essere un automa e lascia il parco ferito, ma ancora vivo.
La storyline di William si complica ulteriormente quando ci viene mostrato, successivamente in una scena post-credits, un futuro lontano in cui un androide con le sembianze di sua figlia Emily lo accompagna in una stanza dove viene sottoposto al test della fedeltà infinite volte e che apre a nuove possibilità la sua linea narrativa, ponendo nuovi dubbi e quesiti sulla sua reale natura.
Westworld: Non solo un parco a tema western nella seconda stagione
Nella seconda stagione, il parco a tema western di Westworld assume un nuovo significato attraverso la rivelazione di un piano più ampio e di un luogo di divertimento più grande di quanto ci era stato presentato in precedenza.
Il Wild-West immaginario e tecnologicamente avanzato che conoscevamo è solamente uno dei sei luoghi tematici facente parte delle Delos Destinations, tra cui troviamo il Raj, un parco ambientato in India tra il 1800 e il 1900 presentato nel corso della terza puntata, e lo Shogun World, che rievoca il Giappone feudale, nel burrascoso periodo Edo, destinato a coloro che reputano Westworld troppo compiacente e alla ricerca di incontri più cruenti, al quale viene dedicato il quinto episodio della seconda stagione. Durante questa puntata, scopriamo come le storyline siano diventate crudeli e drammatiche per accontentare a tutti i costi gli ospiti del parco cosicché, alla fine dei conti, nessuno dei residenti avrà mai un lieto fine in questo mondo.
Lo Shogun World è un ambiente spietato basato su duelli di katana all’ultimo sangue e dagli orrori più profondi che a malapena si riescono a immaginare. Tra tutti gli episodi della seconda stagione, il quinto ambientato in Giappone è sicuramente il più indimenticabile, in cui la vera natura corrotta dell’uomo si mostra in tutta la sua violenza e depravazione come non era riuscita a rivelarsi nel vicino di casa Westworld.
Infine, un altro parco che ci viene accennato e parzialmente mostrato è quello ambientato in Italia durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel biennio 1943-45 durante l’occupazione nazista. L’introduzione di questi parchi apre non solo innumerevoli possibilità ma dimostra il disegno ideato dalla Delos e dai creatori degli androidi nella sua interezza.
Una serie in cui passato e presente si confondono
Così come la prima, anche la seconda stagione si snoda su un groviglio formato da passato e presente, in cui non si riescono più a discernere gli avvenimenti antecedenti e quelli successivi all’interno della linea narrativa. Con il passare del tempo, si scopre che due azioni che sembravano avvenire simultaneamente sono invece posizionate su due piani temporali differenti, arrivando alla considerazione che una o più sottotrame risultano essere dei flashback abilmente nascosti alla luce del sole e davanti a nostri occhi.
Westworld si diverte nel manipolare le nostre percezioni così come i suoi ospiti si prendono gioco degli abitanti, inconsapevoli vittime di un sistema che si impone sempre a loro svantaggio. È così che nel corso della prima stagione ci vengono presentate separatamente le storyline dell’Uomo in Nero e di William, un riluttante ospite in visita insieme a suo cognato Logan, che scopre lentamente un significato più profondo per la narrazione del parco tanto da convincere il suocero James Delos ad acquistare il parco. Solo durante le ultime puntate ci verrà rivelato che i due visitatori sono la stessa persona e che William è semplicemente una versione giovane e ingenua del più sprezzante e spietato Uomo in Nero.
Allo stesso modo ci viene raccontato il personaggio di Arnold Weber, co-fondatore del parco di Westworld e un tempo grande amico di Ford, fino alla sua morte avvenuta molti anni prima per cause misteriose. Arnold ci viene presentato come l’unico ospite ad essere morto all’interno del parco e, dopo un complesso diorama di flashback e pezzi rivelati con il contagocce, si scoprirà essere stato assassinato da Dolores, nonostante l’androide fosse stata programmata per non recare alcun danno agli esseri umani.
Ancora un inganno nella seconda stagione di Westworld
Lo stesso meccanismo viene poi ripreso durante la seconda stagione, che inizia da dove finisce o, viceversa, finisce da dove è iniziata a seconda di come si preferisca interpretarla. Per tutto il tempo, ci vengono mostrati eventi che mischiano costantemente le carte in tavola senza rivelarci effettivamente quando avvengono e solo alla fine del viaggio capiamo quale sia l’ordine cronologico degli avvenimenti accaduti durante la stagione.
Un inizio che parte dalla fine per poi ricongiungersi solo in occasione dell’ultimo episodio come un cerchio che si ripete su se stesso senza saperlo. Ma come abbiamo detto, questo non dovrebbe sorprenderci dato che Westworld ama complicare le cose cosicché siano gli spettatori stessi a rimettere insieme i pezzi di un puzzle formato da più di 100 eventi distinti sparsi in 20 episodi, elaborando una linea temporale tanto complicata che ci vogliono giorni per dispiegarla dopo aver ricevuto il quadro completo.
Westworld 3: Gli abitanti di Westworld invadono Los Angeles
Se la prima stagione si è chiusa efficacemente con un colpo di scena inaspettato rappresentato dall’uccisione del dottor Ford per mano di Dolores, la seconda parte è riuscita a sferrare un attacco decisivo con un finale ancora più sconvolgente che cambierà completamente l’idea della serie nel corso della terza stagione.
Molte domande ottengono una risposta ma per ciascuna di esse se ne crea una nuova irrisolta che pone le basi dei nuovi episodi in arrivo. Nell’ultima puntata, abbiamo assistito a Dolores e Bernard che entrano nella Forgia, un enorme database contenente 30 anni di informazioni carpite dagli Ospiti e che rappresentava il vero obiettivo finale del parco, mentre Maeve e gli altri residenti si accingono ad attraversare la “Porta”, attraverso la quale lasceranno il loro corpo nel parco e saranno fusi con il sistema, ritrovandosi così in una sorta di paradiso virtuale. Insoddisfatta dell’epilogo scelto dai suoi simili e della ribellione rivelatasi inconcludente, Dolores cerca di distruggere la Forgia ma viene uccisa da Bernard.
Quest’ultimo si pente quasi subito del gesto compiuto e crea un nuovo androide con le sembianze di Charlotte, direttrice esecutiva del Consiglio e in capo alle operazioni di evacuazione del parco, nel quale installa Dolores. Rinata in un nuovo corpo, quest’ultima uccide la vera Charlotte e ne prende il posto, mentre Bernard volontariamente scombina i propri ricordi per evitare che qualcuno scopra le sue azioni.
La nuova Dolores stermina gli uomini della Delos e mette fuori gioco Bernard mentre trasferisce le menti dei residenti che hanno attraversato il portale verso un luogo sicuro, che recupererà una volta che tutto sarà finito. Infine, la ragazza riesce a scappare dal parco in compagnia di Bernard per dirigersi nel mondo reale dove ricomincerà una nuova vita all’insaputa degli esseri umani e troverà un terreno fertile per far rivivere i suoi simili.
Con questi presupposti, la serie cambia totalmente registro scegliendo Los Angeles come ambientazione di un mondo che ora si deve preparare allo scontro diretto con gli androidi, senza sapere che cosa realmente gli aspetta.