Westworld 3 – spiegazione e analisi dell’episodio 5
Abbiamo visto in anteprima Genre, la quinta puntata della terza stagione di Westworld, in uscita in Italia il 13 aprile su Sky Atlantic e Now TV.
“Welcome to the end of the game.” dice Dolores a William nel finale della scorsa puntata di Westworld. La telecamera si allontana mentre inquadra la figura dimessa di quello che una volta era lo scaltro e crudele capo della Delos per poi sparire nel nero. Una sequenza di chiusura non solo di un episodio, ma, in un certo senso, anche della prima parte della terza stagione. La lunga presentazione della nuova scacchiera da gioco e le identità delle varie pedine schierate è terminata (a tempo di record), ora c’è la prima mossa.
Il cammino Westworld prosegue su HBO con Genre, il quinto episodio della terza stagione, diretto da Anna Foerster e scritto da Karrie Crouse & Jonathan Nolan, in onda in contemporanea con gli Stati Uniti su Sky Atlantic e NOW TV, alle 3 di notte fra domenica 12 e lunedì 13 in versione sottotitolata, e poi alle 20.15. La terza stagione viene inoltre trasmessa in lingua italiana tutti i lunedì alle 21.15 (e a seguire il nuovo episodio in versione originale).
Abbiamo visto in anteprima il quinto episodio di Westworld 3, ecco dunque le nostre impressioni e una breve recensione.
Westworld 3×05 – Dove eravamo rimasti?
Uno dei misteri, se non il mistero principale, che ha caratterizzato le prime puntate della terza parte di Westworld ha riguardato le identità degli Ospiti portati da Dolores fuori dal parco alla fine della stagione scorsa. La quarta puntata ha finalmente fornito la risposta tanto sperata: la Abernathy ha deciso di portare fuori altre versioni di lei, così da poter impiantare la propria coscienza in altre persone. A pagarne le conseguenze sono stati Maeve, sconfitta in duello dal nuovo Musashi mentre seguiva suo malgrado gli ordini di Serac e, soprattutto, William, incastrato da Charlotte e rinchiuso definitivamente (così pare) in un ospedale psichiatrico.
Intanto la Dolores con le sue fattezze riesce, con l’aiuto di Caleb e delle sua se stessa nel corpo di Conells, ad avere la meglio su Bernard e Stubbs e a rapire il giovane Dempsey.
Westworld 3 – trailer, trama e anticipazioni dell’episodio 5 [SPOILER]
Dopo la scoperta che a fuggire dal parco alla fine della stagione scorsa sono state Dolores, Dolores, Dolores e Dolores, Westworld fa un passo indietro, facendoci tuffare nei ricordi Serac, presentandoci le sue motivazioni, i suoi affetti e i suoi dolori.
Dalle immagini di un’infanzia già accennata nel corso delle puntate precedenti parte il racconto della genesi di Rehoboam, il Sistema, un Dio artificiale in grado di plasmare un nuovo mondo, un mondo perfetto, ma già esecutore del destino di ogni persona sul pianeta. Così come di tutti quelli che sono dovuti soccombere per fare in modo che esso vedesse la luce.
Nel frattempo Dolores e Caleb sono in fuga insieme a Dempsey jr., rapito nella fine della quarta puntata. Egli costituisce una delle chiavi per la porta d’accesso al Sistema e quindi elemento fondamentale per il prossimo, decisivo, passo del piano della Abernathy, intenzionata a restituire al mondo la libertà. Basta rimanere in vita il tempo necessario.
Cosa accade in Westworld 3×05? Il nostro sguardo all’episodio della serie HBO
Nella puntata in cui Westworld pone la prima, pesante, pietra del duello tra Dolores e Serac, ci presenta la natura di Rehoboam e ci fa entrare realmente in contatto con le sue immense capacità; ribadisce come il focus principale rimanga sul mondo interno dei personaggi, ancora una volta le chiavi di volta di ogni tematica affrontata nella serie (la terza stagione ha fatto fin’ora molto leva sulla questione dell’identità). Non a caso le due linee narrative su cui si sviluppa adottano i punti di vista di altrettanti suoi protagonisti e se è vero che nel caso di Caleb la scelta sia logica, è più curioso quello di Serac, la cui vicenda esistenziale di fatto diventa il filtro di una narrazione che guarda alla creazione di un Dio costruito per cambiare la storia dell’umanità.
Eppure, uno spiraglio di una veduta diversa, più ampia, che sa di novità, che sa di obiettivo raggiunto, si è lasciato ammirare. Durante le prime visioni della terza parte della serie HBO si era notato come, di fatto, si fosse passato dalla narrazione di un microcosmo a un mondo più ampio, ma il cui racconto rimanesse comunque regolato dai dettami dello step precedente. Così, nel momento di rivelare le regole che dominano la nuova ed estesa realtà in cui si muovono i personaggi, si conferma come qualsiasi scelta che poi diventi di valenza universale nello sviluppo narrativo, parta o venga narrata, in ogni caso comunque resa valida, dal punto di vista individuale. Microcosmo.
Questo conferma anche una certa cura di Nolan e Joy nel mantenere una organicità all’interno della narrazione (forse anche questo figlio delle critiche riguardo la stagione 2), non solo in merito al suo sguardo, ma anche per la conferma della classicità dei meccanismi narrativi e, volendo, nel cambio di passo in termini di velocità che c’è stato rispetto a come ci avevano abituati.
Nello specifico la quinta puntata di Westworld, all’interno di una cornice di approfondimento sul suo antagonista mascherata da cronistoria di vita e sviluppo di Rehoboam, premia Caleb, il nuovo che avanza, sfruttando l’escamotage della droga psichedelica (quanto vanno di moda le sequenze in bianco e nero?), sotto i cui effetti è impegnato in una fuga in cui si riaffrontano i temi del libero arbitrio, del controllo della realtà e dell’uso della conoscenza, mentre ci si spara da una macchina all’altra con missili telecomandati e su moto che si guidano da sole. Su questo una postilla: l’immaginario action di Jonathan Nolan sembra essere sempre più vicino a quello del fratello maggiore (il regista Christopher Nolan, ndr), oltre che a pescare sempre di più da classici di genere, ma su questo poi si tornerà per il finale di stagione. Ma perché lui? Perché il suo di microcosmo è perfetto per parlare allo spettatore, per essere la bussola in una decisione enorme come quella di rivelare l’esistenza del Sistema al mondo.
Ed ecco davanti a noi arriva il mondo reale, almeno un accenno, il nostro sguardo per la prima vera volta si amplia, dalle case, dagli uffici e dagli aerei privati si scende per strada; la nostra mente viaggia a livello comunitario e sociale: quando sei consapevole che la tua vita è stata programmata fino al giorno della tua morte, che reazione puoi avere? Ma, soprattutto, che reazione può avere il mondo? Il tempo è comunque breve, la lente torna ad essere puntata sui personaggi, Caleb, sì lui, di nuovo, ci regala il mistero di chiusura di puntata e il nuovo nodo da sciogliere. Situato, ovviamente, nel suo mondo interno. Microcosmo.