Zero: spiegazione del finale della prima stagione della serie Netflix

Tutte le domande irrisolte della serie tra un futuro per Il Barrio e il destino di Awa.

Zero (Haroun Fall) ormai ha capito: deve salvare la sua casa, il Barrio, la sua gente, i suoi amici. Tutto il suo mondo. Non si può più tornare indietro. Lungo gli otto episodi della serie Zero – ideata da Antonio Dikele Distefano – il protagonista è cresciuto, è maturato: è diventato un uomo anche perché ha iniziato a conoscersi, a capirsi grazie a quel dono, l’invisibilità che prima era un dramma per lui. Da quando è diventato amico di Shariff (Haroun Fall), Sara (Daniela Scattolin), Momo (Dylan Magon) e Inno (Madior Fall) ogni cosa si è capovolta; non essere più soli, fuori dalle mura di casa, modifica la visione del mondo: con loro ha iniziato una battaglia per salvare il quartiere dalla spietata Agenzia Immobiliare Sirenetta. Nulla è come prima da quando ha incrociato lo sguardo di Anna (Beatrice Grannò). Negli ultimi due episodi è ancora più veloce la corsa per strappare al pericolo “la piccola patria” e anche tutti coloro a cui si vuole bene.

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Zero: il racconto di un ragazzo come tanti che salva tutto

Zero sa che ci sono cose più importanti a cui pensare, sa che deve mettere da parte i sentimenti – uno dei momenti più importanti è quando il ragazzo scopre che il padre di Anna, Ricci, è invischiato nell’affare immobiliare – e, come i veri eroi, si deve concentrare e incanalare i propri poteri per il Barrio. Prima voleva fuggire, prima voleva scappare da quel luogo in cui tutto è infinitesimale, ma grazie all’amicizia, al gruppo capisce che proprio da quella concrezione topografica partono e si fanno il suo mondo, i suoi ricordi, il suo amore. Lui e gli altri sono stati messi da parte, irrisi per il quartiere di residenza, per il colore della pelle – poco importa per la gente che siano italiani, più italiani di loro, che siano nati lì, che parlino con il loro stesso accento -, vengono giudicati colpevoli spesso proprio per ciò che rappresentano. Zero è invisibile proprio per tutto questo che diventa poi suo punto di forza.

Zero grazie all’invisibilità esce dal margine e con lui fa uscire tutti i suoi amici, il suo quartiere. Il gruppo subisce scosse telluriche dopo le quali i componenti sembrano più lontani che mai: Zero e Sharif hanno mentito, o meglio non hanno raccontato verità importanti agli altri (l’uno non ha detto chi si celava dietro il nome di Ricci, l’altro che suo fratello aveva rubato i loro soldi) e questo non è amicizia. Non sono più un corpo unico. Basta poco però, basta parlarsi sinceramente e tutto torna come prima perché solo uniti sono invincibili tanto che riescono a sferrare un colpo decisivo al nemico. Zero da ragazzo qualunque, da rider di cui nessuno sa niente, ultimo fra gli ultimi, viene festeggiato come un eroe nel suo quartiere dopo averlo liberato dal “male”.

La serie arriva al punto in cui si crede che i cattivi siano incolpati, che la guerra sia vinta ma non è così perché quella è solo la punta dell’iceberg: chi gestisce il “lato commerciale” dell’operazione è solo una pedina nelle mani di forze molto più grandi in agguato nell’ombra.

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Zero: Una donna misteriosa che sa ogni cosa

La società Sirenetta, fallita ora a causa della cattiva gestione di Bruno, è anche a nome di Anna, il che significa che verrà ritenuta responsabile. Non passa molto tempo e i veri deus ex machina dell’affare se la prendono proprio con Anna che viene rapita. Zero non può stare a guardare, deve salvarla, con l’appoggio dei suoi amici, come sempre al fianco. Scende in campo e invisibile a tutti riesce a salvare la ragazza ma rimane intrappolato nell’ombra.

Zero scopre che a muovere i fili di tutto è sempre stata “la Vergine”, la donna con l’accento calabrese che lo spettatore ha imparato a conoscere in altre puntate – durante la partita a poker lei è l’unica in grado di vedere il giovane nonostante sia invisibile -, assieme alla sua organizzazione. La misteriosa figura ha a che fare sia con la vicenda della speculazione edilizia ma anche con Omar, la sua famiglia e la scomparsa di sua madre. “La Vergine” farà capire al ragazzo che lei sa molto più di quello che sembra e usa come mezzo per arrivare a lui, Awa, la sorella minore dell’eroe. La donna ha più volte raggiunto Awa facendole capire che lei sa come aiutarla per quella malattia agli occhi che la tormenta: basta passare un fazzoletto sugli occhi e lei torna a vedere. La sorella di Zero inizia ad avere un ruolo fondamentale negli ultimi episodi e la cecità che la colpisce a tratti diventa importante perché si comprende che quella che sembra essere solo una malattia da curare in realtà è qualcosa di più. A questo “buio” è strettamente legato il super potere del fratello.

Zero_CInematographe.itZero: Awa, dietro al problema agli occhi c’è molto di più

Se nei primi episodi sono Sara e Anna ad avere ruoli fondamentali nella narrazione, ora ad essere causa o motivo dei gesti di Zero è Awa. Anche lei, si scopre, ha dei poteri, che sembrano avere a che fare con quello del fratello – quando Zero si rende invisibile, Awa perde la vista -, emerge presto che il ragazzo li usa a fin di bene, lei no.

In uno degli incontri tra la ragazzina e “la Vergine”, quest’ultima le dice di non frenare i sentimenti, di lasciarli fluire, abbandonarsi ad essi; fa questo Awa quando, dopo aver sentito di nuovo lo strano “fastidio” in seguito al quale solitamente perde la vista, lo asseconda, si fa inondare dal quel dolore. Questa volta continua a vedere ciò che non avrebbe dovuto: Thomas, il suo ragazzo, e Robbie, la sua amica, insieme mentre si baciano. Il suo potere esplode e punisce chi l’ha fatta soffrire: dopo aver visto Thomas perdere la vista, Robbie per la paura precipita dalla terrazza su cui si trovava e muore sul colpo. Awa con un ghigno osserva il suo operato orgogliosa. Uno dei punti forti della serie è proprio il racconto delle emozioni: Zero riesce a diventare invisibile quando si lascia andare alla paura, all’amore, alla rabbia, all’amicizia e proprio in nome di tale emozione diventa un eroe uscendo dal cono d’ombra in cui è nato e cresciuto e la stessa cosa, ma in senso contrario, fa Awa. Lei si lascia andare e compie un gesto orribile. Ci si trova di fronte ad una narrazione sul bene e sul male, un racconto universale sull’essere umano che spesso si trova di fronte a due strade e deve decidere da che parte stare. I due sembrano essere due facce della stessa medaglia ma mentre il giovane usa a fin di bene il suo potere, la ragazzina sembra venire corrotta dal suo stesso potere.

Zero_Cinematographe.itZero: dal racconto del margine a quello del mistero

La Vergine: “Non vuoi provare a curare tua sorella? Non vuoi evitare che diventi cieca? Non lo vuoi sapere come diventare visibile? Io conosco tutta la tua storia, Omar. Conosco la tua famiglia. Conosco quello che è successo e soprattutto conosco quello che deve ancora succedere. Devi scegliere. Se vuoi sapere la verità, devi venire con me.”

Zero a questo punto si trova di fronte alla “Vergine” che è fin troppo interessata ai due fratelli, figli di una donna (con poteri anch’ella) che sembra essere scomparsa, e tenta in ogni modo di tenere il giovane stretto a lei. Usa queste parole perché sa che colui che ha di fronte è buono, un eroe positivo che mette davanti a tutto il bene di chi ama. Se lui la seguirà, saprà come “salvare” sua sorella, però deve abbandonare i suoi amici e Anna – con cui era pronto a scappare. Seguendo quella donna intraprende un viaggio nel mistero e subito viene a conoscenza di un primo segreto che può cambiargli la vita: sua madre, Marieme, per lui morta, in realtà è ancora viva e sembra far parte di una setta misteriosa insieme ad altre persone a lui molto vicine.

Con questo finale ci si interroga su molte cose: chi sono queste persone? Cosa accadrà ad Awa? Chi è davvero la Vergine e qual è il suo fine ultimo? Ma soprattutto Zero riuscirà a salvare ogni cosa grazie ai suoi poteri?

Sembra chiaro che una seconda stagione avrà proprio al centro lo scioglimento di molti di questi dubbi.

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