A Complete Unknown – Timothée Chalamet ha preso quasi 10 chili per interpretare Bob Dylan: “credeteci o no, ero più magro di lui”
Talmente desiderava il ruolo da essere sceso a patti col proprio fisico.
Non aveva mai toccato una chitarra. Non sapeva cantare. Ed era persino troppo magro. Ma a Hollywood puoi trasformarti in chiunque tu voglia. In A Complete Unknown, il film sulla storia di Bob Dylan, Timothée Chalamet si è superato.
A Complete Unknown: la trasformazione di Timothée Chalamet
In un’intervista ad All Things Considered, l’attore ha raccontato il suo cambiamento. Grato dell’opportunità, ha sostenuto sacrifici impensabili, alleggeriti da un pensiero: essere Dylan su schermo. Per quanto non fosse una montagna d’uomo, Dylan aveva infatti più presenza fisica di Chalamet. E allora ecco quest’ultimo prendere quasi 10 kg, senza lamentarsi, perché il gioco valeva la candela.
Il periodo raccontato in A Complete Unknown è quello del primo Dylan. Racconta il suo arrivo a New York appena diciannovenne, nel 1961, fino alla consacrazione. Da ragazzino di belle speranze, entrò nel pantheon dei grandi quattro anni più tardi, in un evento ancora oggi ricordato: il Newport Folk Festival. Correva il 1965 e nessuno avrebbe mai dimenticato la sua performance sul palco.
Hollywood è un circolo chiuso. E se ti ostini, il flop è mezzo assicurato. Eppure, Timothée Chalamet rappresenta la classica eccezione che conferma la regola. I “no” ricevuti agli esordi sul set, a causa del fisico esile, sono stati una semplice tappa di passaggio. L’anticamera della grande ribalta, ottenuta grazie al cinema d’autore. Da Beautiful Boy a Lady Bird, ha fatto vedere spesso di che pasta è fatto. E i blockbuster sono arrivati lo stesso, compreso un “certo” Dune, macchina tritatutto ai box office.
Mancava ancora una sfida. Forse la più logorante di tutte. Quanto sarebbe stato bello calarsi nella parte di Bob Dylan in A Complete Unknown? Quando gli hanno presentato l’offerta, le granitiche certezze sul proprio corpo fin lì accumulate sono svanite. Perché certi treni passano una volta sola. E non c’è trasformazione più radicale di quella dei propri principi.
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