Addio al regista Stefano Landini, il ricordo di Pupi Avati: “Se ne è andato uno dei migliori esseri umani”
Il suo ultimo lavoro, Stolen Moments, è ancora inedito.
Il mondo del cinema italiano piange la scomparsa di Stefano Landini, regista, sceneggiatore e montatore, venuto a mancare all’età di 61 anni a causa di una malattia. Nato a Roma il 15 ottobre 1963, Landini si era diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1990, sotto la guida di maestri come Gianni Amelio e Furio Scarpelli. Durante la sua carriera, Landini ha diretto numerosi cortometraggi e documentari, distinguendosi per la sua passione per il cinema e il jazz. Tra le sue opere più note si annoverano Stanley and Us (1999), un documentario dedicato a Stanley Kubrick, 7/8 – Sette ottavi (2006), un film drammatico, e Cocktail Bar – Storie Jazz di Roma, di note, di amori (2018), un documentario che esplora l’universo del jazz nella capitale italiana.
Il suo ultimo lavoro, Stolen Moments, completato nel 2024, è ancora inedito. Landini era noto anche per la sua collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove, oltre a essere stato allievo, ha ricoperto il ruolo di collaboratore e dipendente, contribuendo all’organizzazione e all’assistenza tecnica dei corsi. La presidente del CSC, Gabriella Buontempo, ha dichiarato: “La scomparsa di Stefano Landini è per chiunque lavori e abbia vissuto il Centro, una perdita dolorosa, sia sul piano professionale che umano. Come Presidente, mi unisco al rammarico e alla tristezza di chi ha avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzarne le grandi passioni (il cinema, il jazz), i numerosi documentari e cortometraggi e soprattutto l’attaccamento alla nostra Scuola e alla Cineteca”.
![](https://www.cinematographe.it/wp-content/uploads/2025/02/maxresdefault-1.jpg)
I colleghi lo ricordano come una persona di straordinaria bontà e passione. Fabio Rosi, suo compagno di corso al CSC, ha affermato: “Stefano era una delle anime più belle fra tutti quelli che hanno popolato e permeato di sé il Centro Sperimentale di Cinematografia, Stefano era l’allegro sorriso e la disarmante bontà sempre presenti. Cineasta e cinefilo, da bambino faceva cortometraggi in Super 8 e giocava “ai soldatini” con i fotogrammi dei film, come Spielberg e Tornatore. Ma la sua smisurata passione era per Kubrick, cui aveva dedicato scritti e documentari.” La sua dedizione al cinema e al CSC ha lasciato un’impronta indelebile. Nel 2015, in occasione dell’ottantesimo anniversario del Centro Sperimentale di Cinematografia, Landini ha realizzato una serie di interviste con ex allievi, docenti e diplomati illustri, contribuendo a preservare la memoria storica dell’istituzione.
Ha voluto ricordarlo anche Pupi Avati, un regista che Landini ammirava e con il quale condivideva la passione per il jazz: “Stefano ha vissuto gli ultimi tempi della sua vita solo per portare a conclusione il suo film dandogli le sempre più esigue energie. Ho vissuto con lui la nascita di quel progetto al quale presi parte, ho vissuto con l’ultima proiezione di Stolen Moments in un Cinema stracolmo di amici. Al termine ci siamo abbracciati con la sensazione che lui aveva portato a compimento quel piccolo film che per ingenuità è poesia lo avrebbe rappresentato per sempre. Se ne è andato uno degli esseri umani migliori fra i tanti che ho conosciuto nella mia lunga vita“.