Akira Kurosawa torna al cinema con 5 capolavori restaurati: le date e i film imperdibili
5 film del maestro giapponese in versione restaurata.
La Cineteca di Bologna celebra il maestro del cinema giapponese Akira Kurosawa con il progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, riportando sul grande schermo cinque capolavori restaurati, disponibili nelle sale italiane a partire dal 13 gennaio. I film, realizzati in collaborazione con la storica casa di produzione Toho, coprono un periodo che va dal 1949 al 1962. Si parte con Cane randagio (1949), per poi attraversare titoli fondamentali come Vivere (1952) — mai distribuito in Italia — e I sette samurai (1954), presentato per la prima volta nel nostro Paese nella versione integrale di 207 minuti. La rassegna si conclude con La sfida del samurai (1961) e il suo sequel Sanjuro (1962), che ha ispirato Per un pugno di dollari di Sergio Leone.
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“Discendente di una famiglia di samurai e profondo conoscitore della cultura occidentale — spiega Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna — Kurosawa esordisce alla regia nel 1942. Il primo film della rassegna, Cane randagio (1949), è un poliziesco avvincente, con una trama che ricorda Ladri di biciclette: qui, però, il derubato è un giovane poliziotto a cui viene sottratta la pistola d’ordinanza. Questo film segna l’inizio del leggendario sodalizio con l’attore Toshiro Mifune e della collaborazione con lo sceneggiatore Ryuzo Kikushima. Vivere (1952), considerato da molti critici il capolavoro di Kurosawa, è un’intensa esplorazione interiore scatenata dalla consapevolezza della propria mortalità.
“I sette samurai (1954), il film giapponese più celebre in Occidente, fu per decenni conosciuto all’estero in una versione mutilata di un’ora, in cui i samurai erano ridotti a quattro. Mai distribuito in Italia in forma integrale fino a oggi, rappresenta un’ode alla resistenza morale contro la sfiducia e la disperazione. Amatissimo dai contemporanei (Fellini, per esempio, si ispirò ai samurai per il trucco, i costumi e la camminata di Gelsomina ne La strada), il film ha influenzato profondamente registi come Peckinpah, Coppola e Lucas. La rassegna si chiude con La sfida del samurai (1961) e il suo seguito Sanjuro (1962), due opere che parodiano la violenza e che hanno contribuito a forgiare l’estetica del western moderno. Senza questi due film, non esisterebbero né Sergio Leone né Quentin Tarantino”.
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