Al Pacino su Marlon Brando: “Non volevo parlargli, mi sentivo a disagio”
Due leggende per la prima volta faccia a faccia.
Al Pacino è uno degli attori più iconici e acclamati del cinema americano. Nato a New York nel 1940, ha iniziato la sua carriera teatrale prima di raggiungere la fama mondiale con il ruolo di Michael Corleone ne Il Padrino (1972) di Francis Ford Coppola, che gli valse una nomination agli Oscar. Successivamente, ha consolidato il suo status di leggenda con interpretazioni memorabili in film come Serpico (1973), Scarface (1983), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) e Heat (1995).
Gioca nella stessa grande lega di interpreti del calibro di Robert De Niro, Robert Duvall e Marlon Brando. E cosa hanno in comune questi attori? Fanno tutti parte della migliore trilogia della storia del cinema: Il Padrino. Ci sono tantissime curiosità che circondano la realizzazione de Il Padrino, la più recente è stata svelata dallo stesso Al Pacino in occasione della pubblicazione della sua biografia. Nel libro, ricorda la prima volta che ha girato una scena con Marlon Brando, che nel film interpretava suo padre, Vito Corleone.
Al Pacino sostiene di essere stato costretto a pranzare con la star dopo che il regista Francis Ford Coppola aveva insistito. Un incontro in cui il leggendario attore si comportò “così stranamente” che, oggi, lo stesso Pacino non ricorda esattamente di cosa parlassero.
“Non volevo davvero parlare con lui. Pensavo che non fosse necessario”, scrive Pacino a proposito dell’incontro in un estratto del libro pubblicato sul Guardian. “Non volevo parlargli, il disagio lo sentivo solo a pensarci: ‘Vuoi dire che devo mangiare con lui?’ Sul serio, mi ha spaventato a morte. Era il più grande attore vivente del nostro tempo. Sono cresciuto con attori come lui, persone straordinarie come Clark Gable e Cary Grant. Erano famosi quando la fama significava qualcosa, ma Francis diceva: ‘Devi farlo. fallo’, e così l’ho fatto”.
Pacino torna alla sua prima conversazione con Brando, avvenuta durante le riprese della scena in cui il suo personaggio, Michael Corleone, fa visita a suo padre, Vito, in un ospedale. E ricorda: “Lui era seduto in un letto d’ospedale e io nell’altro”, ricorda. “Mi faceva domande del tipo: ‘Da dove vieni? Da quanto tempo fai l’attore?'”
Tuttavia, il fatto che Brando mangiasse così tanto rendeva difficile la concentrazione di Pacino. “Stava mangiando pollo alla cacciatora con le mani, le sue mani erano piene di salsa rossa. Anche la sua faccia. E questo era tutto ciò a cui potevo pensare per tutto il tempo. Qualunque fossero le sue parole, la mia mente era fissa sullo spettacolo macchiato davanti a me. Non smetteva di parlare ed ero ipnotizzato.”
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