Alberto Sordi nell’affettuoso ricordo di Carlo Verdone
Un paio di giorni fa ricorreva l’anniversario della scomparsa di un grande attore e caratterista del cinema italiano: Alberto Sordi. Le parole spesso non bastano a spiegare la meraviglia del suo lascito, disseminato il programmi televisivi e pellicole che ancora oggi echeggiano nei nostri schermi e nella memoria di chi il cinema ha iniziato ad amarlo anche grazie a lui.
Alberto Sordi nell’affettuoso ricordo di Carlo Verdone
Ciò che di più commovente e cristallino resta dell’attore, compositore e sceneggiatore che fu però, è l’uomo: quello strato sottile seppellito sotto il blablabla del successo, concesso a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e interagire con lui nella vita vera, quella che si accende quando i riflettori si spengono.
E a darcene uno spaccato è un altrettanto grande autore del cinema nostrano e contemporaneo: Carlo Verdone, che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato una foto che li ritrae insieme, durante le riprese di In Viaggio con Papà: Verdone euforico e allegro, Sordi vistosamente spaventato. Il commento di Verdone (che potete leggere di seguito) regala uno spaccato di brio e autenticità.
Di seguito l’immagine e il commento di Carlo Verdone:
Porto Santo Stefano 1982. Manca poco rompo il femore a Sordi.
Era la scena finale di “In Viaggio con papà”, ed era anche l’ultimo giorno delle riprese: la scena prevedeva che, dopo una litigata, io abbracciassi Sordi alle spalle, senza che lui se ne accorgesse.
Forse preso dall’euforia dell’ultimo ciak o forse per fargli un’improvvisazione, feci una corsa con un salto finale notevole sulle sue spalle: dalla foto si vede Sordi che ha un’espressione di spavento perché gli arrivano sulle spalle 87 chili senza saperlo.
Lui resse per miracolo e continuò a recitare, ma allo stop mi urlò: “Ma che caxxo fai?… Che me voi ammazza’ ?”.
Gli chiesi scusa, non mi rivolse la parola per un’ora e mandò a prendere del ghiaccio nel camper perché sforzò tremendamente il ginocchio sinistro, restai ovviamente mortificato e mi scusai altre cento volte.
Mi disse di prepararmi a rifare la scena come da copione, ma dopo un’ora e mezzo il ginocchio di Sordi era gonfio, e gli faceva male il femore, così si decise che saremmo tornati la settimana successiva con una troupe ridotta.
Tornai a Roma dispiaciuto e mortificato, gli scrissi anche una lettera…
Poi un giorno mi chiamò dalla moviola per dirmi: “Lo sai che giro col bastone per colpa tua? …. io ancora me chiedo che t’è venuto in mente…”
Non fiatai … ma poi aggiunse: “Nonostante la stronzata che hai fatto la scena fa ridere. Va be’ … lasciamo questa”.
Alberto ebbe il ginocchio sinistro gonfio per un mese.
La foto che vedete fu scattata dal suo bravo fotografo di scena Enrico Appetito, che ebbe la prontezza di immortalare la faccia di Sordi terrorizzata e il mio volo, francamente incredibile.
Buona giornata a tutti .
Carlo Verdone
Porto Santo Stefano 1982. Manca poco rompo il femore a Sordi. Era la scena finale di “In Viaggio con papà”, ed era…
Pubblicato da Carlo Verdone Official su Venerdì 26 febbraio 2016