Amber Heard al processo contro Johnny Depp: “Temevo mi avrebbe uccisa”
"Ha esplicitamente minacciato di uccidermi molte volte" rivela Amber Heard durante il processo all'ex marito Johnny Depp, accusato di violenza domestica.
Continua il processo tra i due ex coniugi Amber Heard e Johnny Depp, accusato di violenza e abusi sull’attrice
Amber Heard quest’oggi è salita sul banco dei testimoni durante il processo per diffamazione di Depp contro il quotidiano The Sun. L’attrice ha detto alla Corte Suprema britannica che l’ex marito Johnny Depp l’ha minacciata di morte. Depp sta citando in giudizio il tabloid britannico dopo che un giornalista in un articolo l’ha accusato di essere un “picchiatore di mogli” per le presunte violenze perpetrate ai danni della ex moglie Heard durante la loro relazione, tra il 2011 e il 2016. Depp nega strenuamente l’accusa.
Amber Heard: l’ex assistente l’accusa di essersi appropriata della sua storia
Amber Heard si è recata al banco dei testimoni per fornire prove delle 14 accuse di violenza domestica che ha sporto a Depp. In una testimonianza scritta Heard ha accusato Depp di averla sottoposta ad abusi verbali e fisici, tra cui urla, parolacce, minacce, pugni, schiaffi, calci, colpi in testa e soffocamento, oltre a “un comportamento estremamente intimidatorio”.
Alcuni incidenti sono stati così gravi che temevo che mi avrebbe uccisa, intenzionalmente o semplicemente perdendo il controllo. Ha esplicitamente minacciato di uccidermi molte volte. C’è stata una discussione in una camera d’albergo a Tokyo nel 2015 in cui Johnny mi ha colpita alla testa.
Nella sua dichiarazione l’attrice ha affermato che Johnny Depp ha attribuito il suo comportamento a un disturbo di personalità multipla, una terza parte di se che ha definito “il mostro”.
Pensavo che potesse migliorare e che lo avrebbe fatto, e lo desideravo così tanto fino alla fine. Dopo diversi episodi violenti, il suo team ha cercato di convincermi a stare con lui o a tornare a casa da lui, spesso dicendo che gli dispiaceva e che si sarebbe messo a posto per me. Penso di essere rimasta non solo perché avevo la speranza che guarisse e che le cose cambiassero, ma anche per la responsabilità che sentivo, mi è stato detto che ero io a motivarlo e aiutarlo a rimettersi in ordine.
Il processo continua.