L’avete riconosciuta? La sua voce malinconica ha incantato il mondo, il cinema ne ha omaggiato il talento e la solitudine le fu fatale
Avrebbe avuto tante altre cose da dire, se solo la morte non se la fosse portata via così presto...
Per celebrarne il talento, il regista Asif Kapadia ha diretto un documentario nel 2015, insignito del Premio Oscar. L’opera racconta la vita della compianta artista, annoverando pure video e interviste inedite insieme ad alcuni brani inascoltati. Morta il 23 luglio 2011, a soli 27 anni per abuso di alcool dopo una lunga astinenza, Amy Winehouse ha lasciato un vuoto probabilmente incolmabile nella musica, a cui ha dato un contributo formidabile, specie se rapportato ai pochi anni di carriera realmente condotti.
Amy Winehouse: l’ascesa e la caduta
Amy Winehouse nacque a Londra il 14 settembre 1983. Durante il 2003 approdò sulle scene, pubblicando, per l’etichetta discografica Island, l’album Frank. Il disco offrì un primo assaggio delle sue notevoli capacità. Fin dall’esordio pubblico e critica diedero segno di apprezzarla, anche se il successo planetario giunse in seguito.
L’anno di gloria su il 2007, quando lanciò il secondo album, intitolato Back to Black. Chiunque avesse avuto ancora dei dubbi sul valore dell’interprete li accantonò definitivamente. Merito di un lavoro straordinario, frutto di lacrime e sudore.
In particolare, Amy Winehouse conquistò la ribalta mainstream pezzi della caratura di Rehab, Love Is a Losing Game e l’omonima traccia Back to Black. Ciascuno di essi divenne una hit, consentendo di scalare le classiche mondiali. Talmente il prodotto finale risultò ben fatto da valere cinque Grammy Awards. Lo stile combinava elementi soul e jazz degli anni Sessanta, uniti a un suono R&B contemporaneo. I testi brillavano in originalità, sarcasmo e sincerità.
Purtroppo, però, Amy Winehouse non fu unicamente genio, ma anche sregolatezza, luce e oscurità. Salì alle cronache per gravi problemi legati a dipendenze da alcool e sostanze stupefacenti, oltre a disordini alimentari, che portarono a posticipare la realizzazione del terzo disco, fino alla morte, avvenuta nella sua abitazione a Londra.