Andrew Garfield difende Mel Gibson dopo che è stato bandito per un decennio da Hollywood: “Le persone possono cambiare”

Mel Gibson distribuirà il film nel 2025, ma resta da vedere se il pubblico si sarà già dimenticato di quello che ha fatto dieci anni fa.

Qualcosa che Hollywood ha imparato nel modo più duro possibile nel corso della sua storia è perdonare. Ci sono cose imperdonabili, ovviamente (come i presunti desideri cannibali di Armie Hammer), ma la maggior parte (come la mania per Scientology di Tom Cruise) può, dopo un periodo di magra, essere dimenticata. Questo è il caso, secondo Andrew Garfield di Mel Gibson, che non pubblica un film dal 2016 (To the Last Man) e crede che dovrebbe poter fare quello che vuole.

Sulla rivista People, l’attore, che ha recitato con Gibson nel suo ultimo film, ha dichiarato che dovremmo perdonarlo per i suoi commenti antisemiti (e la cosa ha una certa importanza perché Garfield è ebreo): “Ho imparato molto, in realtà. Ho imparato che le persone possono guarire. Ho imparato che le persone possono cambiare, che le persone possono ricevere aiuto. Ho imparato che tutti meritano rispetto e che le persone meritano una seconda possibilità, una terza possibilità, una quarta possibilità”.

“Mel ha fatto un bellissimo lavoro di guarigione su se stesso. E grazie a Dio. Perché è un regista incredibile e penso che meriti di fare film. Merita di raccontare storie, perché ha un cuore compassionevole e molto, molto grande.”

Va ricordato che Gibson nel 2011, dopo essere stato sorpreso completamente ubriaco mentre schiacciava sull’acceleratore, finì per inveire contro l’agente di polizia che lo stava arrestando con commenti razzisti, omofobi e antisemiti che hanno toccato l’apice con la frase: “Fottuti ebrei. Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del mondo. Sei ebreo?”. Da allora ha partecipato come attore a film che non sono usciti nelle sale e, solo l’anno prossimo, tenterà di tornare in prima linea dirigendo Menace in the Air, il suo primo film in nove anni.

Per Garfield è una buona notizia perché: “È il tipo di regista che esce da dietro i monitor con gli occhi bagnati. Sapeva quando tutto andava bene e sapeva quando no. E io gli ho creduto. È un narratore così viscerale.” che riesce a sentire… Non può fare a meno di sentire tutto. È un uomo davvero empatico.” Resta da vedere se Hollywood è pronta al perdono.