Buon compleanno Anouk Aimée! Biografia, carriera e vita privata della “più bella residente della Rive Gauche”
Da Fellini a Bellocchio e Bertolucci, ha collaborato con alcuni dei più grandi registi italiani di ogni tempo.
Negli anni Sessanta, fu definita dalla rivista Life “la residente più bella della Rive Gauche”. Nota per il fascino e la disarmante bellezza, Nicole Françoise Florence Dreyfus interpretò spesso una femme fatale dall’aura malinconica. Ma il grande pubblico l’ha sempre conosciuta con il suo nome d’arte: Anouk Aimée!
Anouk Aimée: l’icona francese che stregò i grandi registi italiani
Nata il 27 aprile 1932 a Parigi dagli attori Henry Murray e Geneviève Sorya, ha sempre voluto seguire le orme dei genitori. Il debutto cinematografico avvenne all’età di 14 anni in Tragico incontro. Da giovane studiò recitazione e danza, oltre ad andare a scuola. Durante la Seconda guerra mondiale fu allieva alla Mayfield School nel Sussex; tuttavia, non portò mai a termini gli studi, in quanto se ne andò prima di sostenere gli esami finali. Studiò teatro in Inghilterra, dopodiché arte drammatica e danza con Andrée Bauer-Thérond.
Anouk Aimée conobbe il successo grazie a La dolce vita di Federico Fellini. Da quel momento in avanti la considerarono una stella nascente ormai esplosa. Durante gli anni Sessanta, prese parte a Lola e 8½, sempre di Fellini. Inoltre, incantò la platea con alcune scene di nudo in Rapporto a quattro di George Cukor, con Dirk Bogarde. Sebbene la prevalenza dei film fossero francesi, ha, infatti, pure girato in Italia, Gran Bretagna, Spagna e Germania, così come in produzioni americane.
La performance sfoderata in Un uomo e una donna di Claude Lelouch le valse il Golden Globe e il BAFTA Award, nonché una candidatura all’Oscar. La splendida intesa formata con l’altro attore principale, Jean-Louis Trintignant, e la bellissima colonna sonora permisero all’opera di trionfare sia al Festival di Cannes che due Oscar, di cui uno assegnato per il miglior film in lingua straniera.
Con il suo sottile ritratto dell’eroina – autoprotettiva, poi soccombente a un nuovo amore – Anouk Aimée creò un nuovo tipo di femme fatale, sentenziarono i critici di allora. Che riconobbero alla pellicola il merito di aver riacceso la lussureggiante storia d’amore su schermo in un’era di modernismo scettico. La consacrazione internazionale arrivò proprio allora.
Lavorò, quindi, tra il 1980 e il 1981 con altri cineasti italiani di straordinario blasone: Marco Bellocchio in Un salto nel buio, aggiudicandosi la Palma d’oro a Cannes, e La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci. Nel decennio successivo, si mise in luce soprattutto per Prêt-à-Porter di Robert Altman. All’alba del nuovo millennio ricevette, per la carriera, il César Award a Cannes e l’Orso d’oro a Berlino. Nel 2019 ha vestito i panni di Anne Gauthier in The Best Years of a Life di Claude Lelouch.
Aimée ha avuto quattro matrimoni, ognuno di essi concluso in divorzio: Edouard Zimmermann, il regista Nico Papatakis, l’attore e produttore musicale Pierre Barouh e l’attore Albert Finney. Ha una figlia, Manuela Papatakis, frutto delle sue seconde nozze. Fece, inoltre, parecchio parlare di sé la storia con il collega Omar Sharif negli anni Sessanta. Dirk Bogarde, il quale la conosceva da quando aveva 15 anni, raccontò quanto fosse infelice a causa delle relazioni amorose.