Avete riconosciuto questo giovane cowboy? Da piccolo ha vissuto una tragedia, da grande sognava il football ma ha trovato il successo inseguendo un latitante
Una tragedia ha scosso la sua infanzia
Il football è stato la sua via di fuga. Nato il 15 settembre 1946 a San Saba in Texas, è figlio di una poliziotta, Lucille Marie Scott, e di un operaio Clyde C. Jones. Ha un’infanzia turbolenta per via delle frequenti liti dei genitori che successivamente divorziano. Ma l’evento più sconvolgente per Tommy Lee Jones è la morte del fratello minore, avvenuta in tenera età.
Tommy Lee Jones: il dramma da piccolo
Da ragazzo dimostra una ottima predisposizione al football americano e ciò gli vale una borsa di studio alla St. Mark’s School di Dallas. È qui che, per la prima volta, comincia a recitare nelle rappresentazioni studentesche. Sempre grazie alle doti sportive consegue una borsa di studio ad Harvard.
Si laurea con lode in letteratura inglese ma il suo sogno di diventare un giocatore professionista sfuma quando viene scartato per la sua costituzione troppo gracile. Si trasferisce a New York dove ottiene una chiamata a Broadway e diversi lavori tv. Poi trasloca a Los Angeles. Per una quindicina di anni alterna produzioni sul piccolo e sul grande schermo.
Alla ribalta sale per l’interpretazione di Clay Show in JFK – Un caso ancora aperto (1991) di Oliver Stone, che gli vale la nomination agli Oscar come migliore non protagonista.
Si rifarà a due anni di distanza, quando gli verrà conferita l’ambita statuetta per Il fuggitivo di Andrew Davis. Qui presta il volto a Samuel Gerard, marshal a capo delle indagini, che con la sua squadra dà il via alle operazioni di ricerca per trovare il chirurgo Richard Kimble (Harrison Ford), accusato di aver ucciso la moglie Helen (Sela Ward).
La fama di Tommy Lee Jones è ulteriormente cresciuta con la sua partecipazione alla saga di Made in Black, in cui è l’Agente K.