Avete riconosciuto quest’uomo “chiamato cavallo”? Ha insegnato presso una nota scuola di stregoneria
La trasformazione e i più celebri film di un grande attore irlandese
Richard Harris, attore e cantautore irlandese, scomparso nel 2002, è stato protagonista di un percorso denso di ostacoli: a causa di un principio di tubercolosi ha dovuto abbandonare la carriera del rugby all’età di 20 anni, sport nel quale si distinse tanto da arrivare a rappresentare la seconda squadra del Munster della Irish Rugby Football Union; trasferitosi in Inghilterra sognava di diventare un regista, ma non trovò corsi di formazione adeguati e fu rifiutato da due scuole perché a 24 anni era considerato già troppo grande. Determinato però a perseguire il suo sogno, affittando un piccolo teatro, produsse lo spettacolo Winter Journey che ottenne buone recensioni dalla critica, ma che non gli permise di recuperare con i guadagni tutti i risparmi spesi. Senza più soldi né lavoro dormì per sei settimane in un deposito di carbone, continuando comunque gli studi. Si unì successivamente al Theatre Workshop dove ottenne i primi ruoli teatrali e per quasi 10 anni affinò le proprie doti attoriali frequentando vari teatri e corsi diversi, prima del suo debutto cinematografico. Continuando comunque a recitare in teatro, nel 1958 inizia ad avere piccoli ruoli in alcune serie tv, e l’anno successivo recita in Alive and Kicking che segna la sua prima partecipazione a una pellicola per il grande schermo. Dopo parti secondarie in noti e apprezzati film come I cannoni di Navarone e Gli ammutinati del Bounty, Richard Harris ottiene il ruolo di un giocatore di rugby in Io sono un campione. La parte, a lui molto familiare, lo porta a vincere la Palma d’Oro al Festival di Cannes e alla sua prima candidatura all’Oscar con il quale l’attore entra nel mondo di Hollywood.
La carriera di Richard Harris
Dopo interpretazioni in film come Deserto Rosso, La Bibbia, Camelot, per il quale l’attore è maggiormente noto e I cospiratori del 1970, il ruolo più celebre di Harris è quello del protagonista in Un uomo chiamato cavallo, che diede vita a due sequel, dove l’attore interpreta in tutti e tre i film l’aristocratico inglese John Morgan. La pellicola ebbe molto successo e racconta il rapporto tra due civiltà, quella anglosassone e quella dei nativi americani Sioux, insieme alla trasformazione del protagonista: da schiavo utilizzato come un cavallo da soma a leader guerriero che insegna agli indiani Sioux le strategie militari per poter respingere l’attacco delle tribù avversarie.
Iconiche le scene della prova a cui viene sottoposto Morgan per dimostrare la sua forza e il suo coraggio, e della battaglia vinta dagli indiani grazie all’arte militare trasmessa da Morgan. Tra il primo film del 1970 e l’ultimo del 1983 Richard Harris partecipò a molte altre pellicole, e successivamente viene ricordato per Gli spietati, Il senso di Smilla per la neve, Il gladiatore, dove interpreta l’imperatore Marco Aurelio, Montecristo e il ruolo di Albus Silente nei due film della saga di Harry Potter.
Richard Harris per molti anni ebbe problemi di abuso di droga e alcolismo fino al 1981, dai quali riuscì a disintossicarsi durante un periodo di pausa alle Bahamas dove riscoprì inoltre la fede religiosa. Molto amico di Mickey Rourke e Peter O’Toole, in suo onore sono state realizzate due statue: una che lo raffigura a 18 anni mentre gioca a tennis e una che ricorda il ruolo di Re Artù in Camelot.