Avete visto il padre di Christian De Sica? Fu tra i maggiori esponenti del neorealismo e della commedia all’italiana e aveva il vizio del gioco
Vedendo ora Christian De Sica, la somiglianza con suo padre è incredibile.
Il papà di Christian De Sica non ha bisogno di presentazioni, dato che è stato uno degli attori più famosi della storia del cinema e teatro. È Vittorio De Sica, uno dei maggiori esponenti del cinema neoralista e della commedia all’italiana. Nato a Sora il 7 luglio 1901, a soli 13 anni si trasferì insieme alla sua famiglia a Napoli e poi – dopo la Prima Guerra Mondiale – a Firenze. Fin da piccolissimo ha iniziato a esibirsi come attore dilettante in piccoli spettacoli creati per i militari degli ospedali. Ha poi intrapreso gli studi di ragioneria, ottenendo un piccolo ruolo nel film muto Il processo Clémenceau. Dopo questa sua piccola esperienza cinematografica, decide di continuare gli studi e a lavorare solo in teatro.
Il successo a teatro fu enorme. Divenne uno degli attori più richiesti, fino a realizzarsi anche come regista teatrale. Sul grande schermo, dopo il suo primo debutto, divenne anche qui un attore molto richiesto. Tra i film più importanti ricordiamo Gli uomini, che mascalzoni dove si sente per la prima volta la bellissima e celebre canzone Parlami d’amore Mariù. Non solo attore, De Sica divenne anche un grande regista neorealista, dirigendo grandi capolavori come Sciuscià e Ladri di biciclette, che ottennero anche il Premio Oscaro come Miglior film straniero e il Nastro d’argento alla miglior regia.
Nel 1968 – dopo aver ottenuto la cittadinanza francese – si sposò con Marìa Mercader, da cui ebbe due figli: Manuel e Christian, che diventerà un attore italiano amato tanto quasi quanto il padre. Vittorio De Sica morì – lasciando un vuoto artistico in Italia – nel 1974, all’età di 73 anni dopo un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni. Ancora oggi il figlio Christian rimpiange la morte di suo padre, rivelando “Pensa quante cose avrebbe potuto insegnarmi, quante paure avrebbe potuto togliermi. Avevo 23 anni ed ero ancora un ragazzino, avevo ancora bisogno di lui”.