Biancaneve e l’assurda critica a quanto poco sia “bianca” Rachel Zegler

Le critiche dirette a Rachel Zegler per il suo ruolo nel remake live-action di Biancaneve hanno raggiunto livelli di assurdità difficilmente eguagliabili.

Il mondo del cinema e dell’intrattenimento non è nuovo alle polemiche legate al casting, ma la recente ondata di critiche dirette a Rachel Zegler per il suo ruolo nel remake live-action di Biancaneve ha raggiunto livelli di assurdità difficilmente eguagliabili.

Zegler, attrice di origine colombiana e vincitrice di un Golden Globe per la sua interpretazione in West Side Story, è stata bersagliata da voci di destra e da una frangia di fan intransigenti della Disney, che hanno contestato il fatto che una donna non bianca possa interpretare il celebre personaggio della fiaba. Il punto focale delle critiche? Il nome del personaggio: Biancaneve, associato alla sua “pelle bianca come la neve”.

Biancaneve e l’assurda critica a Rachel Zegler: quando il colore della pelle diventa un problema solo per alcuni

Biancaneve 2024 - cinematographe.it

Le critiche mosse contro Zegler appaiono tanto più ridicole se si considera il recente racconto dell’attrice riguardo alla sua esperienza nel casting di West Side Story. In una recente intervista ad Allure, Zegler ha rivelato che, quando era in lizza per il ruolo di Maria nel film di Steven Spielberg, i “dirigenti bianchi” le hanno chiesto più volte di dimostrare le sue origini colombiane. “C’è confusione perché non c’è una sola oncia di latino nel mio nome”, ha spiegato l’attrice.

Ciò dimostra come, nel settore dell’intrattenimento, la questione dell’identità etnica venga usata a convenienza: se un attore ha un aspetto non caucasico, deve dimostrare la sua legittimità per un ruolo “etnicamente connotato”; se, invece, un’attrice di origini latine interpreta un personaggio bianco, scatta l’indignazione. Due pesi e due misure che rivelano una profonda ipocrisia.

I detrattori di Zegler sembrano ignorare il fatto che il cinema è un’arte in continua evoluzione, e che i personaggi delle fiabe possono (e devono) essere reinterpretati alla luce di una società sempre più inclusiva e rappresentativa. La Disney stessa ha già dimostrato questa apertura con scelte di casting diversificate, come Halle Bailey nel ruolo della Sirenetta, affrontando le stesse sterili critiche.

La storia di Biancaneve, come qualsiasi altra fiaba, è una narrazione simbolica, non un trattato scientifico sulla pigmentazione della pelle. Ciò che conta è la rappresentazione di valori come il coraggio, la gentilezza e la resilienza, caratteristiche che un’attrice talentuosa come Rachel Zegler può certamente incarnare.

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