Black Panther – Lupita Nyong’o: “abbiamo evitato la questione pelle nera”
Ecco cosa ha detto l'attrice, che ha voluto rimarcare come il regista abbia optato per evitare di mostrare "la fatica di farcela se si ha la pelle nera".
Il premio Oscar Lupita Nyong’o ha recentemente parlato del cinecomic Black Panther, diretto da Ryan Coogler
A quanto pare, in Black Panther è stato volutamente evitato di inserire come storyline la “questione della pelle nera” intendendo, con questa frase, che non si voleva mostrare, come spesso avviene negli USA, quanto sia difficile per persone di colore farcela non solo nella vita, ma anche nella stessa industria hollywoodiana la quale, come spesso si sente dire, evita i film a grosso budget per produzioni che narrano vicende di persone dalla pelle scura. Cosa che invece, è successa per Black Panther, che ha avuto un successo strepitoso, superando abbondantemente il miliardo di dollari d’incasso al botteghino globale. Ecco le parole dell’attrice:
È stato davvero bello e interessante lavorare su una narrativa africana che non ha portato alla luce la lotta dell’essere africani. Nel cinefumetto ho avuto la sensazione che l’esperienza africana potesse invece essere qualcosa alla quale aspirare. Penso che sia più comune in America sentire parlare della lotta dei neri piuttosto che sentire parlare del loro successo. E ovviamente avrebbe fatto “sensazione” un film a grande budget che parla di una lotta. tuttavia ormai la lotta di chi ha la pelle scura è diventato un vero e proprio clickbait.
La Nyong’o ha detto di aver accettato di lavorare al film sulla base della visione che aveva Ryan Coogler perché quando gliene hanno parlato la sceneggiatura non esisteva ancora – e la Marvel non le avrebbe permesso di vederla, ad ogni modo. E sebbene Coogler e Cole abbiano scritto il film mentre Barack Obama era ancora presidente, il cinecomic è uscito in sala un anno dopo l’arrivo alla presidenza di Donald Trump.
Ryan ha creato qualcosa dalla rilevanza futura che, quando ci ha lavorato, non poteva prevedere. Quando mi preparo per un progetto, devo capire perché lo sto facendo. Poi, ovviamente, c’è la gente da considerare. Quando scelgo i progetti, voglio avere fiducia nel fatto che il lavoro sarà in grado di dire qualcosa anche dopo averlo interpretato. E con Pantera Nera è successo proprio questo: quando abbiamo girato il film il clima politico era molto, molto diverso da quello in cui è stato poi diffuso in sala.