Box Office Italia 2018. Calano i biglietti, ma sale il cinema italiano
In generale si registra un calo degli incassi e delle presenza. Nel quadro negativo, però, si possono evidenziare degli aspetti molto positivi: ecco quali.
Gennaio, si sa, è un po’ il lunedì dell’anno. Come ogni nuovo inizio, è il momento dei bilanci, considerazioni e rilancio per i tempi che verranno, e il cinema (e il box office) non fa eccezione.
Prima forma di intrattenimento outdoor in Italia (e non solo), la sala cinematografica è diventata – nel corso degli anni – un luogo sempre meno frequentato. Qualcuno senz’altro darà la colpa alla diffusione delle piattaforme di streaming che offrono un servizio simile, ma a prezzi inferiori e nella comodità della propria casa. Eppure la suggestione della sala, il rito della visione collettiva e l’insostituibile concentrazione che dona il recarsi al cinema, sono sensazioni che nessun sito internet è riuscito a replicare. E gli italiani, nonostante tutto, continuano ad esserne consapevoli. Ma fino a che punto?
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Il 2018 del Box Office internazionale
Il calo della vendita dei biglietti è un dato evidente nella maggior parte dei Paesi europei. In generale, il 2018 ha visto una diminuzione sensibile dello sbigliettamento in Germania (-16%), seguita da una tendenza più o meno uniforme nelle nazioni dell’Europa mediterranea: Francia (-4%), Spagna (-2%) e Italia (-5%). Resta stabile, invece, la fruizione delle sale inglesi, che confermano le vendite anche durante l’anno appena concluso, registrando – anzi – un incremento (+0,6%). Concentrandoci sull’Italia, abbiamo 93 milioni di presenze e 584 milioni di incassi. Si tratta pressappoco delle stesse quantità che si sono viste in Spagna (98 milioni di biglietti, 586 milioni di euro) e Germania (97 milioni di biglietti, 840 milioni di euro), con la differenza che in Germania il prezzo del biglietto è decisamente più alto, arrivando a superare i 10 euro.
Box Office: la calda estate 2019
Al netto del calo del 5% sui biglietti, i dati sugli incassi in Italia presentano degli aspetti che aprono le porte a scenari piuttosto interessanti. Data l’ormai nota crisi della stagione estiva, l’industria nazionale ha dichiarato di voler investire i titoli di maggiore richiamo proprio nel periodo che va da aprile ad agosto. Sarà un’estate molto calda, quella del 2019, sia per quanto riguarda la distribuzione di titoli europei, sia per il cinema prettamente nostrano: questa decisione si riallaccia a una tendenza ormai assodata nel mercato americano, che riserva alla stagione estiva un’importante varietà di blockbuster.
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Box Office: la rimonta del cinema italiano
Il pubblico italiano apprezza solo i titoli americani e trascura il cinema nazionale? Niente di più sbagliato, almeno stando ai dati riportati nel box office dell’ultimo anno. Se nel 2017 erano otto i film americani ad aver incassato più di 10 milioni, nel 2018 il numero è sceso a sette, con un incasso medio inferiore di circa un milione. Inoltre, se durante l’anno appena concluso gli USA hanno perso sei punti nella quota mercato, l’Italia si piazza con il dato molto positivo del 23%. Siamo davanti a un quadro piuttosto inedito, dal momento che i film americani hanno mantenuto negli anni una quota mercato piuttosto fissa, mentre era la percentuale italiana a variare, di anno in anno, disegnando una curva discontinua.
Sempre rispetto a qualche anno fa, in cui erano i campioni del box office (come Checco Zalone, tanto per parlare del caso più eclatante) a determinare l’impennata del mercato, abbiamo a che fare con una scelta più variegata da parte del pubblico. Gli italiani hanno valorizzato storie, stili, autori diversi, distribuendo la presenza in sala non solo nei periodi tradizionalmente più affollati (come quello natalizio), ma durante tutto l’anno. Non solo la critica, ma anche il pubblico ha premiato la qualità della settima arte nostrana: sono 27 i film italiani (o di coproduzione italiana) che hanno incassato più di un milione e mezzo. Nel 2017 i titoli che hanno raggiunto questo traguardo erano solo 19. Cosa comporta questa crescita? Innanzitutto una buona notizia per le produzioni, che possono (finalmente) tirare un sospiro di sollievo e investire con un animo leggermente più sereno anche su progetti più coraggiosi e autoriali. Ci sono buone premesse anche per una distribuzione più equilibrata durante tutte le stagioni, al di là dell’investimento mirato previsto per l’estate. Per il pubblico, insomma, si apre un’annata stimolante, in cui sarà invitato a supportare il trend positivo continuando a frequentare la sala. Per il momento, gli spettatori sembrano proseguire entusiasti su questa linea: la prima settimana del gennaio 2019 ha visto un incremento del 12% degli incassi rispetto alla prima settimana del 2018.