L’avete riconosciuto? Ama andare al rallentatore, ha origini italiane e ha portato al successo un criminale cubano
Fin da ragazzo amava costruire videocamere, computer e altri dispositivi tecnologici. Difatti, la sua prima vera passione è stata la fisica. Inoltre, provava interesse verso gli omicidi famosi e li studiava su dei libri, ed esaminava nei particolari le dinamiche della morte del presidente John Fitzgerald Kennedy, nella fattispecie lo Zapruder Video. Dopo aver studiato materia scientifiche, coadiuvato dal fratello maggiore – anch’egli fisico –, cominciò ad avvertire il richiamo del teatro, mentre la visione di Vertigo lo fece avvicinare al mondo del grande schermo. E a trarne giovamento fu l’intera industria americana, con uno dei registi che ha contribuito all’avvento della New Hollywood. Avviato il percorso professionale con piccoli film a basso budget e corti in coppia con l’amico-attore William Finley, che gli ha dato manforte in diverse tappe della sua prima filmografia, Brian De Palma ha dispensato alcune delle migliori lezioni di cinema.
Brian De Palma e quel capolavoro chiamato Scarface
Brian De Palma è nato a Newark, nel New Jersey, l’11 settembre del 1940, figlio di Vivienne Muti, una casalinga d’origini italiane, e Anthony De Palma, un ortopedico statunitense, figlio a sua volta di immigrati italiani originali di Alberona (in provincia di Foggia). Lo stile artistico è contraddistinto da inquadrature d’impatto ricche di tensione, quale la peculiare ripresa al rallentatore e la rotazione di 360° della cinepresa attorno a un corpo.
Ispirato in misura determinante dalle tecniche di Alfred Hitchcock, nel corso di quattro decenni si è cimentato in parecchi generi, spaziando dall’horror al thriller, dal gangster movie alla fantascienza: tra le sue opere figurano degli autentici classici, tra cui Carlito’s Way (1993), Carrie – Lo sguardo di Satana (1976), Mission: Impossible (1996), Scarface (1983) e The Untouchables – Gli intoccabili (1987).