Cate Blanchett: “Il lockdown può far capire meglio la situazione dei rifugiati”
L'attrice australiana ha rilasciato alcune dichiarazioni esclusive a Variety, parlando di pandemia, rifugiati e connettività globale.
Cate Blanchett ha voluto sensibilizzare le persone sul tema dei rifugiati in questo momento in cui sono ad alto rischio contagio per l’emergenza Covid
Per il numero speciale Power of Women del 2020, Variety ha discusso con diverse donne dello spettacolo su una serie di cause meritevoli. Tra queste c’è stata anche Cate Blanchett che ha trascorso le settimane di lockdown nella sua casa nel sud dell’Inghilterra (dove ha avuto un piccolo incidente domestico con una motosega) e che voluto parlare proprio dell’emergenza Coronavirus. L’attrice ha espresso il proprio pensiero riguardo la sanità inglese e l’esplosione del focolaio nel Regno Unito, ma ha voluto spostare l’attenzione su un determinato tema, ovvero quello dei rifugiati.
In particolare, Cate Blanchett ha rivolto il proprio messaggio d’ammirazione a UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati che l’attrice sostiene dal 2014.
Nel mio cuore, sto anche [pensando allo] staff dell’UNHCR che è rimasto sul campo, lontano dalle loro famiglie, offrendo servizi in grande pericolo per se stessi. Sono pieno di ammirazione per loro.
Ricordiamo che l’attrice due volte vincitrice dell’Oscar per Blue Jasmine e The Aviator è Ambasciatrice di buona volontà per l’UNHCR dal 2016 (la collega Angelina Jolie lo è dal lontano 2001). Questo l’ha portata a visitare i campi dei rifugiati siriani in Giordania e in Libano, nonché nel Bazar del Cox del Bangladesh, che ospita migliaia di rifugiati Rohingya dal Myanmar.
La connettività globale per un futuro (ed un presente) migliore
Secondo dati recenti dell’UNHCR e dell’Organizzazione mondiale della sanità, oltre 70 milioni di persone sono state costrette a sfollare, di cui 26 milioni sono rifugiati, che sono particolarmente vulnerabili al COVID-19 poiché l’80% è al riparo fuori dai campi, spesso in comunità sovraffollate con scarso accesso alle cure sanitarie.
L’attrice di Carol ha tentato di dare un senso al caos, riconoscendo un “tessuto connettivo” tra l’esperienza dei rifugiati e ciò che milioni di persone hanno subito nel blocco. Le circostanze sono molto diverse, riconosce, ma c’è una nuova comprensione della vulnerabilità di coloro che si trovano nei campi con accesso limitato a acqua e sapone, dove l’isolamento sociale è impensabile.
Cate Blanchett ha poi concluso sottolineando come il movimento di persone di questi ultimi giorni potrebbe portare ad una nuova esplosione di contagi. Un’ulteriore complicanza degli aiuti è la sospensione temporanea dei finanziamenti statunitensi all’Organizzazione mondiale della sanità, che il presidente Donald Trump ora sta minacciando di renderlo permanente. A tal proposito, l’attrice ha dichiarato:
È molto, molto miope. È così strano per me che, sulla scia della pandemia, ci sia ancora questo senso di protezione delle frontiere piuttosto che rendersi conto che questo è un problema globale che può essere risolto solo attraverso la connettività globale.”