Chi era Dario Parisini? Biografia, carriera e vita privata dell’attore e musicita morto a soli 55 anni
Dario Parisini non smise mai di sperimentare, destreggiandosi tra la macchina da presa e il palco dei concerti.
A soli 55 anni si è spento il 9 giugno 2022 Dario Parisini. L’artista bolognese combatteva da tempo contro una lunga malattia (non meglio precisata), lasciando sconvolta la scena emiliana, che sperava non finisse così la sua storia. Ma i segnali premonitori su quanto la malattia ne stesse prosciugando le energie erano evidenti. Ad esempio, aveva saltato Arte Fiera, dove era una presenza fissa, e disertava i concerti da lui tanto amati. Ma chi era? Proviamo a conoscerlo meglio, sia dal punto di vista professionale sia da quello privato.
Dario Parisini: chi era il fondatore dei Disciplinatha che lavorò con Pupi Avati
Dario Parisini nacque a Bologna il 1° dicembre 1966, sotto il segno zodiacale del Sagittario e sempre nell’amato luogo d’origine si è spento nelle scorse ore. Nel 1984 intraprese il mestiere di attore vestendo, nel semifantasioso Noi tre, ambientato nel 1770, i panni del giovanissimo conte Giuseppe Pallavicini, amico di un Mozart allora quattordicenne. Quindi, venne scritturato per impersonare un ragazzo che si suicida in Impiegati. Entrambe le pellicole portano la firma del grande regista Pupi Avati, il quale scorse nel giovane delle qualità degne di nota.
Difatti, ebbero ben presto occasione di tornare a collaborare, con Festa di laurea (1985). L’anno seguente Cesare Bastelli affidò a Dario Parisini il ruolo del coprotagonista in Una domenica sì; nel 1987 assunse le sembianze di Antonio ne Il grande Blek di Giuseppe Piccioni, e nel 1988 quello di un chitarrista del XVII secolo ne La sposa di San Paolo di Gabriella Rosaleva. Infine, portò sul set il personaggio di un giovane killer nella fiction La piovra 6 – L’ultimo segreto nel 1992.
A livello musicale conquistò le luci dei riflettori fondando nel 1987 i Disciplinatha, tra le cui fila militò per dieci anni. Quindi, si esibì lungo il biennio 1999-2000 nei Massimo Volume. Intanto, costituì, insieme a Luca Oleastri e Valerio Zekkini, i Post Contemporary Corporation, gruppo rockindustrial con influenze elettroniche.
La prima versione dei Disciplinatha suscitò parecchie contestazioni. Prediligevano un linguaggio e un’iconografia da Ventennio unita a un’estetica militaresca. Dal primo lp, intitolato Abbiamo pazientato 40 anni. Ora basta! (1988) furono messi all’indice dalla Rai. Ma successivamente lo stile divenne meno sprezzante, una sorta di mix dei caratteristici generi italiani.
All’avvento degli anni Duemila, Dario Parisini trovò la via di stupire come partecipante del progetto estemporaneo El Muniria, con Emidio Clementi, Massimo Carozzi e Teho Teardo. Proprio qui incise l’album Stanza 218, registrato in una stanza d’albergo a Tangeri e, infine, ultimato a Bologna.
Chi lo aveva apprezzato soprattutto nei Disciplinatha e aveva nostalgia dei bei tempi andati ebbe una piacevolissima sorpresa, quando, nel 2017, con gli ex compagni di avventura Cristiano Santini e Marco Maiani, lanciò la band Dish-Is-Nein. Dalle discendenze industrial/neofolk, la sinergia si tradusse in un album eponimo nel gennaio 2018, realizzato con l’etichetta Contempo Records.
Sulla vita privata, invece, si hanno poche informazioni a riguardo di Domenico Parisini. Non possiamo stabilire se aveva messo su famiglia nella sua cara Bologna, la terra che oggi tanto lo piange.