Chi era Stefano Amadio e perché chi l’ha conosciuto è stato fortunato
Il nostro saluto al collega Stefano Amadio.
Stefano Amadio ci ha lasciato. Giornalista di grande talento e sensibilità, fondatore e direttore del portale cinemaitaliano.info, uno dei siti di riferimento per l’informazione cinematografica. Giornalisticamente dovrei mantenere un certo distacco nel parlare di una personalità come lui, dovrei elencare in maniera razionale, “fredda”, la sua carriera, ma la sottoscritta lo ha conosciuto molto bene e merita un ricordo più intimo, “alla mano”, come lo era lui. Per me è stato una figura importantissima, è stato il primo a darmi una vera possibilità in questo lavoro, a tendermi la mano in un momento di difficoltà, e a insegnarmi tutto quello che so su questo mestiere. Un uomo brillante, un professionista come pochi, riconosceva da subito il talento nei giovani autori, nelle loro opere prime che amava scoprire e promuovere. Non a caso nel 2019, insieme a Silvia Saitta, aveva ideato il premio Meno di Trenta, per premiare i nuovi volti e autori del cinema italiano, molti dei quali oggi sono ormai protagonisti apprezzati e premiati: come Francesco Gheghi, Paolo Strippoli, Francesco Russo, Valentina Romani, Francesco Centorame, per citarne solo alcuni.

Presenza costante dei più importanti festival di cinema italiani, era legato in particolare a uno, Il vento del Nord, una rassegna ideata da Massimo Ciavarro nel 2008 con il Professor Giovanni Spagnoletti e il coordinamento di Laura Delli Colli, durante il quale dirigeva un laboratorio di cinema a cui partecipavano gli studenti di liceo dell’isola. Durante molti di questi festival, come quello di Taormina, Spello e Ortigia, è stato anche un brillante presentatore delle serate di premiazione, sempre con la battuta pronta, rifuggendo con tutto sé stesso dai momenti noiosi che caratterizzano tutte le premiazioni.
Mi sembra di non trovare le parole giuste per rendergli omaggio, potrei raccontarvi della sua capacità di sintesi nelle recensioni che scriveva, in cui riusciva a dire tutto in poche righe, senza quel fiume di parole che noi giornalisti siamo abituati spesso a scrivere, a volte per voler dimostrare di saperne tanto, di aver compreso tutto. Lui senza retorica, con umorismo raffinato e una capacità di analisi rara coglieva il buono e il negativo di un’opera. Potrei raccontarvi della sua capacità di conquistare anche gli attori, le attrici, i registi più riservati o semplicemente burberi, sapeva farsi volere bene, e dall’incontro con loro venivano fuori interviste sempre interessanti, divertenti, mai banali. Stefano era questo e tanto altro, e posso dire che chi ha avuto la possibilità di incrociare il suo cammino è stato molto fortunato. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia. Ciao Stefano!