Chris Colfer di Glee per anni ha dovuto fingersi etero
La star di Glee che, per anni, ha finto di essere etero perché le avevano detto che il coming out le avrebbe "rovinato la carriera".
Sono passati più di dieci anni dalla fine di Glee e il suo cast pieno di future star negli ultimi anni si è un po’ dileguato (per non parlare della famosa “maledizione” che si dice aleggi su di esso!). A parte Lea Michele (di cui si è detto di tutto durante le riprese della serie), il resto degli attori ha trovato rifugio a Broadway e in ruoli televisivi secondari. Questo è il caso di Chris Colfer, che all’età di 19 anni ha trovato la fama interpretando Kurt Hummel e che ora si dedica alla scrittura della sua serie di romanzi d’avventura per adolescenti. Naturalmente, senza rimpiangere nulla.
Ora, in un’intervista con Entertainment Weekly, Colfer ha dichiarato che durante gli anni di riprese di Glee non si è divertito molto perché ha dovuto reprimere la sua omosessualità… Anche interpretando un personaggio apertamente gay!
“Quando ho iniziato a girare la serie, molte persone mi hanno detto ‘Non fare coming out qualunque cosa tu faccia perché rovinerà la tua carriera’. Così l’ho nascosto per un po’, ma ho anche detto loro: ‘Non posso nasconderlo con la mia voce… sono più effeminato della maggior parte delle persone. Non posso nasconderlo’. E poi mi hanno detto: ‘Non preoccuparti. Se non lo dichiari pubblicamente, alla fine farai una brutta fine'”.
Hollywood quindici anni fa era un posto tremendo. Tutto è cambiato in un incontro con i fan della serie in cui un ragazzo gli ha regalato una busta in cui c’era un biglietto con scritto “Grazie”, insieme ad una mollettina con i colori dell’arcobaleno. In quel momento ha capito che doveva fare coming out pubblicamente perché per lui essere quello che è veramente era molto più importante di qualsiasi ruolo che avrebbe potuto perdere.
“In quel momento stavo pensando: ‘Okay, sì, se fossi un attore apertamente gay potrei non vincere mai un grande premio, potrei non interpretare mai un supereroe’. Ma penso che essere un faro di positività e creare quel conforto per le persone sia molto più importante dell’attenzione.”