Civil War: Alex Garland parla della divisione politica che lo ha portato a creare il film

Garland, noto per aver diretto Ex Machina parla di come la situazione politica americana lo abbia spinto a creare il film.

Civil War, il nuovo film del noto sceneggiatore e regista Alex Garland (Ex Machina; Men), è pronto a far parlare di sé. Dopo il debutto al festival cinematografico SXSW, dove è stato ricevuto con un’accoglienza polarizzante, la pellicola arriverà nelle sale italiane il prossimo 18 aprile.

In una recente intervista, il regista ha spiegato il motivo per cui ha deciso di fare il film e la decisione di farlo uscire durante l’anno delle elezioni presidenziali americane. Prodotto da A24 il lungometraggio è ambientato in un futuro prossimo durante la seconda guerra civile degli Stati Uniti, e descrive la lotta di un team di giornalisti per sopravvivere.

Civil War, Alex Garland parla dell’ideazione del film: “i temi del film sono al centro del dibattito pubblico da anni e anni

Civil War - Cinematographe.it
Kirsten Dunst in una scena di Civil War

Parlando con la rivista The Hollywood Reporter Garland ha spiegato la decisione di realizzare il film in questo modo: “Quando stavo lavorando a Ex Machina sulle IA, la gente poi usa parole come preveggente o predittivo, ma io sento che sia piuttosto imbarazzante che usi questi parole, perché quando l’ho scritto c’era già un grande dibattito sulla questione.” Parlando in specifico di Civil War, il regista ha spiegato: “Credo che tutti i temi del film siano stati al centro del dibattito pubblico per anni e anni. Questi dibattiti sono cresciuti in grandezza e consapevolezza, e non sono segreti e sconosciuti più a nessuno. Credo che ormai tutti abbiano conoscenza dei termini e degli argomenti, e a quel punto mi sono sentito spinto a scriverne a riguardo. Se pensi, quando ho scritto questo film a giugno di quattro anni fa c’erano le elezioni e il Covid, e le stesse conversazioni ci sono ancora adesso… Tutto identico. Ecco da dove è nato il film.”

Alex Garland però sottolinea che il film non è una critica specifica verso gli Stati Uniti: “Le divisioni americane sono presenti in molti paesi nel mondo. Ma nel caso degli USA, c’è un ulteriore pericolosità data la sua importanza e il potere nel mondo. Gli americani hanno una percezione interna di essere un eccezione, e questo li porta a pensare che sono immuni a certi tipi di problemi. Una delle cose che la storia ci mostra però è che nessuno è immune. Nessuno è un eccezione. E se non applichiamo razionalità e decenza e premura in questi problemi, o in qualsiasi cosa, tutto può sfuggire di mano… Non cerco di localizzare questi problemi agli USA, questo sarebbe totalmente sbagliato. Posso portarti a casa mia [Regno Unito] e posso mostrarti le medesime cose nel mio paese. Ma le implicazioni qui sono molto maggiori”.

Leggi anche Civil War: il trailer del nuovo film di Alex Garland