Dalida e le tappe di quel male oscuro che le portò via ben tre compagni prima del suo stesso suicidio
Tre amori che hanno avuto lo stesso tragico epilogo.
Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 170 milioni di dischi in tutto il mondo conquistando anche il primo disco di diamante della storia, nel 1981, che fu creato appositamente per lei. Iolanda Cristina Gigliotti, meglio conosciuta con il nome d’arte Dalida, ha raggiunto il successo alla fine degli anni cinquanta fino alla sua morte, avvenuta il 3 maggio 1987 a causa di un’overdose di barbiturici. La cantante, infatti, era affetta da depressione già da diverso tempo per colpa di diversi lutti e un’infanzia piuttosto travagliata.
Dalida e le tappe di quel male oscuro che le portò via ben tre compagni
Dalida nacque a Il Cairo il 17 gennaio del 1933 da genitori calabresi originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro. Suo padre, Pietro Gigliotti, a quel tempo era primo violino all’Opera del Cairo, mentre sua madre, Filomena Giuseppina d’Alba, faceva la sarta. Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale suo padre, in quanto immigrato italiano fu internato dalle truppe del Regno Unito nel campo di Fayed, dover rimase per quattro anni. Quando tornò a casa, si rivelò essere una persona completamente diversa, tant’è che come ha dichiarato la stessa Dalida iniziò ad essere molto violento:
Lo odiavo quando mi picchiava, lo odiavo soprattutto quando picchiava mia madre e i miei fratelli. Volevo che morisse, e lo ha fatto.
Suo padre morì, infatti, un solo anno dopo a causa di un ascesso cerebrale. Forse per uno scherzo del destino, Dalida non ha mai avuto fortuna con gli uomini. Nel 1961, sposò Lucien Morisse, direttore di Radio Europe 1, ma il loro matrimonio durò solo un mese perché si innamorò del giovane pittore Jean Sobieski. Anche questa relazione non andò oltre qualche mese.
Dopo aver vissuto una relazione di tre anni con il giornalista Christian de la Mazière, nel 1966 Dalida si innamorò del collega Luigi Tenco con il quale partecipò al Festival di Sanremo del 1967 con il celebre brano Ciao amore ciao. La giuria decise di eliminare la canzone dalla finale. Appresa la notizia, Tenco si ritirò nella sua camera d’albergo e si tolse la vita. A ritrovare il suo corpo senza vita fu proprio la sua amata Dalida.
Dalida, distrutta dal dolore, tornò in Francia con l’idea di suicidarsi. La donna comunicò ai suoi parenti di partire per l’Italia per far visita alla famiglia di Tenco, ma invece si recò all’hotel Prince de Galles di Parigi dove prese una stanza – la stessa dove Tenco soggiornava quando andava a Parigi – e ingerì una dose letale di barbiturici. Dopo essere stata trovata da una cameriera, venne trasportata d’urgenza in ospedale dove si risvegliò sei giorni dopo.
Qualche mese dopo, Dalida iniziò una relazione studente ventiduenne italiano di nome Lucio e restò incinta. La cantante decise di abortire, sottoponendosi ad un intervento clandestino in Italia che la rese sterile. Tra il 1969 e il 1971, si legò sentimentalmente al filosofo Arnaud Desjardins. Nel 1970, il suo ex marito Lucien Morisse si suicidò sparandosi un colpo in testa. Due anni dopo, si fidanza con Richard Chanfray. La loro relazione fu molto turbolenta a causa del carattere di lui ma durò ben nove anni. Si lasciarono nel 1981 e due anni dopo l’uomo si suicidò insieme alla sua nuova compagna.