L’avete riconosciuto? Ha un’ossessione per il corpo e le sue mutazioni, un insetto lo ha portato al successo e Robert Pattinson gli deve molto
Quasi mai ha lavorato con alti budget per non "contaminare" la sua arte.
Le sue idee hanno creato un genere tutto nuovo a Hollywood
Gli addetti ai lavori lo considerano l’apripista del body horror, genere che indaga sulla paura dell’uomo dinanzi al cambiamento corporeo, all’infezione e alla contaminazione della carne, miscelando l’elemento psicologico alla parte fisica. Insignito del Leone d’oro alla carriera nel 2018, durante la prima metà della sua carriera David Cronenberg ha esplorato vari temi, soprattutto mediante film dell’orrore e fantasy, sebbene nel prosieguo si sia dedicato ad altre forme di espressione, approdando anche al noir.
David Cronenberg, nato il 15 marzo 1943 a Toronto, in Canada, ha inizialmente scritto una gran quantità di racconti fantascientifici, prima di realizzare quattro corti e due lungometraggi – Stereo e Crimes of the Future – a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. La prima pellicola ad avere una regolare distribuzione, programmata pure nella nostra penisola, è Il demone sotto pelle. Man mano inizia a provare interesse verso l’angoscia interiore dei protagonisti, frutto dell’incessante evoluzione della scienza. E il concetto dello scienziato arrogante si traduce nell’opera magna del regista, La mosca.
Fatta eccezione per quest’ultimo titolo e La zona morta, David Cronenberg non ha mai girato con grossi budget, nello stile hollywoodiano, malgrado non gli siano mancate le opportunità. A History of Violence, interpretato da Viggo Mortensen, è uno dei film a più elevato budget che ne portano la firma.
Lo stesso David Cronenberg ha spiegato come la decisione di dirigerlo sia dipesa dalla necessità di finire di pagare alcuni stipendi per il suo precedente Spider, ma si tratta comunque di una delle pellicole maggiormente apprezzate dalla critica.
Nel 2012 sceneggia e dirige Cosmopolis, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo. Presentato in concorso al 65° Festival di Cannes, conta sull’apporto di Robert Pattinson, il volto principale. Proprio tale performance consente all’attore di scrollarsi di dosso l’immagine di vampiro.