Dawson’s Creek: ecco perché James Van Der Beek non lascia che i suoi figli guardino la serie

L'attore ha interpretato Dawson Leery nel teen drama, andato in onda dal 1998 al 2003.

James Van Der Beek non ha intenzione di far vedere ai suoi figli la serie che lo ha reso famoso, Dawson’s Creek. L’attore, che ha raggiunto la notorietà interpretando Dawson Leery nella celebre serie drammatica per adolescenti andata in onda dal 1998 al 2003, ha recentemente confessato durante un’intervista a The View che non permette ai suoi sei figli di guardare lo show.

“È una grande serie, la adoro, penso che altri ragazzi possano guardarla. Ma non credo che i miei figli debbano vedere il loro papà fingere di attraversare la pubertà. Questa è la mia opinione.”

Van Der Beek ha poi parlato del successo della serie, sottolineando: “È stato uno show creato con ottime intenzioni, con persone che cercavano davvero di fare la cosa giusta e che hanno saputo esprimersi in modo incredibilmente eloquente su questo tema. Credo che quel seme di buone intenzioni sia ancora percepibile.”

Dawson’s Creek, che vedeva nel cast anche Katie Holmes, Michelle Williams e Joshua Jackson, raccontava la vita di quattro adolescenti alle prese con le sfide dell’adolescenza nella piccola cittadina di Capeside, nel Massachusetts.

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L’attore è padre di sei figli: Olivia, 14 anni, Joshua, 12, Annabel, 10, Emilia, 8, Gwen, 6 e Jeremiah, 3, avuti con la moglie Kimberly Van Der Beek. Durante l’intervista a The View, Van Der Beek ha anche parlato della diagnosi di cancro colorettale ricevuta all’inizio di quest’anno. “È stato uno shock,” ha ammesso. “Mi sentivo in ottima forma fisica, seguivo una dieta che pensavo fosse sana, credevo di prendermi cura di me stesso… e poi, durante la colonscopia, il medico mi ha detto che era un tumore. Credo di essere andato in stato di shock.”

In un’intervista rilasciata a Good Morning America all’inizio di questa settimana, l’attore ha descritto la scoperta del tumore come un “incubo”. Ha però aggiunto di sentirsi bene fisicamente, anche se l’esperienza è stata “davvero impegnativa” dal punto di vista emotivo.

Fonte: HR