Demi Moore confessa uno suo segreto oscuro: “Avevo un supervisore 24 ore su 24 che si assicurava che rimanessi sobria”

Nel documentario BRATS di Andrew McCarthy, presentato al Tribeca Festival, Demi Moore ha svelato un retroscena sorprendente delle riprese di St. Elmo’s Fire nel 1985. In quel periodo, mentre Hollywood viveva il suo momento d’oro, l’attrice si confrontava con le sue sfide personali legate alla dipendenza da droghe e alcol.

Demi Moore e i problemi di dipendenza

Nonostante sembrasse tranquilla sul set, Moore confessò di essere “terrorizzata dal fallire, di non essere all’altezza“. Joel Schumacher, il regista del film, fece una scommessa su di lei, nonostante i rischi finanziari. La decisione di Schumacher di assumere Moore per il ruolo principale nonostante la sua lotta personale rifletteva il suo coraggio e la sua fiducia nell’attrice.

Durante le riprese, Moore aveva bisogno di un sostegno costante per mantenere la sobrietà. Venne quindi assunto un supervisore a tempo pieno per lei, pagato per essere presente 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questo supervisore giocò un ruolo cruciale nel garantire che Moore rimanesse concentrata sul set e affrontasse le sue sfide personali con determinazione.

La testimonianza di Moore nel documentario offre uno sguardo intimo su una fase turbolenta della sua vita, evidenziando la forza e la resilienza che l’hanno aiutata a superare le avversità. Questa esperienza ha anche influenzato la sua autobiografia del 2019, Inside Out, dove Moore esplora in dettaglio la sua lunga lotta contro le dipendenze e il suo percorso verso la sobrietà.

Oggi, Demi Moore emerge come un esempio di crescita personale e resilienza, trasmettendo un messaggio di speranza e determinazione a chiunque stia affrontando sfide simili. La sua storia serve da ispirazione per coloro che lottano con la dipendenza e dimostra che, con il giusto sostegno e impegno personale, è possibile superare le difficoltà e raggiungere il successo.