Denis Villeneuve contro la mancata candidatura agli Oscar di Amy Adams per Arrival: “è stata una grande delusione”

Nonostante il rammarico di Denis Villeneuve, Adams ha dimostrato una prospettiva più rilassata sul tema

A quasi dieci anni di distanza dalla sua uscita, Arrival continua a suscitare discussioni, soprattutto riguardo alla performance di Amy Adams, che non ricevette la meritata nomination all’Oscar per il suo ruolo. Denis Villeneuve, regista del film, ha recentemente espresso il suo rammarico per l’assenza di un riconoscimento da parte dell’Academy, definendo la mancata candidatura di Adams come una “grande delusione”.

“È un peccato che l’Accademia non l’abbia riconosciuto.” ha commentato Denis Villeneuve

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Nel corso di un’intervista con Variety, Denis Villeneuve ha parlato con ammirazione della dedizione di Adams, che ha dovuto recitare in un film che spesso impiegava tecnologie complesse come il green screen. La sua capacità di sembrare naturale in un ambiente così artificiale, dove interagiva con elementi non presenti sul set, ha colpito profondamente il regista. Secondo Villeneuve, la performance di Adams, che ha sostenuto l’intero peso emotivo del film, avrebbe dovuto essere riconosciuta con una candidatura.

Nonostante il rammarico di Denis Villeneuve, Adams ha dimostrato una prospettiva più rilassata sul tema dei premi. Pur avendo ricevuto sei nomination all’Oscar, tra cui l’ultima per Vice nel 2019, l’attrice ha dichiarato che il riconoscimento non è mai stato un obiettivo principale per lei quando sceglie un progetto. In un’intervista con IndieWire, ha affermato che la sua priorità è sempre stata quella di portare in luce storie che connettano emotivamente il pubblico, piuttosto che cercare approvazioni esterne. Per lei, il vero successo arriva quando un film riesce a toccare le persone, indipendentemente dai premi.

Denis Villeneuve, d’altra parte, ha chiarito che il suo approccio al cinema non è mai stato orientato a ottenere premi, ma piuttosto a fare film che siano veri e appassionanti. Secondo lui, ciò che conta di più è la connessione con la comunità cinematografica, che gli conferisce un senso di appartenenza e di soddisfazione.

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Fonte: indiewire