Dune 2 e quel dettaglio del personaggio di Florence Pugh che dimostra tutta l’importanza dei costumi
Questo particolare dettaglio nel sequel di Dune dimostra l'importanza dei costumi nella progressione narrativa del film.
Indipendentemente dal genere di riferimento, il costume design di un lungometraggio deve andare ben oltre il semplice aspetto estetico e visivo per diventare un altro strumento narrativo. Qualcosa che non è solo legato a fornire un contesto storico all’opera, a generare emozioni attraverso trame e tavolozze di colori e a stabilire relazioni tra spazi e personaggi, ma aiuta anche a rappresentare l’evoluzione di quest’ultimo nel corso della trama.
Uno dei migliori esempi più recenti si trova nel sontuoso Dune – Parte 2 di Denis Villeneuve e, più specificamente, nel lavoro della costumista Jacqueline West (nominata per cinque volte all’Oscar, incluso per il primo Dune) e nella Principessa Irulan, il personaggio interpretato da Florence Pugh.
Attraverso l’ampio filmato di questa seconda parte del kolossal fantascientifico, che dura la bellezza di quasi tre ore, Irulan passa dall’essere una donna libera che si limita a documentare gli eventi che accadono nell’Impero di suo padre, l’imperatore Saddam IV, a diventare un altro pezzo sulla scacchiera politica della galassia, divenendo poco meno che merce di scambio quando Paul Atreides salirà al potere e la sposerà, quasi con la forza.
Questo passaggio da libertà, quasi innocente, a oggetto strategico nel gioco dei troni politico-bellici delle casate Harkonnen, Atreides e Corrino – a cui appartiene – si riflette perfettamente negli outfit che indossa durante tutto il film e anche in alcuni accessori, in particolare quelli per il capo, che la opprimono progressivamente fino a nasconderle praticamente il viso in una prigione di metallo.
All’inizio del film, la Principessa Irulan appare a capo scoperto e indossa una specie di ampia tunica che, a prima vista, è abbastanza comoda. A poco a poco, questo abbigliamento si trasforma in una sorta di armatura, con tanto di retina per capelli e un abito simile alle cotte di maglia indossate dai soldati medievali. Qui ha ancora il viso scoperto. Solo verso la fine del film indossa un “velo” (sembra più una museruola) che lascia visibili solo gli occhi, mentre il resto è coperto da quelle che sembrano essere catene, come a voler enfatizzare la sua condizione di prigioniera degli eventi politici.
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