Elliott Page e la rivelazione hot su Olivia Thirlby: “ai tempi delle riprese di Juno facevamo sesso continuamente”
L'attore, nel suo libro autobiografico Pageboy, ha raccontato questo particolare aneddoto.
Elliott Page, nato Ellen Grace Philpotts-Page è un attore canadese nato il 21 febbraio 1987 nella città di Halifax, nel Canada orientale. Il divo, in particolare, ha iniziato a recitare nel film televisivo Pit Pony nel 1997, per poi avere altri ruoli televisivi come in Trailer Park Boys (2001-2002), Rideau Hall (2002), ReGenesis (2004) e molti altri progetti del piccolo schermo. Il debutto sul grande schermo, invece, è avvenuto precisamente nel 2002, con Marion Bridge di Wiebke von Carolsfeld anche se in realtà la fama l’ha ottenuta in particolare nel 2007, quando ha interpretato la protagonista Juno MacGuff in Juno di Jason Reitman (Thank You for Smoking, The Front Runner – Il vizio del potere), riuscendo tra l’altro a conquistare una tanto ambita nomination agli Oscar come Miglior attrice protagonista.
Elliott Page ha esordito nel mondo cinematografico con Marion Bridge, nel 2002
Detto questo, in una recente intervista per The Daily Beast, in occasione del lancio del suo nuovo libro autobiografico ovvero Pageboy, proprio Elliott Page ha raccontato un aneddoto decisamente piccante relativo proprio a Juno. Tale racconto riguarda in particolare l’attrazione sessuale tra Page e Olivia Thirlby che li ha portati a letto più di una volta durante le riprese della pellicola.
“Eravamo nella sua camera d’albergo con Billie Holiday che suonava in sottofondo. Thirlby, stava per iniziare a preparare il pranzo, quando mi ha guardato direttamente e ha detto a bruciapelo: ‘Sono davvero attratto da te’. A quel punto abbiamo iniziato a succhiare la faccia. Era su… abbiamo iniziato a fare sesso tutto il tempo: nella sua camera d’albergo, nelle nostre roulotte al lavoro, una volta in una minuscola stanza privata in un ristorante. Ironia della sorte, interpretare un’adolescente incinta è stata una delle prime volte in cui ho sentito un minimo di autonomia sul set. Indossavo una pancia finta ma non ero iperfemminilizzato. Per me, Juno era l’emblema di ciò che poteva essere possibile, uno spazio oltre il binario.”
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