Elon Musk accusato di plagio dal regista di Io, Robot: “Ehi Elon, posso riavere indietro i miei progetti?”

I robot futuristici di Elon Musk sono pericolosamente simili a quelli del film con Will Smith Io, Robot.

Giovedì, il co-fondatore e CEO di Tesla, Elon Musk, ha svelato un’attesissima anticipazione del futuro con i modelli dei loro nuovi prototipi di guida autonoma: il cybercab e il robovan. Alla celebrazione era presente anche il nuovo robot Tesla Optimus, che serviva da bere e interagiva con la folla.

Se il robot Optimus fosse effettivamente completamente autonomo o, piuttosto, comandato da lontano è ancora (molto) discutibile. Tuttavia, una persona che sembra essere sicura dell’origine di questi design è il regista di Io, Robot Alex Proyas. Il regista ha pubblicato il suo reclamo direttamente sul social media preferito da Musk, X (ex Twitter), commentando: “Ehi Elon, posso riavere indietro i miei design, per favore?”

Il post contiene immagini affiancate della forza di polizia di Io, Robot accanto al robot Optimus, del mezzo di trasporto del film del 2004 accanto al robotvan di Tesla e di un’auto futuristica del film di Proyas accanto al cybercab.

Il film del 2004 con Will Smith è ambientato in una Chicago del futuro ed è ispirato alla raccolta di racconti del 1950 del famoso autore di fantascienza Isaac Asimov. La trama è incentrata su un detective che cerca di svelare un omicidio che potrebbe o meno essere stato causato da un membro della forza di polizia robotica di nome Sonny (interpretato da Alan Tudyk).

Un’azione del genere dovrebbe essere impossibile, poiché tutti i robot del futuro sono governati dal tropo fantascientifico, “le tre leggi della robotica”. Legge numero uno: un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. Legge numero due: un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge. Legge numero tre: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Meglio conosciuto per il suo lavoro come regista di The Crow (la versione del 1994) e del film del 1998 Dark City, Proyas ha recentemente scritto i suoi pensieri sull’intelligenza artificiale e sull’industria cinematografica in generale per il suo account Patreon ed è attualmente impegnato nella produzione di un altro film di fantascienza, RUR.

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Fonte: Variety