Entrapped: recensione della serie TV Netflix
Seguito di Trapped, la serie creata da Baltazar Kormakur torna con un nuovo mistero.
Entrapped è una serie distribuita da Netflix e disponibile dall’8 settembre 2022. Andri e Hinricka sono due poliziotti alle prese con le indagini su un omicidio avvenuto nei pressi di un altopiano islandese.
Un seguace di una setta è stato trovato morto: cosa è successo tra la sua comunità e lui? A complicare le cose è lo scontro imprevisto tra quel gruppo spirituale e una banda di motociclisti giunta come rinforzo dalla Danimarca. Tra gli interpreti della serie, Olafur Darri Olufsson interpreta Andri, mentre Thomas Bo Larsen interpreta Hinricka.
Entrapped: dove eravamo rimasti?
Trapped è una serie islandese che nel solco della tradizione del racconto scandinavo di genere alternava ritmi meditativi con storie dall’impianto serrato e fluido. Nei dieci episodi totali delle due stagioni i colpi di scena erano sorretti ed esaltati dalla prova eccellente di tutto il cast.
I personaggi tornano in Entrapped, serie sequel e naturale proseguimento della prima, che con quei primi cinque episodi forma una storia unica e coerente e chiusa in sé.
Se Trapped giocava sull’ambiente chiuso e claustrofobico del paesino bloccato dal maltempo, accentuando il senso di spaesamento della collocazione geografica delle produzioni nordeuropee, la nuova serie si concentra e approfondisce i personaggi, introflettendo l’analisi.
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E se prima l’assedio era fisico, adesso è psicologico, mentre la scrittura affronta in maniera sottile e perfettamente integrata con la trama questioni molto attuali per l’Islanda, dalla salvaguardia dell’ambiente alla gestione dell’immigrazione.
La struttura rimane però convenzionale, e obbliga il racconto a partire dal crimine per procedere a cerchi concentrici, allargando la narrazione all’indagine dei sentimenti e alla disamina del ruolo della famiglia nel nucleo sociale dove si concentra l’azione.
Entrapped: così la serie Netflix perde il confronto con Trapped
Eppure la cosa più interessante di questi dieci episodi non è probabilmente la traccia mistery in sé ma le modalità di messa in scena, nella quale la costruzione dei caratteri dei personaggi passa dal focus di caratteristiche esistenziali che puntano i riflettori su un luogo ben definito. Mostrando come l’esterno influisce e modifica l’interno.
Entrapped perde il confronto con Trapped nella capacità di mettere insieme, e bilanciare, le diverse anime che ne compongono l’intreccio: fin dall’inizio, quando entrare nelle spire dell’investigazione è arduo e richiede un’attenzione forse superiore rispetto al fascino di tutto.
Scontato dirlo, primo e ultimo episodio sono i migliori, risentono della regia di un autore come Baltazar Kormakur (già regista dell’interessante Everest) e si lasciano guardare insinuando inquietudini e suggestioni che lungo la strada si perdono: dopo quel gioiello che è stato Katla, era forse lecito aspettarsi qualcosa di più.