Everything Everywhere All at Once: i dettagli del disturbo psicologico alla base della trama del film
Il caos nella vita e nella mente della protagonista di Everything Everywhere All at Once rappresenta un disturbo psicologico: ecco quale!
Vincitore di sette Premi Oscar (tra cui Miglior film e Migliore attrice protagonista), Everything Everywhere All at Once è stato senza dubbio il film del 2022. Scritto e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, il lungometraggio racconta la storia di una donna, Evelyn Wang, che gestisce una piccola lavanderia a gettoni e che si trova a combattere tra universi paralleli. Il caos nella vita e nella mente della protagonista rappresenta un disturbo psicologico, conosciuto come ADHD.
I dettagli del disturbo psicologico alla base di Everything Everywhere All at Once
Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD) è un disturbo cerebrale presente dalla nascita o che si sviluppa subito dopo caratterizzato da una durata scarsa o breve dell’attenzione e/o da vivacità e impulsività eccessive non appropriate all’età del bambino, che interferiscono con le funzionalità o lo sviluppo. Grazie al film, il regista Dan Kwan ha scoperto di essere affetto da questo disturbo psicologico: “Quando abbiamo iniziato a scrivere Everything Everywhere All at Once, sapevamo di voler fare un film sul caos e su questa sensazione travolgente che tutti hanno provato negli ultimi sei anni. O negli ultimi 34 anni. O in tutta la storia dell’umanità. Ma quando abbiamo iniziato a scrivere, ci siamo detti, “Oh, probabilmente dovremmo fare un po’ di ricerche sull’ADHD. Forse al personaggio principale non le è stato diagnosticato e loro non lo sanno“.
“Così ho iniziato a fare delle ricerche. E poi sono rimasto sveglio fino alle quattro del mattino, leggendo tutto quello che potevo trovare al riguardo, piangendo, rendendomi conto che “Oh, mio Dio, penso di avere l’ADHD”. Quindi è grazie a questo film che mi è stata diagnosticata. Sono andato in terapia per un anno e poi sono andato da uno psichiatra. Ora prendo dei farmaci, ed è un’esperienza così bella e catartica capire perché la tua vita è stata così dura fino a ieri. Adoro il fatto che questo film possa diventare un’espressione catartica di me che me ne rendo conto, ma può anche essere un modo per le persone di parlarne nella propria vita“, ha aggiunto sempre Kwan.